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Horror digitale: Piotr Jabłoński

Piotr Jabłoński di Bialystok, Polonia. Illustratore e concept artist.
Riguardo la concept art, colgo l’occasione per distinguere la concept art dall’arte concettuale, che possono sembrare la stessa cosa, ma che sono assolutamente separate.
L’arte concettuale, per farla breve, privilegia il concetto dell’opera rispetto alla sua realizzazione. La concept art è, di contro, opera di fantasia (spesso surrealista) concepita per la commercializzazione di un brand.


Facile intuire che, quindi, la concept art si propone, all’opposto della concettuale, quasi esclusivamente per come appare, trascurando il contenuto, il messaggio.
Di solito, il concept artist cura l’immagine per videogiochi, film, e altri prodotti di sorta.
Jabłoński, tuttavia, fa spesso convivere concept e messaggi. Tanto che, a scorrere i suoi profili, non si fa distinzione.
La scuola polacca è interessante e intrigante, con venature horror che istantaneamente riportano alle vecchie leggende di quelle terre.


E nemmeno pare necessaria, questa distinzione, perché i suoi lavori non sfigurerebbero nelle gallerie. O nel salone di casa.
Quelli che preferisco sono a tema horror/fantasy (alcuni sono omaggi alla saga di Elric di Michael Moorcock).
Dalle tinte scure e dal tratto particolarissimo, un po’ sporcato, che a mio parere (ma non si tratta di visione assoluta) contribuisce a far meglio trasparire non tanto la personalità dell’artista, quanto la sua persona.


Il tratto è una firma, rende immediatamente riconoscibile la mano che ha creato l’opera, anche a uno sguardo superficiale.
Jabłoński è un artista digitale, ma ovviamente il mezzo, oggigiorno, non fa più alcuna distinzione.


Si può parlare ovviamente di tratto, anche se lo strumento è un pennello digitale. Uguale per tutti, a parità di programma utilizzato, proprio come i pennelli veri e propri.


Con la recente introduzione dell’NFT, il token che certifica la proprietà e l’autenticità di un bene digitale, poi, il confine tra materiale e immateriale sembra essersi ulteriormente rarefatto.


Certo, resta, come nel caso di Jabłoński, una discussione a mio parere molto interessante sul trasferimento di medium della medesima opera.
Pennellate immateriale trascendono la tela, ma sono esistite, sebbene su un supporto al silicio.
Discorsi per collezionisti. Probabilmente, alla maggior parte di noi, me compreso, basterebbe un Jabłoński in stampa al centro della libreria, propriamente illuminato, per completare l’arredamento.


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*il sito dell’artista

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