[SE PENSATE CHE POSSA ESSERCI IL RISCHIO DI POSSIBILI SPOILERS, ALLORA NON LEGGETE!]
In una Grecia rock, tanto sfarzosa quanto improbabile e sempre più atea, il semidio pescatore Perseo, figlio di Zeus, è destinato a fermare le ambizioni di suo zio Ade che, impiegando un gigantesco mostro marino, il Kraken, vuole distruggere prima Argo e poi, già che c’è, vuole fregare la poltrona in pelle umana e l’ufficio con le piante di ficus al fratellino in armatura d’oro. Perseo è l’eroe, l’uomo che non deve chiedere mai e perciò, al seguito, una banda di desperados lo accompagna un po’ dappertutto, con l’ausilio di comodissimi scorpioni giganti, con tanto di baldacchino sulla groppa per starsene all’ombra, al riparo dal sole cocente della Grecia. Ah, sì, c’è anche il tempo di dare la monetina a Caronte il traghettatore e di dare qualche legnata a Medusa, la cui testa serve per sconfiggere il Kraken, prestato al dio Ade da Odino o da Loki, o da chi per loro. Ade, in realtà, era stato scritturato per interpretare Voldemort, ma tant’è, dato che si trovava a passare di lì, si deve essere detto “perché no?”…
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Una cosa è spaventosamente chiara, per quanto mi riguarda. Non è più roba per me.
‘Sti film non li reggo più. Sarà la differenza anagrafica che mi fece apprezzare il primo film, quello del 1981 e che mi fa sbadigliare vedendo questo. Ma è possibile? È solo una questione d’età e, di conseguenza, della diminuzione costante della “percezione della magia” che questa comporta?
Non riesco più ad avvertire il presunto fascino di un’avventura fiabesca, per quanto folle? Oppure è proprio questa roba qua, questo Clash of the Titans che proprio non va?
Louis Leterrier, il regista, è del 1973. Cazzo, ha tre anni più di me! Come tutti, all’epoca, vide il film di Desmond Davis. Cresciuto [o invecchiato], ha deciso di distruggere i ricordi di noi tutti suoi coetanei. Gentile da parte sua… non c’è che dire. E per far sì che proprio tutti associassero automaticamente il 1981 al 2010 e per annichilire ogni possibilità di sopravvivenza al seppur minimo bel ricordo, ci ha ficcato pure il bubo bubo meccanico, così, come guest star.
Poi vabbé, abbiamo le armature dei cavalieri d’oro, quelle dei Cavalieri dello Zodiaco, indossate da Zeus e dalla sua cricca, tranne che da Ade perché, si sa, è Voldemort, ovvero Ralph Fiennes, e perché, essendo il dio dei morti, Ade deve essere vestito come uno straccione. Il dio dei morti, fratello di Zeus, non è mai cool. Ma che razza di obiezioni mi andate a trovare?
Zeus è Liam Neeson, che in realtà sta ancora girando l’Episodio I, la Minaccia Fantasma, è un console Jedi con la spada laser verde, però c’ha l’armatura d’oro, perché è il padre dei mortali e anche, dopo l’ennesima sveltina, di Perseo.
Poi c’è proprio lui, Perseo (Sam Worthington), che è un semidio. E tanto basta. Lo è e quindi deve risolvere la brutta situazione che si è creata. In più ha la fidanzata (Gemma Arterton, nella foto), per giunta bella! È così che vanno le cose. Però, tanto per darsi le arie, Perseo nicchia, temporeggia, dice no, insomma, fa un sacco di complimenti. E, siccome è l’eroe, non scopa e rifiuta un regno perché… non lo so il perché. Eppure gli eroi greci trombavano in continuazione… mah!
Deve essere colpa del Kraken, mostro preso in prestito dal Nord, che l’ha scombussolato un po’. Si può anche capire il perché. Il Kraken è l’equivalente di un jet-lag per Perseo. Ma… siamo sicuri che è un kraken? No, perché a me sembra il Rancor di Guerre Stellari…
Comunque, una frana, una qualsiasi, è ben più terribile di questo kraken che non fa molto di più che ruggire come un idiota e scoperchiare qualche tetto della città di Argo. Poi Perseo tira fuori la testa mozzata di Wilma Cerulli, pardon, della Medusa e… lo tramuta in pietra.
Ma c’è ancora Ade, almeno per qualche altra decina di secondi, fino a quando Zeus non si ricorda che oltre all’armatura c’è di più, tipo i fulmini, e ne presta uno a Perseo. Questione di due secondi e Ade è kaputt. Due secondi contro 95 minuti di film. Dico solo questo.
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Come ho già scritto, non è più roba per me. Eppure, non posso fare a meno di pensare che questo film sia del tutto privo di sentimento e di personalità. La Grecia rock è senz’anima, veloce e elettrica come un videoclip. Tanta tecnica e zero cervello, o cuore. Non vengo qui a fare paragoni col 1981, anche quel film aveva i suoi [tanti] problemi. Ma non credo di essermi inaridito tutt’a un tratto tipo il kraken. Io mi diverto ancora, quando è il caso. E qui di divertimento non ce n’è traccia. Se voi l’avete trovato, be’, godetevelo!
ADDENDUM: per quelli di voi che se lo stessero chiedendo, il kraken è un mostro della mitologia nordica, mentre Ketos avrebbe dovuto essere il vero nome del mostro marino inviato ad uccidere Andromeda non già da Ade, ma, com’è più consono, da Poseidone, il dio del mare…
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