La Stanza Bianca

[Di incipit si muore]: Never Die

“Itami Cho woke to the screams of her own death. She remembered it all.”

“Itami Cho si svegliò alle urla della sua morte. Ricordava ogni cosa.”


Ecco, questo è un incipit.
Ma, prima di addentrarci nella sua analisi, di cosa e chi stiamo parlando? Di Never die, di Rob J. HAYES.
Rob Hayes è un autore indipendente, o autopubblicato. Sorpresa, vero?
Hayes sembra essere genuino, ovvero non appartiene a quella schiera di autori che truffano Amazon e lettori acquistando pacchetti di recensioni fasulle per pompare i loro miseri libercoli. Da cosa si deduce? Da questo incipit.
Ma non solo. Never Die è uno stand alone, nessuna trilogia, o quadrilogia, pur facendo parte di un universo condiviso, dall’autore denominato Mortal Techniques. Sì, Hayes è appassionato di combattimenti all’ultimo sangue, di samurai, shinigami e spiriti.

La sinossi è esplosiva:

Time is up for the Emperor of Ten Kings and it falls to Ein, an eight-year-old boy, to render the judgement of the reaper. He can’t do it alone, but luckily the world is full of travelling heroes. There’s only one catch: In order to serve him, they must first die.

Il tempo è scaduto per l’Imperatore dei Dieci Re, e tocca a Ein, un bambino di otto anni, far calare il giudizio del mietitore. Non può farlo da solo, ma per sua fortuna il mondo è pieno di eroi. C’è solo un problema: per poterlo servire, gli eroi devono prima morire.


Hayes conosce il mestiere, tanto da permettersi di ridurre il prologo a due sole frasi. E non solo riesce a farlo funzionare, ma a invogliare a sapere subito cosa sta succedendo.

Vediamo cosa possiamo capire da questo incipit estremamente sintetico:

– Itami Cho. Nome orientale, ci aspetta un viaggio in un Oriente affine al nostro, o un altro mondo in cui è sorta una civiltà che richiama il nostro estremo oriente, qualcosa di esotico e al tempo stesso estremamente familiare alla cultura pop.

– Si svegliò alle urla della sua morte. Ecco una cosa che non capita spesso, svegliarsi da un incubo ricordando le urla della propria morte. Potrebbe anche intendersi in senso letterale: svegliarsi mentre si muore, e magari riuscire a sopravvivere, ma io vi intuisco l’elemento sovrannaturale. Itami Cho, chiunque sia, è già morta e, in qualche modo, è ancora viva. E la sua morte, violenta, brutale, persiste nei suoi ricordi. E nei suoi incubi.

– Ricordava ogni cosa. Si suppone, quindi, un’esperienza dettagliata. Il contesto in cui Itami Cho è morta, chi l’ha uccisa e perché. Qualcosa di cui vendicarsi, qualcosa da cui far scaturire un intero romanzo.

Non si può chiedere di più. Ottimo e, a suo modo, epico e abbondante. Un incipit da ricordare.

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