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Curioso – la rivista che… mi mancava

Mi mancava la rivista.
In senso concettuale, assoluto, concreto, da stringere tra le mani. No, non vuole essere un articolo sulla negatività della tecnologia e dei formati digitali, perché scritto su un blog farebbe ridere per principio.
La rivista è quell’oggetto a cui – variando pur i titoli – prima o poi ci siamo affezionati tutti, soprattutto da adolescenti: trattava di fantascienza, fantastico, cinema, giochi, tutto quello che ci poteva interessare. Argomenti bizzarri, fantastici,

Mi sono riaffacciato alla rete di recente, lo sapete, ho creato nuove connessioni e nuove amicizie. Un giorno arriva una notifica. Sì, le storie oggi iniziano quasi tutte con una notifica: Curioso ti sta seguendo.

Curioso – la rivista – nasce da Michele Borgogni e Marco Ghergo, ai quali è balenata l’idea di “provare a fare qualcosa”. Qualcosa di qualità, di concreto, che avesse un’identità ben definita e, soprattutto, che avesse un obiettivo, semplice ma intrigante: dare nuova voce a un progetto corale inerente alla narrativa che più ci piace: horror, fantasy, fantastico.

Al progetto si sono via via uniti volti nuovi e non del panorama della narrativa e del gdr italico: Andrea Berneschi, Zack Beauchamp, Alessandra Mazzilli, Leonardo Lucci, Ottavia Corazza (da free rider, sic!). Ognuno di loro, compresi Borgogni e Ghergo, ha firmato un racconto (Corazza nel prossimo numero), Lucci ha contribuito con un gioco interattivo (che prevede la partecipazione del lettore) incentrato sul tema del numero Uno, che ha esordito a Libri da Yuggoth, lo scorso 26 Marzo.

Sì, rivista tematica. Si parte con La Maschera. I racconti me li sono letti tutti, mi sono piaciuti, l’idea del tema la trovo molto valida e in un certo senso liberatoria, perché quando il tema è “solo” un concetto, da esso il narratore di mestiere è capace di trarne suggestioni infinite.

Il dettaglio che mi ha subito colpito, però, è stata la grafica (a cura di Mazzilli): mi ha ricordato subito quelle riviste d’arte che mio padre leggeva negli anni Settanta. Fondo bianco, grafica pulita, essenziale.
L’impaginazione interna, poi, richiama gli Urania formato lavatrice, i racconti sono infatti disposti in due colonne per pagina, scelta che io trovo allo stesso tempo nostalgica e in qualche modo amichevole, che invoglia a proseguire nella lettura.

L’operazione Curioso, insomma, tocca le corde giuste per intrigare, più che semplicemente interessare, come uno spettacolo teatrale malinconico, che mancava da tempo, che sa costruire l’attesa.
Il contenuto, come anticipato, del primo numero, consta di 5 racconti e 1 gioco, ma non nego che mi piacerebbe, che so, anche la presenza di articoli specialistici a tema fantastico.

Per ora, a detta di Michele Borgogni, sono previste altre due uscite. Il sottoscritto è stato invitato – in tempi non sospetti – a fornire un contributo, e sono estremamente onorato di potervi partecipare.

Nel salutarvi, vi lascio il link della Rivista Curioso, su Instagram. Seguitela, e leggetela, soprattutto.

Potete SCARICARE la copia digitale di Curioso QUI (ma io vi consiglio di accaparrarvi la versione cartacea).

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