Continano a arrivarmi segnalazioni riguardanti il nuovo Conan, sensibile e compassionevole. Un bravo ragazzo delicato e coi capelli lunghi, insomma, che potete ammirare in questa copertina mentre guarda, occhi negli occhi, una guerriera truccatissima, soprattutto in battaglia. Quello che hanno in faccia sarà sangue o rossetto? Uno sguardo stile Fabio Lanzoni & fotoromanzi assortiti.
O questa, in cui cinge amoroso Belit, la Regina della Costa Nera, in un turbinio di murene (?) e veli svolazzanti a coprire le romantiche pudenda.
Ma il meglio, Conan lo raggiunge in queste vignette: un barbaro che caccia e che vomita perché… ha ammazzato un povero, delicato cerbiatto indifeso.
Guardando questa tavola, sembra proprio di risentire un noto passo di Howard che descrive la gioventù di Conan per bocca di Conan stesso:
La risata bassa di Conan risuonò impietosa come un rumore metallico.
“Stupido!” disse quasi in un bisbiglio. “Non credo tu abbia mai visto fino ad ora un uomo dell’Ovest. Ti ritenevi forte perché capace di torcere la testa a esseri civilizzati, povere creature deboli con muscoli come corde marce, vero? All’inferno! Prima di dichiararti forte tanto da poter spezzare il collo di un toro selvatico cimmero, sappi che io l’ho fatto ancor prima di diventare adulto… così!”
E con una torsione violenta gli ruotò la testa fino a che il volto spettrale di Baal-pteor non fu girato sulla spalla sinistra e le vertebre non schioccarono come un ramo spezzato. (da Ombre su Zamboula, di Robert E. Howard)
Un toro cimmero, capite?
Strozzato a mani nude.
Prima di diventare adulto.
Mentre ora lo vediamo vomitare per aver ammazzato Bambi. Ma perché mi meraviglio ancora?