dubbio
Underground

L’ignoranza è potere

L’Uomo della Pioggia è uno di quei film che guardo ogni volta che passa in TV.

È un Coppola minore, un esercizio di stile, e lo cito qui soltanto per via di un passaggio particolare: c’è Matt Damon che chiama a testimoniare Roy Scheider, sulla condotta poco etica della Great Benefits, la compagnia assicurativa specializzata nel frodare i suoi clienti.

A Scheider viene chiesto di leggere uno speciale memorandum, diffuso dai vertici dell’azienda negli uffici, circa il comportamento da adottare verso le richieste di risarcimento: respingerle. Tutte, senza distinzioni, che siano o meno legittime.

Per far soldi.

Tutto qua.

Grisham, l’autore del libro, ex-avvocato, il settore lo conosceva bene.

La storia era iniziata circa venti anni prima, nel 1979, quando uno di questi speciali memorandum, o pizzino, venne a galla direttamente dalla potentissima Brown & Williamson, che vendeva tabacco.

Ci si domandava da anni se le sigarette e il fumo fossero correlati all’aumento di neoplasie polmonari e patologie cardiache assortite. C’erano già stati studi in merito all’incidenza del tabacco in queste particolari patologie, studi risalenti al 1969.

L’Agnotologia è la dottrina creata da Proctor, che studia la programmata diffusione di dubbio e ignoranza nell’era della conoscenza

La risposta delle industrie del tabacco era stata diffondere un prodotto non particolarmente innovativo, ma sempre efficace: il dubbio.

Doubt is our product since it is the best means of competing with the ‘body of fact’ that exists in the mind of the general public. It is also the means of establishing a controversy.”

Il dubbio è un’arma potente, specie verso la maggior parte degli esseri umani: pigri e indolenti per approfondire una questione di non stretto e immediato interesse. Ovvero, questioni che vadano oltre la realtà tangibile, quella del quotidiano. O quella dell’orticello.

Erano stati condotti esperimenti sui danni provocati dal fumo, ma sui topi. I topi sono diversi dagli esseri umani, vero? C’era il “legittimo” dubbio che tali studi non fossero utili in alcun modo, ma fossero stati commissionati da Poteri Occulti™ avversi alle lobby del tabacco. E ai lavoratori delle lobby del tabacco. C’erano in ballo migliaia e migliaia di famiglie che da quelle industrie dipendevano.

Toccante, non c’è che dire.

Oggi, dopo trilioni di dollari spesi in tribunale, siamo arrivati a piazzare sui pacchetti di sigarette avvertimenti sulla intrinseca caratteristica nociva del fumo, e le foto dei malati terminali.
Che sia effettivamente utile, questo stratagemma, non saprei. Ma è inquietante sapere quante peripezie e soldi sono stati bruciati per far sì che l’avviso fosse inserito.

Vi ricorda qualcosa? Sì, il cambiamento climatico.

C’erano dei dati, abbastanza allarmanti. Sì, fin dagli anni Settanta.

Compagnie petrolifere investirono, proprio come le industrie del tabacco, miliardi per screditare questi studi, e continuare a far soldi.

I soldi sono tutto, vero? Sono il simbolo della benevolenza di Dio.

Niente di nuovo. Il cambiamento climatico sta entrando nelle nostre case – opportunamente rinfrescate dai condizionatori – dalle finestre, ma c’è gente che lo nega con forza, in nome delle opinioni messe in piedi dopo aver letto post sgrammaticati in gruppi complottisti.

Di tali fenomeni, della “diffusione programmata dell’ignoranza” (e del dubbio) si è occupato Robert Proctor, della Stanford University.

Proctor partì proprio da quel famoso pizzino della Brown & Williamson.

La compagnia era interessata solo ed esclusivamente a continuare a vendere sigarette, non voleva che i potenziali acquirenti sapessero che il tabacco stava divorando i loro polmoni, e investì miliardi di dollari in controinformazione.

Gli effetti di tali campagne sono evidenti.

Senza andare nello specifico, il dubbio più comune a riguardo che mi viene in mente, sentito con le mie orecchie e tutt’oggi ribadito, nonostante le innumerevoli persone morte di cancro, è: “Se è vero che le sigarette causano il tumore com’è che conosco gente che fuma da cinquant’anni e non ha la minima traccia di malattie ai polmoni? Non ha nemmeno la tosse.”

Proprio così, l’evidenza aneddotica data dall’esperienza personale, rinvigorita dal dubbio universale, basta a contestare anni di studi specifici e settoriali. Il fatto che un singolo sopravviva alle sigarette è prova sufficiente a smantellare evidenze specifiche e studi statistici.

L’Agnotologia è la dottrina creata da Proctor, che studia la programmata diffusione di dubbio e ignoranza nell’era della conoscenza, onde ottenere un vantaggio o la semplice opportunità di continuare a portare avanti un comportamento inopportuno, quando non propriamente criminale.

L’ignoranza è potere. O, ancora meglio, è un prodotto che va diffuso il più possibile per poter ottenere vantaggi, spesso ai danni della massa inconsapevole.

Il dubbio è alla base dell’assurda convinzione che ogni evento abbia interpretazioni multiple e per lo più in opposizione tra loro. È la perenne antitesi che crea schieramenti, divide, genera confusione e aggressività. Perché, se non c’è soluzione certa, ciascuna delle parti ha ragione, nullificando qualunque tentativo di stabilire la verità.

Il cambiamento climatico è reale? No, secondo duemila e rotti scienziati.

Un titolo roboante che genera il dubbio.

Poco importa che esistano centinaia di migliaia di altri scienziati – non citati da altrettanti articoli – che invece sono convinti che il cambiamento climatico esista e si sia già in ritardo per rimediare. L’idea che esistano duemila persone, bollate come “esperte”, che lo neghino è sufficiente a generare il dubbio, e quindi l’inazione derivante dall’eterno dibattito.

L’era della conoscenza raggiungibile con un clic non implica che tale conoscenza sia raggiunta, e nemmeno ricercata.

L’ignoranza ha terreno fertile nelle persone che non hanno familiarità con un problema, come ad esempio il cambiamento climatico, o il cancro, in special modo quando gruppi di potere operano in senso opposto, di solito industrie o politica, investendo miliardi per convincerci che è tutto a posto, che non c’è nulla di cui preoccuparsi, che è naturale che l’estate le temperature superino abbondantemente i 43°.

Fino a quando il problema – qualunque problema – non invaderà il nostro quotidiano, e sarà talmente enorme da non poter essere più ignorato.
A quel punto sarà tutto inutile. Però, ehi, non è detto che le cose non dovessero andare così. Il pianeta Terra va avanti a cicli, avremmo dovuto estinguerci anni e anni fa… forse è solo la volontà di Dio…

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