Voi la conoscete Tess Gerritsen?
Nel caso ve la foste persa, la Gerritsen è una scrittrice americana, con alle spalle una carriera come medico e una buona infilata di best seller.
Fra i libri della Gerritsen ce n’è uno che si intitola “Gravity“.
Writing Gravity was the most daunting challenge of my career. Even with my background in science, it took exhaustive research, visits to NASA facilities, and interviews with scientists, engineers, flight surgeons, project managers, spaceflight historians, and numerous NASA personnel before I felt knowledgeable enough to write even a single page of this highly technical story. It is the novel I am proudest of.
Gravity è la storia di una donna, un medico, che rimane isolata sulla Stazione Spaziale Internazionale in seguito alla morte dei suoi compagni per un incidente.
Suona familiare?
Nel 1999 la Gerritsen vende i diritti di Gravity alla New Line Cinema – e su richiesta della casa produttrice riscrive il finale, aggiungendoci la distruzione della ISS per collisione con dei frammenti di satellite.
Il contratto con la New Line prevede che l’autrice del romanzo sia citata nei credits, con il classico “basato su…”.
Oltre a una percentuale sugli incassi.
Ma non se ne fa nulla, e il film non supera mai la fase di “development” ( = “ci stiamo pensando”).
E la cosa finirebbe qui, se nel 2013 non uscisse un film intitolato Gravity, diretto da Alfonso Cuaron, e basato su una sua “sceneggiatura originale”, e prodotto da Warner Bros.
La Gerritsen non ci fa nulla, né può farci nulla.
Per quel che ne sa l’autrice, magari Cuaron si è letto il suo libro quindici anni fa, e poi ne ha tratto ispirazione.
Succede.
È Hollywood, baby.
Per quanto i due progetti siano simili, maledettamente simili, non esistono basi sufficienti per ipotizzare un plagio o, ancora di più, un recupero di quel vecchio progetto della New Line, compagnia che nel frattempo… è stata acquistata dalla Warner.
[nota personale: la storia della Gerritsen è, rispetto al film di Cuaron, molto più complicata, stratificata e soddisfacente – con elementi di medical thriller, un cast più nutrito, la minaccia di un contagio letale e un sacco di altre cose.
Sarebbe l’ottima base per una bella miniserie.
Ma questo, ovviamente, non è il punto.]
Nel 2014, l’agente dell’autrice scopre che nel lontano 2000, proprio Alfonso Cuaron aveva mostrato un certo interesse per la sceneggiatura di New Line Cinema, e che il progetto era stato per un certo periodo in fase di sviluppo, prima di essere cestinato.
A questo punto, facendo due più due, le basi per una causa legale esistono – chiaramente Warner, che ora possiede New Line, ha riattivato il vecchio progetto di Cuaron… e la sceneggiatura basata su Gravity, il romanzo.
Ma il nome dell’autrice non compare nei credits, e nessuna percentuale le viene corrisposta.
Ad Aprile 2014, la Gerritsen fa causa alla Warner Bros per inadempienza contrattuale.
E si noti bene – inadempienza contrattuale, non plagio.
Il punto non è “avete rubato la mia idea”, il punto è “non avete rispettato il contratto.”
Perché il contratto c’è.
La sentenza è di questi giorni – e risolve il caso a favore della Warner Bros.
Non esistono le basi sufficienti, sostiene il giudice, per affermare che, avendo acquistato la New Line, ora la Warner debba onorarne i contratti.
In altre parole, allo stato attuale delle cose, se voi avevate un contratto con l’azienda X, e l’azienda X è stata acquistata o assorbita dall’azienda Y, l’azienda Y può utilizzare il vostro materiale senza sborsare una lira – e senza onorare alcun punto del contratto.
Come osserva amaramente Tess Gerritsen, i contratti con Hollywood sono privi di valore.
La fine del primo round è di questi giorni.
In un paio di settimane, i legali dell’autrice faranno ricorso, presentando una più ampia documentazione, con la speranza di capovolgere la sentenza.
Che, per il momento, rimane, e crea un precedente preoccupante nel panorama già tormentato della proprietà intellettuale.
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[Quest’articolo è stato scritto da Davide Mana per Book and Negative. Visitate il suo blog]
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