Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo. Della ragazza davanti alla finestra del cimitero. Di notte. Un titolo talmente lungo che il SEO di ribella. In ogni caso, ci siete arrivati: in questa puntata del podcast sul meglio della vita – e sul fantasy – Chiodi Rossi, parliamo del quarto capitolo della saga del celebre archeologo.
In questo senso vi siete espressi nel sondaggio. A questo punto, anche senza sondaggio, vi anticipo che vi toccherà anche il quinto, nuovo, che dovrebbe uscire il prossimo Giugno. Stay tuned.
Ma com’è questo Teschio di Cristallo?
Sulla carta, i numeri c’erano tutti: Lucas, Marshall, e Spielberg alla regia. C’era Harrison Ford e Karen Allen. C’era pure Cate Blanchett.
La verità è che questo quarto capitolo è nato svogliato. Ed è stato realizzato peggio.
Nessun mistero o complotto: si sono espressi in tal senso Shia LaBeouf, che è stato esiliato nelle miniere di sale per comportamento anti-sportivo (e vari altri problemi legati a comportamenti esecrabili, dei quali stavolta è il solo responsabile) e persino Steven Spielberg, restano immortali le sue parole:
Certe volte ti puoi permettere di esprimere opinioni, altre volte è il momento di vendere auto.
O qualcosa del genere. Con Indy 4 era il momento di vendere auto. E dicono che non ci sia niente di più sospettoso di un venditore di auto.
Il film è un’accozzaglia di visioni miopi legate al periodo aureo della storia americana, gli anni Cinquanta, inseguimenti perché sì e archeologia che mai come stavolta è più che altro razzia di antiche tombe.
Ma non solo, il film dura due estenuanti ore ed è costellato di illogicità e dell”ormai celeberrima sequenza del frigo nuclearizzato (nuke the fridge), che mette una pietra tombale sul dott. Jones.
Pietra che è stata smossa ancora una volta, per produrre il quinto film. Staremo a vedere.
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