Spendo qualche parola per annunciare la mia partecipazione alla Round Robin Due Minuti a Mezzanotte – Nativity, del mio amico Alex, e per svelare qualche retroscena sulla stesura del mio pezzo.
Quest’anno sono 27, gli autori coinvolti. Ciascuno di essi scrive un capitolo di una storia comune, questa in particolare a tema supereroistico.
La sfida della Round Robin è far sì che questa storia, passo dopo passo, abbia un filo logico, coerenza e, perché no, che sia anche e soprattutto leggibile, nonostante la differenza di vedute e i cambi di stile.
A me è toccato il capitolo 12.
In una intervista (niente stampa internazionale, una cosa fatta tra amici blogger), avevo dichiarato che prendere parte a questi progetti non faceva per me, che non avrei più partecipato a qualcosa del genere (dopo l’esperienza con un’altra Round Robin, organizzata da Davide Mana; non a causa della RR, ma per altri fattori che è inutile elencare).
Eppure sono qui, a giocare.
Perché ne avevo bisogno.
La Round Robin serve a scendere a patti, se non altro: con il limite di parole, con le idee e i personaggi di chi ti ha preceduto, con una storia che può essere tua solo per lo spazio di un capitolo, e che magari dal capitolo successivo scomparirà per mano di un nuovo partecipante. Sono le regole del gioco.
E le ho accettate perché mi servivano dei limiti.
Cambiare idea, ogni tanto, può fare anche bene.
Ora, dopo la doverosa introduzione, passiamo al capitolo in questione.
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Ho operato scelte drastiche.
La decisione è stata quella di mettersi al servizio della storia.
C’erano due situazioni che, avvicinandosi alla metà del percorso, dovevano cambiare, evolvere. Soprattutto evolvere coerentemente con due fattori:
a) i personaggi coinvolti
b) l’ambientazione generale
Il capitolo è suddiviso in due parti:
1) la situazione Bannon/Valerie
2) gli eventi in svolgimento al Centro Ricerche della Hypothetical Inc. ad Atene
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1) Bannon e Valerie sono stati introdotti nel capitolo 3, da Davide Mana.
Entrambi sono sì personaggi, ma anche fattori di mutamento esplosivi:
– il primo è al servizio della stessa Hypothetical Inc., per recuperare Valerie
– la seconda è in possesso di informazioni che possono distruggere, o quanto meno assestare un duro colpo alla suddetta corporazione
Bannon è un Old Timer, ovvero è dotato di superpoteri. Non ci viene detto apertamente da Davide Mana. È una cosa accennata.
D’altronde, ci viene subito indicato che Bannon è forte, perché in grado, a quanto pare, di affrontare duecento poliziotti in tenuta d’assalto. E, per le stesse ragioni, poco incline ai sentimentalismi, visto che è pronto a ferire e uccidere quegli stessi poliziotti che, presumibilmente, hanno moglie e figli.
Parallelamente, Bannon è protettivo nei confronti di Valerie, ma non perché sia uno dei Tre Moschettieri: solo e soltanto perché la suddetta Valerie ha acquisito superpoteri. Quindi è diventata come lui, e proprio a causa di questi superpoteri, la sua vita è in pericolo.
La libertà e l’auto-determinazione sono, per me, i valori fondamentali a cui gli Old-Timer, il primo gruppo di supereroi, si ispirano. E che perseguono con tutte le forze.
Bannon è poi una persona dai metodi spicci.
Quindi la sua azione, nel capitolo 12, è basata sugli eventi introdotti nel terzo capitolo.
Bannon e Valerie sono stati rapiti da uno sconosciuto, giovane, idealista, che per sua stessa ammissione possiede superpoteri da appena sei mesi e che, non si capisce bene a che titolo, pensa di poter disporre della vita di Valerie, degradata da persona a strumento del fato per bloccare l’avanzata di una minaccia proveniente dall’India: Ammit.
Poco importa, ai suoi occhi, che Valerie sia o meno la figlia di Ammit. È un’informazione non verificabile, non nell’immediato, almeno, e lui non ha tempo da perdere. E soprattutto non credo gli piaccia essere manipolato.
Essenziale, per Bannon, è tornare nei parametri della missione, liberandosi dai contrattempi e offrendo a Valerie una scelta, insinuando il dubbio che la Hypothetical Inc. non sia così malvagia come sembra.
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2) Libby e Stakanov
Per scrivere questo capitolo, mi sono basato sulla logica dell’ambientazione, tenendo conto soprattutto di un indizio fornito all’inizio, nel capitolo 0: la Hypothetical Inc., tramite il tradimento di Spencer Grant, uno scienziato, ha messo le mani su 34 campioni genetici di altrettanti Super, presumibilmente anche quello di Matt, alias American Dream, fidanzato di Libby e deceduto nella prima stagione.
Quindi ho interpretato la presenza di Libby al Centro Ricerche di Atene come un’azione dettata dall’emotività: azione stupida, fondamentalmente, perché espone se stessa a rischio di morte, e mette lo START, l’agenzia governativa americana di cui fa/era parte, in grave imbarazzo, oltre che in aperta violazione della sovranità nazionale della Grecia.
Stakanov è insieme a lei per, diciamo, limitare i danni.
A questo punto, trattandosi del Capitolo 12, ho pensato che fosse il caso di introdurre tre nuovi fattori:
1) Loxias, il superumano al servizio della Hypotethical Inc.
2) la contromossa della Hypotethical Inc.
3) il dubbio che questa Hypotethical Inc. non sia malvagia, o gestita da cretini, come si vuol far credere. (Ma chi l’ha detto poi, che sono loro i cattivi?)
Prima di Loxias, però, ho introdotto un nuovo personaggio: la Pizia. Ovvero l’Oracolo di Apollo (Loxias è un altro nome per Apollo).
Mi sono ispirato, nella sua costruzione, all’iconografia classicista, che potete vedere nella foto: indossa una veste rossa, e ha in mano un ramoscello.
La Pizia è la voce di Apollo. Parla sempre al passato, perché conosce il futuro. Il suo arrivo è anticipato da un aumento della temperatura: è il pneuma, il “respiro della terra”, che le consente di andare in trance e vedere il futuro.
La Pizia è contaminata da un mio personaggio, Marilyn (la cadillac giocattolo che impugna), sempre per la storia dei campioni di DNA trafugati. Alcuni di voi lo conoscono, altri no.
Non occorre, tuttavia, sapere di quale personaggio sto parlando. La Pizia è stata introdotta in termini volutamente vaghi perché è, di fatto, un nuovo personaggio. Quindi ognuno se la può gestire come meglio crede. Resta il fatto che sia Libby che Stakanov abbiano conosciuto il suo DNA.
E sì, non s’è presentata, nel capitolo. Non ha detto: “Io sono la Pizia, e ho il potere di vedere il futuro!”.
Perché è mia ferma convinzione che quando dei perfetti estranei s’incontrano in circostanze sospette, non vadano in giro mostrando la carta d’identità e blaterando sulle loro abilità. Quindi, se non lo fanno loro, figurarsi se spetta al narratore.
Infine Loxias.
Che io ho immaginato come il dio Apollo. Ovvero, come un dio che ha poteri da dio e fa cose da dio. Al più indifferente alle sorti umane.
Un dio, capite?
Non parla, perché lo fa tramite la Pizia.
E visto che dobbiamo ballare, balliamo: i raggi che emette dalle dita sono simili ai raggi laser, con essi ho voluto rievocare le frecce di Apollo.
Colpisce Libby alla gamba perché è in grado di muoversi alla velocità della luce.
E basta una sola goccia sfuggita dalle sue mani per radere al suolo un intero quartiere. Immaginate cosa possa fare con un colpo a piena potenza.
L’idea è che Loxias, e per lui la Hypo, avendo saputo, tramite La Pizia, della presenza di Libby al Centro Ricerche, abbia orchestrato il rapimento e la successiva distruzione del Centro, per incolpare lo START dell’accaduto.
Poco importa che Libby non faccia più parte dello START. Il suo nome è indissolubilmente legato, nell’opinione pubblica, all’agenzia americana, che ora si troverà in grosse difficoltà.
Infine, un cameo di Angela Solheim, personaggio di Giovanni Grotto introdotto da Massimo Mazzoni nel Capitolo 8, che salva Stakanov. Lo salva trasportandolo nei vani del seminterrato della struttura di ricerche, perché in grado di aprire varchi nella materia.
E questo è quanto. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
Grazie a tutti.
Per tutti quelli interessati al progetto, Due Minuti a Mezzanotte si svolge a quest’indirizzo: