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Zaffiro e Acciaio – La Casa parte 2

Secondo appuntamento con Zaffiro e Acciaio, la serie che ho presentato lunedì scorso (QUI).
Come ho già detto, tempi da sit-com, venticinque minuti a episodio. La prima stagione (suddivisione desunta da IMDb), anche se, concordo con Michele Tetro, sarebbe più corretto parlare di singolo episodio, è suddivisa in sei parti.
Lo scenario è fisso, per il budget ridottissimo, la casa dei Jardine dove, nell’episodio precedente, la fenditura nel tempo (a Crack in Time) ha catturato i genitori dei due bambini ai quali Zaffiro e Acciaio prestano soccorso.
Il punto di forza di questa serie sta nell’impianto narrativo. Serie molto dialogata, spiegata, anche se mai noiosa. Dialogata per forza di cose, mancavano i fondi e i mezzi per mettere in scena situazioni più movimentate, ma credo fosse anche nelle intenzioni di Peter Hammond, creatore e scenaggiatore, impostare la narrazione degli eventi secondo gli schemi della fantascienza classica, dove gli eventi inspiegabili, non perché sovrannaturali, ma perché non ancora interpretati, vanno analizzati pian piano, compresi e poi contrastati, se il caso, nel modo più efficace e immediato possibile.

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La natura dei due agenti (o elementi) inviati nel passato a suturare lo squarcio nel tempo, quelle che sono state le loro esperienze passate, e quelle che sono le loro capacità, vengono mostrate di volta in volta, in una trama costruita in modo tale da inserire il contesto chiarificatore durante lo svolgersi dell’evento principale.
Allo stesso modo, il carattere dei protagonisti, Zaffiro (Joanna Lumley) e Acciaio (David McCallum) è costruito progressivamente. Oltre a comunicare telepaticamente, si suppone entrambi dispongano di poteri particolari, anche se ad agire in tal senso e sfoggiarli è solo Zaffiro, per ora. Il manifestarsi delle sue capacità è anche occasione per esporre un’intrigante teoria sulla natura del tempo, dall’evento scatenante alle sue eco.
I due agenti controllano il tempo, e tuttavia la loro capacità di manipolazione su di esso è molto limitata, mentre le creature responsabili della scomparsa dei coniugi Jarden (quel “qualcosa” che giace al di là del continuum), assumono spessore e contorni inquietanti. Oltre che intelligenza meschina e lucida, manipolatrice.
Fantastica l’idea dell’innesco, un elemento che, usato in un dato momento e in un luogo preciso, può causare le fratture temporali da dove le creature manifestano la propria nefasta influenza, così come l’idea che, noi esseri umani, circondandoci di elementi appartenenti a epoche storiche diverse, in particolare oggetti antichi, favoriamo, in un certo qual modo, il crearsi di questi stessi fenomeni. Per la casa dei Jarden l’innesco è stata la filastrocca del Girotondo, anni prima, vecchia missione per Zaffiro e Acciaio, un diario di bordo posseduto dal Capitano di una nave causò il medesimo incidente, tanto che per i due si rivelò necessario affondare l’imbarcazione.
Infine, qualunque oggetto, materiale o immateriale, come un fatto storico narrato, se correttemente utilizzato, provoca effetti nel tessuto del reale, spesso causati dalla mera sovrapposizione di piani di realtà.
Complesso, eh? Ma, come vi avevo detto, il fascino è proprio questo.

Altre puntate QUI

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  • Quelli che tu rilevi come sostanziali punti di forza della serie, vengono spesso segnalati come difetti dai detrattori.
    Anche se i miei preferiti restano quelli che non mancano di farti notare che né lo zaffiro, né l’acciaio, sono elementi chimici.
    dal canto mio, credo che la serie funzioni perché lavora su due piani.
    Da una parte, molto semplicemente (si fa per dire) con l’atmosfera.
    Z&A sa essere maledettamente inquietante.
    Dall’altra, fornendo sempre spiegazioni parziali, riferimenti obliqui e storie narrate a metà (come quella della nave affondata), obbliga il pubblico a metterci del suo, a provare a rimettere insieme i pezzi del puzzle.
    In questo senso, se affrontata con lo spirito giusto, Z&A diventa estremamente coinvolgente.
    Anche se zaffiro e acciaio non sono elementi chimici.

    • Ma in realtà, che lo siano o no, elementi chimici, poco importa. Nella sigla, già di per sé enigmatica, si fa riferimento a elementi trans-uranici (che non verranno usati e pesi atomici, tra cui zaffiro e acciaio. È giusto, sbagliato? Che mi frega. La serie vale.
      E i detrattori non li capisco. ^^
      E sa essere maledettamente inquietante, proprio vero. Ed è una cosa che non ti aspetti…