Mai scritto tanto sul blog dopo averlo chiuso, in effetti.
La vita va sempre al contrario di come te l’aspetti, anche la non-vita di The Walking Dead. Siamo a un passo dalla conclusione, e a me piace mantenere le promesse (anzi, siccome mi piace recensire telefilm puntata dopo puntata, è altamente probabile che, finito TWD, passi a Game of Thrones, che al contrario di questo mi piace un botto), e così eccoci qua.
Mi piace anche dare meriti quando ci sono, pur non dimenticandomi dei difetti, che non riesco a liquidare con un semplice “era una puntata sottotono”. Sottotono un par di balle, visto che sono tre stagioni, a essere sottotono.
Ma…
Ma…
Ma… siamo di fronte a uno di quegli episodi ben fatti, almeno per quanto concerne la parte di storia più importante, lo snodo principale della trama. E, come tutti gli episodi ben fatti di TWD, da un lato piace, dall’altro lascia il rimpianto di ciò che la serie avrebbe potuto essere, se non si fosse persa dietro millemila parole bruciate sugli altari della retorica post-apocalittica.
Merle è sempre stato un personaggio cazzuto, tranne quando Michael Rooker ha recitato preda allo scazzo più totale, ho tutte le mie recensioni precedenti a dimostrare le mie parole.
Personaggio anomalo, coraggioso (dal punto di vista di chi l’ha inventato e portato avanti), che esordisce nella maniera meno banale possibile, prendendo a calci T-Dog. Mi spiego: è un bianco, razzista, redneck, mezzo delinquente. Stava lì, nella prima stagione, a testimoniare che TWD non era, almeno all’inizio, una serie banale, né voleva esserlo.
Poi è passato tanto tempo e tanta, tantissima retorica. E siamo arrivati qui. Merle è sempre interessante. Il motore in più di questa serie.
Dall’altra parte abbiamo Rick. Che manca di tutto, come Andrea, uno dei personaggi più manipolati dell”intero cast, perché si comporti in maniera strumentale.
***
[Sì, contiene anticipazioni]
Ora, mi sforzo di non notare il dilettantismo della sceneggiatura. E non ci riesco.
Avevamo lasciato Rick, nella puntata 13, convintissimo che il Governatore non avesse la minima intenzione di rispettare i patti, pur se lui avesse assecondato la richiesta di consegnargli Michonne. Talmente convinto di ciò, che aveva mentito al gruppo, preparandoli al conflitto ineluttabile.
Forse, come al suo solito, ha passato una notte intera a pensare… il fatto è che non è possibile, due puntate dopo, vederlo tramare con Merle, Daryl e il Vet per rapire Michonne e consegnarla come un pacco postale.
Non. È. Possibile.
Intreccio, tra parentesi, che si capisce subito essere un’esca che non porterà a nulla, tranne che all’ennesima buffonata riguardante il rimorso, e i buoni sentimenti e bla bla bla, di Rick che comprende di non poterlo fare, di non poter consegnare Michonne al Governatore, che il mondo è ancora pieno di tante cose belle. Bravo, complimenti. Mej cojoni. Ma anche no.
Quindi inutile e dannoso stare a perdere tempo con Rick e con ciò che gli sceneggiatori, di volta in volta, vogliono che comunichi al pubblico.
D’altronde, è proprio dalle strane manovre di Rick che prende le mosse l’altra parte, quella buona, dell’episodio. Merle viene a patti con se stesso. In un esame di coscienza per una volta affidato solo all’azione e a poco ragionamento. Non spreca parole e fa quello che deve fare (anche se, dalle sue -poche- parole, veniamo finalmente a sapere che fa il Governatore con le donne -quali?- che è solito rapire -quando?-; le tortura per sfizio, il bastardo.)
Non sarà mai accettato dal gruppo.
Né da quello di Rick, come invece è riuscito a fare suo fratello.
Né da quello del Governatore, che è uno stronzo (raccontato, non mostrato).
***
Però, un uomo ha bisogno di uno scopo, di un ruolo, e parallelamente, non può cambiare la propria natura. Merle ha nel conflitto la propria ragione d’essere.
Un suo personale senso della giustizia e dell’onore, messo troppo spesso da parte per mera convenienza.
Rapisce Michonne da solo perché, di contro, vede Rick per quello che è: incapace di fare le cose che dice di voler fare.
Lui al contrario s’è sporcato le mani così tanto che certe cose, ormai, gli riescono facili.
Ed è proprio durante il tragitto che Merle matura, parlando con Michonne e liberandola, riflettendo su ciò che era la sua vita prima e dopo l’apocalisse, trovandosi, così sembra, fuori posto, nel mondo che verrà. Per cui decide di fare un tentativo che sa già essere pericoloso e definitivo, ma lo fa comunque: uccidere il Governatore.
Ecco, la parte che lo vede protagonista insieme a Michonne è ben scritta, ben recitata (Rooker, sei tornato!) ben girata, da ogni punto di vista, soprattutto da quello della scenografia.
Il panorama di desolazione, le strade sporche, le cittadine abbandonate, sono molto, molto valide.
Gli zombie sono coerenti con due fattori:
1) denutrizione (ammesso e non concesso che riescano ancora a assimilare ciò di cui si nutrono), quindi appaiono indeboliti
2) decomposizione, che per quanto rallentata, tiene conto del passare del tempo; quindi ci vengono presentati sempre più lividi e consumati.
***
Tutta la strategia usata da Merle per condurre gli zombie al luogo dell’incontro col Governatore è spettacolare. Fino all’agguato al Governatore.
Dove purtroppo risulta palese che il suddetto Governatore è intoccabile. Gli si spara addosso, e opportunamente tra lui e i proiettili si parano davanti zombie e inutili sgherri, ammazzati al posto suo.
In secondo luogo, non si capisce che forza abbia il Governatore. A occhio e croce dovrebbe, visto anche il suo passato da semplice impiegato d’ufficio, essere meno forte di Merle, ma a quanto pare, nello scontro fisico è capace di staccargli due dita con un morso (e lì penso a che cavolo di denti e di forza si deve avere per tranciare le dita a un essere umano) e a soggiogarlo con una sola mano. Ecchicazz’è, Nembo Kid?
Comunque, Merle andava sacrificato, cosa con la quale dissento totalmente, ma ne esce con stile, eccetto che nella parte appena citata, dove è chiaro che il Governatore deve vincere per forza, perché è cattivo, superforte, e perché deve girare un altro episodio, magari dev’essere ucciso da quell’inetto di Rick o da Michonne o dall’altrettanto inutile Andrea (che nel frattempo è rimasta legata alla sedia), per la solita legge del contrappasso.
Tirando le somme, se finora avevo tifato per il Governatore, dopo la raccomandazione divina di cui ha goduto in questo episodio, ce l’ho sulle palle come mai prima.
Confronto finale tra Merle e Daryl, in un attimo validissimo. Su questo però non vi anticipo nulla. Guardatevi l’episodio.
Non ci resta che aspettare la fine.
Episodi precedenti QUI
Bonus: le due canzoni ascoltate in questo episodio.