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[Vikings]: FLOKI

floki_vikingsÈ, insieme a Lagertha, il mio personaggio preferito della serie televisiva Vikings.
Interpretato da Gustaf Skarsgård, Floki, che contiene nel suo nome anche quello di Loki, il dio del caos, ci è presentato come un geniale navigatore/costruttore di navi, un guerriero che mostra eccessi di sadismo verso chi nega/rinnega i suoi amati dei, sempre sospettoso nei riguardi di chiunque, ma attento a proteggere Ragnar, cui è fedele nel modo più assoluto.

Ma chi era, davvero, Floki?

Innanzitutto, diciamo subito che un vichingo chiamato Floki è esistito davvero: Hrafna-Flóki Vilgerðarson, dove Vilgerðarson è il patronimico, mentre Floki è il nome col quale era comunemente conosciuto.

Le sue tracce risalgono al IX secolo d.C., si evincono dal Landnámabók (letteralmente: il libro degli insediamenti), un manoscritto che è, come da titolo, un elenco di tutti gli insediamenti islandesi tra il IX e il X sec.

Floki aveva udito, dai resoconti di altri esploratori, che a occidente ci fosse una ricca e fertile terra chiamata Garðarshólmi, e che fosse soprattutto disabitata.
Fu il primo normanno, quindi, a decidere di salpare verso l’Islanda, convinto di poterla colonizzare.

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Statua di Floki

Non se ne conoscono le ragioni, probabilmente a causa dell’instabilità politica della Norvegia, oppure perché Floki possedeva anche nella realtà una personalità dedita all’eccesso (in questo caso eccesso di fiducia), o semplice sconsideratezza, sta di fatto che la sua fu una vera e propria migrazione: infatti portò con sé tutti i suoi averi, le sue bestie (era allevatore) e la sua famiglia.
Salpò dalla Norvegia occidentale e fece scalo alle isole Shetland, dove perse una delle sue figlie, morta annegata, e di seguito alle isole Faroe, dove invece un’altra delle sue figlie si sposò.
Dalle Faroe, Floki portò con sé tre corvi (Odino, il padre degli Dei, era spesso raffigurato insieme a due corvi), che lo aiutassero a individuare, coi loro voli, l’ambita meta: l’Islanda. Proprio per questo motivo, da quel momento fu soprannominato Hrafna-Flóki (ossia, il Corvo).

Poco dopo aver lasciato le Faroe, Floki liberò i corvi perché gli mostrassero la via. Il primo corvo tornò indietro verso le isole, il secondo volteggiò in aria per tornare sulla barca, il terzo invece volò verso occidente e non fece ritorno. Floki dedusse così, in maniera abbastanza scellerata, che la terra dovesse essere vicina, e decise in tutta sicurezza, o cieca fiducia negli dei, di seguire il terzo corvo.

Il suo coraggio fu premiato dal dio Thor. Infatti, seguire il corvo fu la decisione giusta.

I normanni approdano in Islanda
I normanni approdano in Islanda

La spedizione toccò le coste della baia Reykjanes, non lontana da dove oggi sorge l’odierna Rejkjavik. Giunsero durante un inverno straordinariamente mite, tant’è che Floki e i suoi uomini si lanciarono in altre esplorazioni della grossa isola, fino a toccare Vatnsfjörður, una delle zone più selvagge, oggi parco naturale, e all’epoca quasi per intero coperta di ghiaccio. Colpito dalla potenza evocativa di questa terra incontaminata, Floki la battezzò Islanda (Iceland, terra del ghiaccio).
I mesi successivi, sempre piuttosto miti, trassero ancora in inganno i nuovi arrivati, il clima appariva clemente nonostante i ghiacciai, e adatto a fondare una comunità, ma con l’arrivare del nuovo inverno, la situazione precipitò: le bestie che Floki aveva portato con sé morirono, e i raccolti furono miseri.
Fino a che, sopravvissuto a quei terribili momenti e profondamente deluso dalla scoperta, Floki decise di tornare in Norvegia, dove a tutti disse che la nuova terra fosse in realtà assolutamente priva di valore.

Eppure, qualcosa in quel paesaggio aspro e selvaggio doveva averlo toccato perché, pochi anni dopo, Floki salpò di nuovo alla volta dell’Islanda, per stabilirvisi in via definitiva, fino alla morte, con la moglie Gró e i suoi due figli, Oddleifur e Þjóðgerður.

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