Underground

Un X-File sull’uguaglianza

Questo è un articolo che mi ero ripromesso di scrivere prima di mettere in pausa il blog, poi per altri motivi il progetto è deragliato, ma ho deciso di recuperare oggi, perché il fatto che sto per raccontarvi mi sta a cuore.

In breve, in occasione della nuova stagione di X-Files, Gillian Anderson, che aveva prestato il volto a Dana Scully in ben nove stagioni e almeno un paio di film, chiamata a reinterpretare l’agente dell’FBI, si è vista offrire la metà del compenso promesso invece al suo collega e partner di set, David Duchovny (Fox Mulder).

Ecco.

Episodio che, tra l’altro, per l’attrice è stato un deja-vu, dal momento che, nel 1993, quando venne scritturata per il ruolo di Dana Scully, si vide proporre la esatta metà del compenso di David.

E a chi le diceva, al tempo:

‘I can’t believe that happened, how did you feel about it, that is insane’

Lei rispondeva:

‘That was then, this is now.’

Riferendosi alla possibilità che, nel ’93, Dana Scully era stata pensata per essere solo la spalla di Fox Mulder, e che poi si sarebbe guadagnata, via via, maggior ruolo e spessore. Anderson specifica anche che, almeno all’inizio, ogni mossa sul set era intesa a questo fine, addirittura la costringevano a camminare un passo indietro rispetto a Duchovny.

Una spalla...
Una spalla…

‘That was then, this is now.’

E invece:

“And then it happened again! I don’t even know what to say about it”

È accaduto ancora. In uguale misura. Di denaro, di facciatosta e di non so cos’altro.
Non so nemmeno come definirla, una cosa del genere.
Perché, nel frattempo, dal ’93 al 2016 sono trascorsi più di vent’anni. E il contributo dato da Gillian Anderson alla serie è, be’, incalcolabile.

Sì, sto parlando da fan. Da quando, ragazzetto di diciassette anni, ho consumato dozzine di VHS vergini per registrare X-Files dalla TV.
X-Files è stato il telefilm che mi ha fatto diventare, per un’unica volta (ché non è più successo, non a quei livelli) fan.

Gillian AndersonAll’epoca, però, c’era una diversa sensibilità.
L’internet non era presente in tutte le case, le disparità tra i sessi non erano state ancora combattute, le notizie ci arrivavano col contagocce, tramite i telegiornali, i quotidiani e le riviste specializzate.
Nessuno, all’epoca, poteva sapere che Gillian Anderson prendeva la metà di David Duchovny.
Specie considerando che a tutti era stato fin troppo, chiaro, nonostante il passo indietro citato prima, che i due erano un tutt’uno, alla pari in tutto, importanza, carisma, scrittura.
Eccetto che nei soldi.

E io ero solo un ragazzino di diciassette anni. È vero, in altre epoche sarei stato un uomo, ma non nel ’93. Ero ancora un ragazzino, e forse questa notizia, all’epoca, mi avrebbe fatto solo scrollare le spalle.

Fa strano ammetterlo. Fa anche vergognare un po’.

Sì.

Oggi, invece, l’ho appresa con sdegno e sbalordimento.
I tempi cambiano, per fortuna.

Eccetto, follia, quando si tratta di stabilire un equo compenso per questa brava attrice.

La conclusione della storia è che Gillian Anderson è riuscita a farsi corrispondere la stessa cifra di Duchovny.
E, a giudicare dall’immagine qui sotto, quella del passo indietro è una soluzione rimasta nel secolo scorso.
Però, quanta ineleganza, per questo tentativo ridicolo e ingiusto.

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