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Lo stormo di corvi – Stephanie Inagaki

Leggendo di Stephanie Inagaki mi ha colpito un aneddoto che lei stessa ha raccontato in un’intervista, sul motivo della ricorrenza del corvo nella sua arte figurativa.
Vicino a una delle sue abitazioni passate, soleva radunarsi uno stormo.
I corvi se ne stavano appollaiati sui fili della luce, su qualche pensilina, a guardare i passanti dall’alto, come in galleria di un teatro naturale.
Inagaki ci passava di fronte a quell’assemblea ogni giorno, per andare a lavoro.

A volte erano loro a gracchiare, altre era lei a stimolarli.
I corvi sono il simbolo della morte. E la morte, rievocata anche dai fantasmi della tradizione popolare giapponese e dall’impiego coerente dello spazio negativo nei suoi lavori, forma un connubio armonico.

Inagaki produce principalmente disegni. Ma è anche scultrice. Ama lavorare il metallo in gigantesche composizioni. Solo che, oggi, sono pochissime le gallerie disposte – e attrezzate – a esporre opere enormi.

Così è il disegno a concentrare tutte le sue energie.

Personalmente, prediligo il tema dei corvi e della donna, che è lei quasi sempre lei stessa. Una serie infinita e costante di autoritratti, o di “riflessioni personali”.
Un dialogo col sé proficuo, profondo e, per certi versi, quasi asfittico.

Morte come pensiero costante può essere un’interpretazione? Forse.
E, in ogni caso, ogni artista ha le proprie ossessioni, ha il proprio dialogo. E le sue ragioni.

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LINK UTILE
il sito dell’artista

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