Underground

Una guerra a Taured

Il Large Hadron Collider.

Una galleria di 27 Km di circonferenza, 100 m di profondità.

Lungo quest’anello vengono fatti entrare in collisione gli adroni, per avere le conferme a supporto del Modello Standard.

Le fasi di sperimentazione in quest’acceleratore di particelle vanno avanti dal 2008.

E da allora è un florilegio di teorie del complotto.

Una in particolare, tra quelle che ricordo con maggiore affetto, voleva che l’LHC avrebbe creato un buco nero che avrebbe risucchiato istantaneamente la Terra e, poi, tutto il sistema solare.

Se così fosse stato, ce ne saremmo accorti? O saremmo passati istantaneamente a essere nulla?

Chissà.

Siamo ancora qui, quindi non deve aver avuto successo.

C’è però una seconda teoria, meno apocalittica ma di sicuro molto più affascinante, per chi come me è appassionato di ogni teoria del possibile, come quella dello slittamento dimensionale.

Le dimensioni parallele si basano su vari modelli. I miei preferiti sono due:

– quello delle pagine di un libro, ovvero le dimensioni – che esistono e coesistono tutte allo stesso tempo – sono come fogli di un volume infinito, e ripropongono infinite varianti della nostra realtà, ognuna distinta.

– e quello del multiverso a bolle. Il nostro universo conosciuto è una sfera (o bolla, per l’appunto), in espansione, ma non è l’unica. Fuori dei suoi confini, per ora sconosciuti, ce ne sono altre, uguali e allo stesso tempo distinte.

Differiscono a volte per dettagli infinitesimali, che so, una sfumatura del colore dei capelli del vostro sé su Terra 4, o macroscopici: la Germania ha vinto la Seconda Guerra Mondiale. E via dicendo.

Lo ricordo come se fosse ieri.

Le presidenziali americane: Clinton contro Trump.

Silvia va a dormire prima. Clinton era in vantaggio. Trump quella notte era un poveraccio che ci aveva provato, aveva pure riguadagnato terreno nei consensi, ma che avrebbe perso. Inesorabilmente.

Io resto un po’ a guardare le varie maratone in TV, così, perché non avevo sonno.

Lassù, poco oltre i confini, qualcuno al CERN attivava l’LHC per l’ennesimo esperimento…

L’indomani, ora di colazione, accendo la TV sul notiziario.

Trump ha vinto le elezioni, è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Clinton è stata umiliata.

E qua sta la teoria che più mi appassiona dal 2017 a oggi.

L’LHC non ha generato il buco nero che ci avrebbe divorato, ma ci ha fatto slittare.

Da una dimensione tutto sommato confortevole, in cui il progresso della scienza era inarrestabile, come l’ottimismo per aver superato quella brutta crisi del mercato immobiliare che aveva quasi annientato le economie dell’Occidente, a una in cui era stato appena eletto a uomo più potente del mondo un tizio color arancione, con una pettinatura indicibile, fattosi portatori di teorie e ideologie surrealiste, per quanto erano discordanti col senso comune.

E nessuno ci vedeva nulla di strano.

La realtà si era spostata, riadattandosi.

Da lì in poi sarebbe stato un susseguirsi di eventi sempre più catastrofici: incendi planetari, estinzioni di massa, catastrofi ambientali, elezioni che hanno portato al governo gente strana, ovunque, gente che fino a dieci anni prima non sarebbe stata considerata buona nemmeno per pulire le gabbie degli uccelli tropicali allo zoo, pandemie bibliche, valori morali oscillanti, riaccendersi di ideologie credute relegate a un passato di guerra…

Per cui, nonostante i fisici abbiano smentito categoricamente una simile eventualità, il pensiero consolatorio che ci sia stato un evento così grande, come uno spostamento dimensionale, che ci abbia tolto un poco di responsabilità dai guai in cui ci troviamo è… allettante.

Specie per gli appassionati di narrativa.

Dall’occhio nel cielo che puntava PK Dick a “non è colpa nostra, è stato il CERN”, il passo è brevissimo, con tutto il carico di fascinose eventualità.

E poi c’è la domanda.

– Ci saremmo davvero accorti di un passaggio dimensionale? E da cosa?**

Di sicuro la nostra memoria non è adatta allo scopo, quello di stabilire con assoluta certezza se sussista o meno una corruzione dei dati storici.

Le fonti ufficiali non sono utili, né la memoria nei vostri PC. Perché appartengono a questa realtà, non a quella d’origine. Quindi è inutile consultarli.

E per quanto riguarda la nostra memoria, è il mezzo più fallace di tutti. Considerato quanto sia volatile e suggestionabile.

Soffriamo dell’effetto Mandela, nonostante la Macchia Fredda* faccia titillare alcuni fisici***.

Che è quello di cui soffre anche Trump, convinto di ricordare folle di musulmani americani festanti dopo l’11 Settembre.

Cosa che non è mai avvenuta. Anche se lui ha dichiarato pubblicamente di averli visti coi suoi occhi.

L’effetto Mandela è quello che ci fa essere convinti che C3PO, il droide logorroico di Star Wars non abbia una gamba color argento, ad esempio.

O quello che ci fa essere convinti che Nelson Mandela (da cui il nome dell’effetto) sia morto in carcere, torturato.

Siamo in una realtà in cui gruppi di persone sono fermamente convinti che la Terra sia piatta, e che ci sia una qualche cospirazione che voglia impedire la presa d’atto di questa verità.

Che le pandemie non esistano.

Che siamo tutti schiavi. Sì, be’, in questo caso…

E che l’LHC sia il colpevole.

E se domani ci svegliassimo e scoprissimo che a Taured è scoppiata la guerra civile e che i profughi stanno cercando asilo in Francia, ci convinceremmo subito che è tutto normale.

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* il punto di contatto tra due bolle (universi).

** questo articolo è dedicato a No Gasole, opera ingiustamente ignorata di un mio stimato amico.

*** se volete leggere qualcosa di più tecnico sul perché la Macchia Fredda non può essere un punto di contatto tra due bolle

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