Tra i tanti gdr che ho provato nella mia adolescenza c’era Cyberpunk 2020, edito in Italia dalla Stratelibri, ispirato alle ambientazioni futuristico-decadenti dei romanzi di William Gibson.
Al di là dei cosiddetti cyberarti, braccia e gambe cibernetiche, da lasciare a metallo nudo o da ricoprire con verapelle, che conferivano al possessore forza e capacità sovrumane, l’altra cosa che mi affascinava era l’orologio subdermale, ovvero impiantato sotto la pelle.
Cifre dai colori brillanti che si affacciavano attraverso il tessuto direttamente sul polso del personaggio, o dovunque tu avessi voluto impiantarlo…
Ecco, non siamo ancora a quei livelli, intendo quelli degli impianti subdermali, ma quasi.
Un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University, in collaborazione con Microsoft, ha sviluppato lo Skinput, un apparecchio in grado di leggere le vibrazioni elastiche della nostra pelle causate, ad esempio, dal tocco di un nostro dito e di associarle alle funzioni del software incorporato. Questa caratteristica, unita ad un proiettore che spalma letteralmente sul nostro braccio l’interfaccia grafica, ci consente di usare parte della nostra pelle alla stregua di un touchscreen.
Vedere per credere.
Ora, siamo ancora di fronte ad un prototipo. E si vede. Applicazioni limitate, ma non troppo e apparentemente usare lo Skinput non è così comodo come possa sembrare. L’apparecchiatura risulta essere ingombrante. Però… Non vi sembra neanche vagamente interessante?
A me pare proprio di sì anche se non so se gradirei vedere un film o la mia serie preferita oppure leggere un ebook sul mio braccio…
Fonti:
Chris Harrison via GeekTyrant