Qualche giorno fa mi imbatto in un’immagine singolare intitolata: Yuri Gagarin Vs Darth Vader.
Realizzata alla maniera delle icone russe, una pala d’altare di qualche ucronia dimenticata nelle ceneri del regime sovietico, ho pensato.
Non ci ero andato molto lontano.
Quell’immagine era un mash-up, un vero dipinto “attualizzato”, contaminato dalla cultura pop, come si conviene all’era del consumo consapevole.
Non mi sono fermato lì, ho approfondito la vicenda, e ho trovato la mia ucronia.
Che tale non è, ma che lo sembra davvero.
Vengo così a conoscenza di un luogo chiamato Palekh, nella regione di Ivanovo, da cui provengono due artisti, Kaleria e Boris Kukuliev.
Entrambi insigniti di alte onoreficenze artistiche nella RSFSR.
Per intenderci: Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.
Quella che amavamo colorare di rosso sulle cartine geografiche. Immensa. E cattiva, lo sappiamo.
Talmente cattiva rispetto alle ali della libertà ammerigane che la guardavamo con paura e sospetto, ma sempre in modo colpevolmente superficiale.
Ed ecco che, oggi, quando ci si addentra in quella parte di storia, a mio avviso la più affascinante, moderna, si scopre una realtà talmente aliena, eppure simile alla nostra, che la sensazione di straniamento diventa soverchiante.
Boris fu insignito anche dell’ordine di Lenin.
A questi due si aggiunge un terzo, Oleg An, il più giovane del trio, proveniente da quel nido d’arte squisitamente sovietica che era il già citato villaggio di Palekh.
Loro opere sono queste meravigliose miniatura avente come tema sì la storia sovietica, a partire da quell’Ottobre Rosso che sancì la nascita di un nuovo universo, ma anche una proiezione di fierezza e valori, mitizzati e trasfigurati attraverso le gesta di personaggi celebri.
Ed ecco Yuri Gagarin, primo uomo a lasciare i ristretti confini della nostra Terra.
Gagarin reinterpretato da questi artisti, che diventa leggenda, epica, al pari dei grandi eroi omerici. Con la differenza che lui era presente e vivo, partecipe delle sorti della Rodina.
Oltre che la bellezza, queste miniature sono testimonianza di un mondo altro, di altra sensibilità, di valori simili ai nostri, ma in qualche modo differenti, come diversa era la loro percezione della storia e del mondo.
L’idea di trovarsi in qualità di viaggiatori in una dimensione dove le cose sono andate diversamente è fortissima ogni minuto in più dedicato alla visione di queste opere spettacolari.
Ed ecco la versione originale della miniatura da cui tutto è partito: Fighting for Motherland.