In queste settimane ho iniziato di nuovo, dopo lunga e beata astinenza, a guardare la televisione. Segno dei tempi. Non guardo tutto, evito volentieri i salotti bene e le infornate di minchiate pseudo-moraliste sparate a tutte le ore, ma qualche film mi capita ancora di vederlo. Più che altro per:
a) bestemmiare per i tagli da Indice medievale riservati a taluni prodotti da sempre inspiegabilmente giudicati come offensivi e/o perturbanti
b) bestemmiare per la leggerezza con la quale, al contrario, vengono trasmessi altri prodotti, stavolta davvero perturbanti, a orari per bambini. Non tanto perché sia convinto che tali contenuti danneggino davvero i bambini, quanto per l’ipocrisia di fondo che spinge a censurare ciò che fa più comodo
c) bestemmiare per le interruzioni pubblicitarie che giungono non solo nel mezzo delle scene, ma talvolta nel mezzo dei dialoghi
d) bestemmiare per la pessima qualità dell’adattamento italiano e, di conseguenza, del doppiaggio. Perché l’epoca d’oro dei Doppiatori Italiani è bella e finita da un pezzo e, ormai, si vive di gloria e ci si veste di ori antichi (e altrui). Proprio come Serse. E perché, di solito, guardo i film in dvd e in lingua originale.
In buona sostanza: la tv fa di me un bestemmiatore. Danna la mia anima e mi catapulterà insieme a essa nell’inferno dei telespettatori passivi. Che poi è, per ciò che mi riguarda, la giusta punizione per me e per tutti quelli come me.
Io e questo misero blog, pur sbraitando ogni tanto, non possiamo fare molto di più che protestare, se restiamo soli.
Domani sera, lo so già, guarderò la tv.
Perché va in onda 300 di Zack Snyder. E voglio farmi del male.
Be’, lo sapete meglio di me quale impresa è diventata, guardare un film alla tv.
Non sono [non ancora, ndr], un veggente. Non ho idea di come sarà trattato questo film. Se col dovuto rispetto o se, piuttosto, ci daranno sotto con la cesoia.
Unico aspetto positivo, perché ce ne deve essere almeno uno, è che mi si dà occasione di parlarne.
Ho scoperto, infatti, che la rete, o almeno una parte, ama questo genere di articoli. E li odia anche. Emily Rose insegna…
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Solo il film
Un film di questo tipo, sull’episodio di Leonida, dei trecento spartani (3.000, 30.000 o 90.000 non conta poi molto, non qui) e delle Termopili, spinge a instaurare paragoni con la Storia, in primis, e antipatiche discussioni politico-razziste in secondo piano. Queste ultime, se proprio ci tenete a saperlo, le giudico del tutto avulse dal contesto, sia storico, sia cinematografico, nel caso specifico. Le avrei capite se il film avesse avuto aspirazioni storiografiche, ma non è così.
È sufficiente andare a pescare i vecchi articoli ancora online del 2006 relativi a “300” per rendersi conto di quanto velocemente la disamina del film sia sfuggita di mano all’autore della stessa per finire catapultata, alla velocità di due, tre commenti al massimo, in una palude di luoghi comuni misti a stronzate politically correct.
Ancora una volta, è mia intenzione parlare solo del film. Solo di quello. Per cui, risparmiatevi le hate mail, se potete.
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L’Ayatollah del Rock & Roll
Rodrigo Santoro è l’attore che interpreta Serse. Su di lui si è scritto di tutto. Pure io, a suo tempo, lo trovai vestito come una puttana, ingioiellato come una rock star e un tantino effeminato. Ovvero un po’ eccessivo in tutto, per essere il Re dei Re. Più che l’Imperatore dei Persiani (passatemi il termine, ndr), o il sovrano delle Cento e Più Nazioni, pare l’Ayatollah del Rock & Roll, sullo stile di Mario Van Peebles in “Gunny”, se lo ricordate.
Un Serse ridicolo, manichino, alla testa di un esercito di freaks contro le statue greche con addominali scolpiti. Trecento discoboli con le tartarughe sulla pancia, statiche e dinamiche allo stesso tempo. Invincibili.
L’unica cosa che non è stata ancora detta è che Rodrigo/Serse è, suo malgrado, l’unità di misura con la quale considerare questo film.
È alto, infatti, appena 187 centimetri. Oddio, non è un nano, ma non è neppure un gigante. Un metro e ottantasette centimetri, uno in meno rispetto a Gerard Butler/Leonida che di centimetri ne conta 188.
Ricordate quanto è più alto Serse rispetto al Re di Sparta? Uhm, circa un metro o giù di lì.
Bene. Allora forse è giusto considerare questo film per quello che davvero è: un fumettone riversato su pellicola, concepito non per dichiarare guerra a chicchessia, ma per far godere lo spettatore solo mostrandosi. A causa, ritengo, del solito vecchio adagio che recita più o meno così: se c’è la tecnologia, perché non usarla?
In questo caso particolare, il risultato di tale utilizzo è più che soddisfacente.
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Gettoni d’Oro
“300”, tratto dalle matite di Frank Miller. E persino il modo di combattere della falange greca è stato alterato, anzi soppiantato in toto, per renderlo maggiormente spettacolare e usufruibile alle sale colme di popcorn puzzolente di olio riciclato e di snack al cioccolato ripieno di nocciole.
Bello da vedere, tanto quanto noioso, deve essere stato, da girare, tra schermi blu al 90% contro un 10 di schermi verdi, perché sul blu dei fondali il cremisi dei mantelli spartani risaltava meglio.
Ho detto bello, non già bellissimo, perché lo spettacolo si basa essenzialmente sulle scene di lotta, sui dettagli degli elmi, degli scudi sbreccati, delle lance che infilzano e delle spade che affettano, e su un paio di frasi fighe del re Leonida. Il suo “Questa è Sparta!!!”, detto con le labbra storte alla maniera di Sly e col calcione sullo sterno dell’ambasciatore persiano, ormai, è storia del ventunesimo secolo.
Il resto è un’insostenibile solfa sulla libertà degli uomini liberi , bla bla bla, che scelgono di andarsi a suicidare, bla bla bla, in trecento contro un trilione di soldati, bla bla bla, perché vittime, esattamente come oggi, di cattiva religione e di uomini corrotti. Idealisti contro gettoni d’oro & montepremi. Questa mi sembra di averla già sentita…
Se togliete questo e l’insopportabile Regina Gorgo che, nonostante sia Lena Headey, che è bella e attraente oltre ogni limite, è davvero insopportabile in ogni sua azione e in tutto ciò che dice, resta un baraccone d’intrattenimento ultra-tecnologico di scontri che comprendono proprio tutto, persino i rinoceronti e gli elefanti, che sembra di essere finiti per sbaglio ne Il Signore degli Anelli, e anche le bombe a mano gettate da maghi incappucciati. Come rinunciarvi?
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Orgia
E, in effetti, non è tanto Leonida e i suoi ben rasati spartani [rasati contro le usanze spartane, ndr] tutti in ghingheri, la vera attrazione. Non quando si assiste a deliri tipo il dolore del padre capitano, il quale, dopo aver assassinato centinaia di uomini tutto il giorno, vede cadere il figlio, decapitato, e scopre solo allora tutto l’orrore [ipocrita] della morte.
Questo sì, un tantino fastidioso. Soprattutto perché si è giocato tutto sul fatto che, avendo scelto di rappresentare i persiani come mostri, l’unica morte percepibile è quella della bellezza. Quella degli spartani buoni & giusti.
Ma, al di là dei finti muscoli, è proprio la galleria dei brutti l’aspetto più accattivante del film.
A cominciare dal gobbo Efialte. Brutto fuori e bruttissimo anche dentro, traditore e vendicativo. Finalmente! Per continuare con gli Efori, lebbrosi, sodomiti e incestuosi, che però hanno il buon senso o la perversione di rivolgersi a oracoli che sono strafighe e che si muovono come fossero sott’acqua. Per concludere con tutti i giganti alla Silent Hill che fanno bella mostra di sé tra i ranghi dei Persiani: non plus ultra, il ciccione con le braccia con asce incorporate pronte per la decapitazione. La corte di Serse, poi, un’orgia interminabile, tra concubine a altre amenità assortite e decorata in oro e bracieri ardenti di erbe profumate, è solo la giusta e necessaria cornice. Un po’ come il baldacchino a tre piani sul quale il Re dei Re, alto tre metri e mezzo e pieno di piercing, si fa portare. Uno sfarzo opulento e computerizzato che trasuda puro e semplice esibizionismo del possibile.
Di fronte a tale palcoscenico, il discorsetto dello spartano guercio a Platea per incitare le truppe, quella robetta riscaldata sui pochi che hanno combattuto contro molti, be’, c’era arrivato persino Schwarzenegger nel 1982 pregando Crom, con maggiore sobrietà, nonostante l’elmo cornuto, e senza suscitare tutte ‘ste polemiche di rimando. Ma chi volete che si impressioni?
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