Underground

Tra Dieci Anni

Certe volte sono un grandissimo stronzo. Certe volte, badate bene. Ovvero stronzo part-time. Perché, ci pensavo ieri sera, adesso non ho alcun tipo di problema, tranne la batteria della Peugeot a terra (già sostituita) e una multa ereditata da mio padre, che ho pagato stamattina.
Nonostante non faccia la vita dell’avventuriero ho una salute di ferro e, a trentacinque anni, ho ancora tutti i capelli in testa, e a poterlo dire siamo rimasti in pochi, tra i blogger fighi.
Per cui, perché mi sento giù? E la risposta m’è arrivata poco fa. Perché, negli ultimi dieci anni non ho fatto altro che combattere. E adesso che ho vinto, e mi sento a posto, soddisfatto, sicuro del mio avvenire per i prossimi dieci anni almeno, mi manca, per paradosso, proprio quella sensazione di incertezza.
Impossibile capire, o forse no. E in ogni caso non mi aspetto che lo facciate.
Questa idea è un meme (potenziale, ma già in atto) di Davide. Il futuro che ci spaventa, che ci fa arrovellare, che ci rilassa o ci tedia. Non ne ho idea. Sempre in questi giorni, mi sono accorto che è una cosa che non ho mai fatto, pensare al futuro. Forse perché, per le ragioni di cui sopra, non me lo sono mai potuto permettere.
Concentrato sull’istante per dieci anni. Dovete ammettere che è dura pensare in lungo termine, a questo punto. Ma dovrebbe essere, per lo meno, naturale.
E allora, dove sarò tra dieci anni? Dato che, presumibilmente, la Pandemia Gialla non sarà mai avvenuta e i Maya hanno semplicemente smesso di dedicarsi al calendario perché si erano rotti i coglioni?
Ecco, credo che…

…nel 2022 sarò diventato

Scrittore indipendente

Il che implica l’autoproduzione e il mercato digitale, due cose che, nonostante gli annusatori della carta e tutte le loro puttanate pseudo-social-chic, sono destinate a sopraffare i dinosauri e i nostalgici, due categorie che occludono lo sfintere del mondo.
Mi dicono tutti, anche i più rompicoglioni, che ho stoffa, nonostante sia (questo lo credono loro) un anarchico della parola scritta e del metodo.
E quindi tra dieci anni potrei davvero avercela fatta. Credo però che la svolta fondamentale per ottenere questo traguardo sia scrivere in inglese, perché la lingua italiana, mi duole dirlo perché la amo, non serve allo scopo.
Potrei lasciare, quindi, l’italiano e gli italiani al loro destino di autoreferenzialità masochista e approdare all’estero, tramite una semplice connessione internet.
Seconda condicio sine qua non è che la devo smettere di cazzeggiare e mettermi a scrivere sul serio, come fanno gli scrittori veri: venti pagine al giorno, tutti i giorni, accompagnate da tanta buona musica. Senza musica non c’è scrittura.

Piccolo Imprenditore

Scelta azzardata, perché implica un ingente investimento economico che non so ancora se sono disposto a fare. L’idea è trovarsi un posto tranquillo e creare un agriturismo, ma andrebbe bene anche un attività marittima di noleggio barche. Perché, nonostante non ne scriva mai, io ci sono cresciuto, al mare.
Ospitare gente, e nel frattempo dedicarmi a ciò che mi piace di più: scrivere. Ma non solo, magari riprendo in mano i pennelli lasciati nel cassetto una quindicina d’anni fa, sì perché un tempo dipingevo e pure bene (liberi di crederci o no) a olio e acquerello, dono da parte di papà che, udite udite, non mi ha mai insegnato nulla. Quando ci provava ci scornavamo.
In questo scenario, l’ideale sarebbe avere una compagna che gestisca gli ospiti. Perché sono anche un fottuto misantropo, in certi momenti, e con la gente non ci so fare, figurarsi coi clienti e le loro fisime.

Impiegato statale

Ecco, ce l’hanno fatta. Non ho avuto il coraggio di tentare la mia strada e sono stato ingabbiato in una vita di stenti. Nulla contro gli impiegati statali, eccetto quando non fanno il loro lavoro, e lo sappiamo che cosa vuol dire. Solo che per me, questa prospettiva è la peggiore.
Probabilmente non raggiungerò mai la pensione, e tirerò avanti decenni col fisico che avvizzisce, un matrimonio che sta su attaccato con lo sputo, e una figlia adolescente che mi causa un sacco di guai, e magari un’altra che mi ama.
Eh già, il futuro in questo caso, non potrebbe essere più nero. Anche perché è stata tutta colpa mia. Ma dopo solo dieci anni e la salute che barcolla, e quel senso di sicurezza (?) dato dalla pagnotta assicurata, magari ancora spero, a 45 anni, di riuscire a evadere.

Piccolo Imprenditore (parte II)

Con un paio di amici ho messo su un’azienda di consulenze ambientali. Loro sono ingegneri, io ho sempre avuto a che fare con le Lettere, il che significa gestione delle risorse umane e public relations (l’azienda è mia e mi attribuisco la qualifica che voglio io). E funziona, perché quando si tratta di dire alla gente ciò che vuole sentirsi dire, sono un Maestro Sith. È un’arte oscura, la mia, e infatti diventerei ricco, perché nella zona in cui vivo le consulenze ambientali sono proprio ciò di cui c’è bisogno, e i miei due soci sono tipi in gamba che conoscono il mestiere e hanno capitale e i contatti giusti, ma nel frattempo avrei venduto l’anima, un po’ come l’Avvocato del Diavolo.
Nel frattempo, ho conseguito la mia seconda laurea, in Legge. E quindi la trasformazione in essere inumano sarebbe completa.
Soldi a palate, sordidi patti col Lato Oscuro. Un matrimonio con un’arrampicatrice sociale, o magari no, solo il letto che si riempie della tipa di turno al weekend, e si vuota al lunedì. Niente figli. Non che io sappia.

Viaggiatore

Ho deciso di mandare tutto al diavolo e di sperperare tutti i soldi viaggiando, non viaggi di crociera, ma quelli di formazione, perché, anziché mettermi a scrivere, ho seguito, meglio vagheggiato l’idea romantica e sciocca dello scrittore che è tale pur non scrivendo un cazzo.
Per farlo, ho dovuto necessariamente affrontare e sconfiggere una grandissima paura, quella del viaggio stesso, di lasciarsi tutta la sicurezza alle spalle, di dormire sempre in un posto diverso.
Ho conosciuto gente in gamba, durante i miei spostamenti, ma sono sempre rimasto solo. Perché sono sempre misantropo, ricordate?
Alla fine ho acquisito un bagaglio di esperienze umane enorme. Ho letto tantissimo, su un e-reader, ma anche sui libri di carta, sgualciti, perché li tengo nello zaino. Ho vissuto, come diceva Neruda. Potrei essere il nuovo Miller, solo che le accuse di pornografia non tirano più come un tempo, sarei solo uno dei tanti, col solito diario di vita che non interessa più a nessuno, e tanti ricordi.

E alla fine, il bonus:

Blogger

Ho scritto un articolo, corredato di un video scemo, in cui magari reinterpreto qualche canzone di Avril Lavigne, qualcosa tipo Girlfriend, per il mio ennesimo eBook pandemico, articolo che mai avrei pensato di pubblicare, ma che è stato rubato, pubblicato e visualizzato quel qualcosa come un’ottantina di milioni volte. Nel frattempo sono stato sputtanato in tutto il mondo e dalla causa che ho intentato ho guadagnato quei quindici milioni di euro che mi hanno aperto le porte del possibile.
Sono diventato un blogger indipendente, e tanto famoso da riuscire a guadagnare col proprio sito scritto, ovviamente, in lingua inglese. E la vita diventa pure rilassante, se solo non fossi costretto a tenere quel dannato blog sempre aggiornato, sennò le visite e gli introiti e tutta l’illusione crollano in un soffio.

Ecco, concludo dicendo che ci credo davvero ad almeno un paio di questi scenari. Ringrazio ancora Davide per l’idea. Il futuro più bello resta ancora da scrivere. E ora, musica

Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 13 anni ago

    […] sul mio blog che ha avuto un’inaspettata eco mondiale (i famosi 80 milioni di hit citate da Germano). Ci siamo incontrati, per qualche motivo che francamente non riesco nemmeno a immaginare le solo […]

    • 13 anni ago

    domani se riesco metto il mio, ti auguro un grande 2022
    ma immagino che sarà così

      • 13 anni ago

      Ferru, ricambio! Tra dieci anni saremo i padroni dell’universo! 😀

    • 13 anni ago

    Io non ho più capelli, quindi non ho futuro! 😀

    Mi seduce il futuro in viaggio, ah se seduce! “Ogni volta che sento un grigio autunno nell’anima… prendere il mare!”, raccomandava Ismaele. Ancor di più l’essere scrittore senza aver scritto un avatar-di-Davide-Mana-su-questo-blog. Uno dei requisiti della leggenda.

    “E’ olimpico, sir!” (Moriarty a Holmes ne “La Lega degli Uomini Straordinari” graphic novel; il film non esiste)

      • 13 anni ago

      😀 Il viaggio seduce tutti, e poi terrorizza. E una volta che hai preso il mare, non si torna indietro. ^^

    • 13 anni ago

    Molto interessanti i tuoi futuri… non saprei cosa augurarti, ma sono certo ti costruirai quello che sarà meglio per te. Dell’inglese non si può proprio fare a meno in ogni caso.
    Per il resto mi è difficile commentare: io sono già avanti di quei 10 anni (anche di parecchio). Ormai viaggio guardando nello specchietto retrovisore…
    Se decidi per il settore ambientale parliamone. Il primo di aprile festeggio i miei primi trent’anni di lavoro nel settore.

      • 13 anni ago

      Grazie Hot. Ti tengo presente. E poi io penso, mai guardare indietro. Io non l’ho mai fatto, lo so che detto da me sembra assurdo, ma di ragioni ne ho avute, in questi dieci anni..
      😉

        • 13 anni ago

        Sì, non intendevo sindacare su quello. A livello personale, però, ho sempre ritenuto i bilanci un’arma a doppio taglio, non so se mi sono spiegato. Preferisco guardare a ciò che posso ancora fare, piuttosto che a quello che ho fatto. ^^

        • 13 anni ago

        Dimenticavo… i capelli, anche se sempre più grigi, li ho tutti. I denti seppur diradati son sempre affilati, però!

        • 13 anni ago

        Germano, sempre guardare avanti, su questo nessun dubbio…
        Volevo soltanto sottolineare che svoltata la boa dei cinquanta è il momento in cui si deve tirare le somme dei propri sogni (alcuni realizzati, altri abbandonati) e rendersi conto che il percorso ancora da compiere è inferiore a quello che ci è lasciato dietro. A quel punto guardare verso il futuro senza tenere conto del passato è da illusi e sprovveduti… quasi infantile.

    • 13 anni ago

    Tutti bei futuri, a parte quello da impiegato statale, una possibile fusione tra l’ultimo futuro e il futuro bonus?
    Una convergenza di linee temporali non sarebbe possibile?

      • 13 anni ago

      Un blogger viaggiatore? Sarebbe epico. Così tanto che non so se ci riuscirò. 😀

        • 13 anni ago

        Sì, so che esistono. E li ammiro. Solo che questa è davvero una scelta radicale. Anche se mitica. ^^

        • 13 anni ago

        Ne esiste uno che seguo da anni e che (a mio personalissimo parere) è molto bravo.
        Oggi il blog si chiama Asia Blog e il curatore, Alessio Fratticcioli, da anni viaggia per tutta l’Asia.

    • 13 anni ago

    @Davide: del tuo avatar non ci ho capito un caz*o 😀

      • 13 anni ago

      😀

    • 13 anni ago

    Mah, non mi sembri poi messo neanche male. Già avere la possibilità di fare tutte queste scelte non è niente male, comunque vada a finire ci avrai provato. Perché così preoccupato?

    cmq che tanto vale scrivere in inglese lo penso anch’io, solo che non so abbastanza bene l’inglese…

      • 13 anni ago

      Ma non sono preoccupato, infatti. O meglio, ogni tanto me lo devo ripetere, perché come dicevo all’inizio del post, a star tranquillo non ci sono abituato. 😉

    • 13 anni ago

    (nota: sì, è un meme)
    Gli scenari dicono parecchio di te al di là dell’essere più o meno divertenti. Così a naso potresti davvero diventare un imprenditore, di quelli che pensano fuori dagli schemi. Figure di cui c’è un gran bisogno data la piattezza mentale di gran parte della categoria.
    Tristezze a parte, l’inglese è un passaggio obbligato. Il Germano / Hell di oggi deve diventare il Germano / Hell distribuito worldwide per spiegare finalmente tutta la lunghezza delle sue ali.

      • 13 anni ago

      Grazie mille della fiducia, Angelo. Vuol dire molto, anche su questo piccolo blog. 😉
      La cosa che noto è che siamo tutti d’accordo circa l’inglese, ahimé.

    • 13 anni ago

    Interessanti! Hai qualche punto di tangenza anche con la mia versione del meme, che andrà in onda martedì se tutto va bene. 🙂

    La storia della lingua inglese mi sembra di averla già sentita, di recente… 😉 E forse sì, per monetizzare un minimo con la scrittura o con il blogging è la sola soluzione immaginabile, purtroppo. Dico purtroppo perché anche io sono molto legato alla nostra lingua… E vabbè. Del resto si cambia per sopravvivere, no?

    Ciao,
    Gianluca

    PS: No, Davide, io lo avevo pure detto a Hell in Base che il tuo avatar con questo nuovo set è veramente sconcio! XD

      • 13 anni ago

      Gianluca! Io t’immagino nel verde, abitante di una città leonardesca. 😀

        • 13 anni ago

        Sono un Maestro Sith. 😀

        • 13 anni ago

        Beh diciamo che hai quasi azzeccato uno dei 5 futuri possibili che traccerò martedì. 😉

        • 13 anni ago

        Sì, solo che la costruisci tu. O almeno ci collabori. 😀

        • 13 anni ago

        Tipo quella della mia altra realtà? LOL

    • 13 anni ago

    2 PS
    a . anch’io ho tutti i capelli.
    b . sono solo io a vedere un che di osceno nel mio avatar?

      • 13 anni ago

      Davide, consideralo come beneaugurante, come le statutette di Priapo. 😀

    • 13 anni ago

    La musica è epica. E vabbè.
    Alla fine quasi tutti gli scenari (escluso uno) mi sembrano interessanti. Il mio preferito è il penultimo, non saprei neanche dirti il motivo preciso. Ma immaginarti in giro per il mondo (e mi raccomando, il cane) mi piace molto…
    E il tuo inutile diario lo leggerei volentierissimo 😀

      • 13 anni ago

      Il cane potrebbe essere l’unico di cui accetterei la presenza. 😀 Così faccio il remake di A Man and His Dog. E poi il viaggio è vita… o così mi sembra di aver sentito dire.
      Magari con gli hot-spot wifi ogni tanto ci sentiamo pure, Lucy. 😉

        • 13 anni ago

        No, no, sei una delle poche persone che mi dispiacerebbe non sentire più. Ne morirei. 😉

        • 13 anni ago

        Quello è obbligatorio, altrimenti ti vengo a cercare in capo al mondo 😀

    • 13 anni ago

    Come dici tu, purtroppo, riguardo alla scrittura non c’è nulla da fare: si deve abbandonare la nostra terra, se speriamo di camparci con le parole. Purtroppo davvero.

      • 13 anni ago

      Eh, l’italiano è la lingua più bella del mondo. Peccato per gli italiani. 😉

    • 13 anni ago

    Bellissimo post che, come vedrai fra 7 giorni, ha alcuni punti di tangenza con la mia versione di questo meme.
    Scrittore, ecco, quello no. Non mi vedo proprio a fare “lo Scrittore” con la maiuscola, semplicemente per il fatto che è un campo che non paga.
    Dici bene tu: semmai sarà possibile farlo se ricominceremo a scrivere in inglese.
    Riguardo agli altri “what if” germaniani, beh, come piccolo imprenditore (II) non ti ci vedo proprio. E’ anche vero che ho già visto alcuni sognatori intraprendenti come te trasformarsi in avvocati/notai/amministratori delegati, buttando ai rovi tutto il resto.
    Dei sei what if è quello che non ti auguro. Guarda, piuttosto l’impegato statale, che almeno starai qua a cazzeggiare sui blog con noi 🙂

    PS: anch’io ho tutti i capelli, mi danno pure un po’ fastidio.

      • 13 anni ago

      ahahahah 😀
      So già anche quali sono i punti di tangenza, ti conosco. Sono quelle affinità che, dopo tutto, ci fanno andare d’accordo.
      Mah, invece, la trasformazione in American Psycho, con Mastercard, American Express e via dicendo, ma senza istinti omicidi, ovviamente, mi piacerebbe. Il lusso magari mi si addice.
      Però, il guaio è che sono un sognatore, dici bene.
      Che palle. 😀

    • 13 anni ago

    Gran bei futuri, tutto considerato.
    Salvo forse il posto statale, che sa un po’ di vicolo cieco esperienziale.
    Mi piace l’idea del viaggiare, ma anche le tue proiezioni imprenditoriali sono toste – se metti in piedi qualcosa a sfondo ambientale, chiamami, che è il mio ramo, e le public relations te le lascio volentieri 😀

    Io credo sia un esercizio importante, questo di immaginarci… di immaginare noi stessi nel futuro.
    Perché è una capacità, un utile attrezzo per la sopravvivenza.
    Non importa cosa capiterà, noi sapremo immaginarci il seguito, e lavoreremo per concretizzarlo.
    Chi non ci riesce… ci penso ogni volta che leggo quelle storie dei suicidi per crisi, tutte le volte che intervistano qualcuno che è scomparso fra le crepe del marciapiede…
    Credo sia una bella palestra di salute mentale, immaginare il futuro.

    Grazie per il bel post.

      • 13 anni ago

      Lo credo anch’io, infatti contrariamente a quanto mi aspettassi, scrivere questo sproloquio mi ha persino rilassato:
      Gran bella cosa, immaginare il futuro, dopo tutto. 😀

      Grazie a te, e ovviamente ti tengo presente per l’azienda. Dico sul serio. 😉