Ok, siamo di fronte alla pietra miliare.
Di comicità.
Prima di continuare, devo dire che questo pezzo l’ho scritto con la complicità di Lucia, Erica e Silvia, con le quali è un piacere, su facebook, spernacchiare (perché ormai si può fare solo quello) questo telefilm.
Un episodio, il quinto della quinta stagione di The Walking Dead, dai tempi comici perfetti e dalla recitazione così convincente, che onestamente fa sembrare uno spreco tutto il resto, ammantato di quella pretesa di serietà e drammaticità che… non ha mai convinto nessuno.
Self Help è la pietra di paragone che mostra infine le reali (in)capacità degli artefici complici di questa serie.
Si sperava di far di nuovo visita a Beth e Carol nell’ospedale dei pazzi in quel di Atlanta, ma no, ci devono infliggere per forza i destini di Obelix, della spogliarellista che si finge soldatessa e dello scienziato Cha Cha Cha, che per l’occasione chiameremo col suo vero nome: Eugene.
Eugene che ha riacquistato prepotentemente un’identità, svelandosi per ciò che era chiaro a tutti che fosse: un coglione.
Col botto.
Certo, nella gara tra i coglioni, Rick, Eugene e Obelix, alla fine vince Obelix, doppiando gli altri due.
Solo un coglione totale, infatti, avrebbe potuto credere a uno come Eugene. Quindi, complimenti a Obelix, che dalla sua almeno riesce a sedurre la soldatessa, in virtù probabilmente dei suoi capelli stile mocio, più rossi di Anna dai capelli rossi.
Ma andiamo con ordine.
Il pulmino che trasporta i nostri verso Washington DC, verso la cura all’epidemia, si ribalta.
Oviamente si ribalta subito dopo aver sorpassato un gruppetto di poveri zombie, per la legge della casualità intenzionale di TWD, che vuole gli zombie sempre nei pressi dei protagonisti, ma casualmente.
D’altronde, stiamo sempre parlando dell’esagono di Karameikos, infatti si scopre che il gruppetto ha persorso appena 25 Km.
Solo 25 Km li separano da Rick. Avvertiamo un po’ di nostalgia e anche il terrore che decidano di tornare indietro e riiunirsi. Ma non accade.
Allora, con una Maggie scazzatissima, che pare stia andando a fare shopping sotto xanax, i nostri si liberano degli zombie e vanno avanti, perché Obelix vuole andare avanti e fa il bullo. Specie con Glenn, che con Glenn so bravi tutti, a fa’ i bulli.
A questo punto, gaudio della tecnica cinematografica, la nebbiolina (cit. Lucia) che fa da cornice ci mostra uno dei flashback più inutili della storia della televisione: il passato di Obelix.
Di cui non ce ne frega nulla.
La logorrea continua a diffondersi, tant’è che gli sceMeggiatori sono costretti a inventarsi della pause, tipo gomme bucate, motori in panne, per fare in modo che i personaggi si siedano comodi e si mettano a ciarlare del più e del meno, e stavolta anche della parabola di Sansone, per bocca di Maggie (vabbé, sopprimetela).
Ma ecco che inizia lo Eugene show.
Eugene ha manomesso il pulmino, perché non vuole andare a Washington.
Eugene è un guardone, spia Obelix e la soldatessa che ingannano il tempo fornicando come ricci in biblioteca.
Eugene è un eroe, quando spappola gli zombie con l’idrante del camion dei pompieri.
Che ok, ci potrebbe anche stare, dato che gli zombie sono talmente decomposti che li tagli con un grissino, ma… addirittura spezzare i crani?
E nnamo, su con le stronzate. Dai.
Ma Eugene è anche, soprattutto, un bugiardo.
Nella scena epica in cui il pupazzo gnappo (cit. Erica) corre a due all’ora, inseguito da tre zombie. ahahahahahahhahahahaha
No, vabbé, le immagini parlano da sole, inutile insistere.
Ora ditemi chi di voi avrebbe messo da parte l’intenzione di suicidarsi dopo aver visto un papero venire verso di voi inseguito da tre zombie dicendovi “Ho una missione!”.
E ditemi chi di voi avrebbe creduto alla cazzata della cura.
Come dite? Sì, quel coglione di Obelix, che tra l’altro è, credo, lo stesso che ha scritto “il mondo ha bisogno di Rick”, perché i coglioni vanno sempre in coppia.
E quindi, alla fine, c’è un po’ di disperazione per tutti:
Obelix non ha più una missione, e guarda il panorama con gli occhi melanconico-pucciosi.
Glenn si domanda se, per caso, non sarà il quarto, nella gara di cui sopra.
Maggie prende antidepressivi, li beve con l’acqua del cesso.
La soldatessa sta di sicuro pensando che gli uomini sono tutti uguali.
Eugene si deve riprendere dal diretto sferratogli da Obelix, ancora nel mondo dei sogni.
Tara si domanda con chi delle altre due provarci.
Capolavoro.