Scorci d’apocalisse – Ismail Inceoglu
Apocalisse e cultura pop sono i temi principali, i leit motiv di questo blog. Da sempre. L’idea personale è che, in futuro, dovesse.
Apocalisse e cultura pop sono i temi principali, i leit motiv di questo blog. Da sempre. L’idea personale è che, in futuro, dovesse.
C’è sempre, a proposito dell’arte, quel famoso interrogativo… In un lontano futuro, quando avremo perso le tracce della nostra civilizzazione e la futura.
E veniamo a uno dei miei prediletti, Mark Ryden. Esponente di quella Lowbrow Art, altrimenti detta Surrealismo Pop, che coniuga l’esigenza del libero.
Il lavoro di Ed Harrington è ciò che io definisco quintessenza della cultura pop e della pop art. La cultura pop è fatta.
Sapete quando, per quanto si cerchi, proprio non si trova nulla? Ecco, oggi è stato uno di quei giorni. Ho visualizzato decine e.
Questa particolare corrente artistica viene definita Found Objects Art. Letteralmente è l'”arte degli oggetti trovati”. Arte di recupero, insomma. Che consiste nel prende.
Ok, siamo all’orizzonte degli eventi per questo blog. Cultura pop e apocalisse sono i valori sui quali l’ho creato. Cosa che, evidentemente, sanno.
Ancora un californiano, Valin Mattheis, protagonista della nostra rubrica settimanale. La California è la nuova Mecca dell’arte? Sì, e non da adesso. Sono.
Simon Stålenhag, svedese. C’è qualcosa di estremamente poetico, nella sua visione del futuro. Sporco, decadente, usurato, ma non per forza distopico. Non c’è.
Ciò che noi occidentali fatichiamo a comprendere, a livello meramente concettuale, è che nell’Unione Sovietica non tutti erano schiavi e oppressi dal regime.
No, non si tratta di un errore. Bubug è il nickname, o nome d’arte, di Magdalena. Bubug è un’artista. Parla, attraverso i suoi.
James Ryman si definisce uno sci-fi fantasy artist. E tuttavia oggi mi preme mostrarvi una piccola porzione dei suoi lavori, dedicata agli zombie..
Di recente, sul Social Network, sono rimasto coinvolto in una discussione interessante (caso strano, nevvero?) sulla satira. Sull’identità della satira, sul suo fine.
Una pop-art che riecheggia Roy Lichtenstein da ogni tavola, ma non solo. Colori accesi, nessun chiaroscuro, e la potenza dei simboli. Un primo.
Riprendo, oggi, con estremo piacere, una rubrica scomparsa nei turbolenti mesi passati da questo blog, quella dell’arte. Segnalazioni artistiche a (mio) piacere, che.
Da qualche parte lessi che l’arte deve colpire l’immaginazione – non soltanto stimolarla – e, di conseguenza, indurre cambiamenti sociali. E che l’artista.
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