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Sette Mostri per Halloween – Anno III

Una bellissima zucca di Halloween ad opera di Ray Villafane
Una bellissima zucca di Halloween ad opera di Ray Villafane

Appuntamento ormai annuale di questo blog, festeggiare il prossimo 31 Ottobre con una carrellata di sette creature mitiche che, oltre a spaventarci, hanno il potere di rendere il mondo meno noioso.
I mostri nascevano dalla superstizione e dall’ignoranza, è vero, ma erano anche un tentativo razionale di fornire risposte che a quel tempo mancavano.
Ad esempio, nel caso della nascita di un figlio deforme, la colpa di sicuro era di un troll. Così come c’erano i demoni dietro alle tempeste più violente, e dietro i cespugli, di notte nei boschi, c’erano creature orribili dall’aspetto femmineo che ghermivano i viandanti che s’erano attardati lungo la via, lontani dalla luce del focolare domestico.
Oggi a tutto ciò diamo nomi meno evocativi, avendoli spiegati da tempo, questi fenomeni. Abbiamo sottratto loro la poesia.
Adoro il progresso, adoro internet, ma adoro anche il gremlin che s’annida nel cofano dell’auto e manda in tilt il motore. Fa parte del gioco.
Forse azzarderei a dire che abbiamo perso qualcosa, nel frattempo. Mentre in altri casi, ne abbiamo guadagnato, a livello di tolleranza: quando la conoscenza del problema supera l’odio della gente. Scoprirete infatti che alcune di queste leggende hanno un retrogusto amaro, fatto di incomprensione e violenza.

Eppure, sussiste, certe volte, quel miscuglio di incredulità e paura inebriante, che ci spinge quasi a desiderare che certe creature possano esistere sul serio, celate agli occhi degli esseri umani da antichi veti, che scelgono di mostrarsi solo a coloro tra noi che hanno commesso qualche fallo, sono in colpa, devono espiare, o talvolta solo per capriccio.
Un mondo buio pieno di occhi che ci scrutano di nascosto è una consapevolezza che mette i brividi. Ed è una bella cosa.

***

Il Munaciello
zona d’origine: il napoletano
manifestazione: un essere di bassa statura vestito come un monaco
potere: benevolo o malevolo, a seconda dei casi
debolezza: è uno spirito la cui esistenza è innaturale, quindi teoricamente è soggetto al potere degli oggetti sacri
livello di paura: variabile, a seconda di quanto troviate orribile l’idea di interagire con una creatura siffatta.

Le origini del Munaciello sono antichissime. Esistono due versioni particolarmente accreditate dal popolo: la prima, testimoniata anche da Matilde Serao, voleva il Munaciello essere un personaggio realmente esistito, un bambino piccolo e deforme nato da una relazione ostacolata dalle rispettive famiglie.
La madre, onde ottenere una grazia dal Padre Eterno, che in qualche modo guarisse il figlio dalla deformità, prese a vestire il bambino con un saio bianco e nero, come un monaco, un piccolo monaco, per l’appunto. La sua figura, si diceva che fosse macrocefalo, suscitava reazioni spesso aggressive nei suoi confronti da parte del popolino, che iniziò a riversare su di lui ogni sorta di superstizione. Dopo la sua scomparsa misteriosa (forse per un incidente o per omicidio su commissione), gli avvistamenti del Munaciello si moltiplicarono, fino a che ad esso non vennero man mano attribuite caratteristiche sovrannaturali e una vera e propria natura di entità spiritica benigna o maligna, a seconda dei casi.

L’altra leggenda, comune negli esiti, vuole che il Munaciello fosse invece un nano, antico gestore dei Pozzi d’Acqua, il quale riusciva a penetrare nelle case altrui passando attraverso i canali utilizzati per calare i secchi.

Oggi il Munaciello è uno spirito popolare che possiede similitudini con altrettanti spiritelli del meridione, come il Monachiccio o il Monacizzo. Le caratteristiche fondamentali sono la bassa statura, l’aspetto vagamente deforme e la natura ambivalente. Sembra che il Munaciello sia una creatura particolarmente attiva, che prenda a cuore la sorte di determinate persone per motivi ignoti, persone verso cui compie atti di benevolenza, arrivando a dispensare ricchezze, e che invece prenda in odio altre, facendo loro dispetti d’ogni sorta, nascondendo oggetti, rompendo piatti e stoviglie, soffocando i dormienti, mandandoli in rovina.

Il Folletto
zona d’origine: europa, creatura derivata probabilmente dai Lari, gli dei del focolare domestico
manifestazione: piccolo umanoide d’aspetto variabile a seconda della latitudine
potere: favori o dispetti
debolezza: pane e formaggio, bacche e/o cereali
livello di paura: immaginatelo che s’arrampica sulla vostra spalla e vi sussurra all’orecchio

Figura comunissima del folklore europeo, di solito assume nome diverso a seconda della regione; le caratteristiche peculiari possono variare dal possedere un cappello a punta, rosso, a una folta barba, a un aspetto rugoso ma completamente glabro. Tutte le versioni concordano però nel descrivere il folletto come una creatura suscettibile, che non ama farsi vedere, e che quindi trascorre le sue giornate invisibile, facendo pesare la propria presenza tramite una serie di azioni benevole o malevole, a seconda del comportamento dei padroni di casa, che lui spesso fraintende, non si sa quanto di proposito, reagendo di conseguenza.
Al folletto si attribuisce l’abilità di mandare i sogni sussurrando nelle orecchie dei dormienti, sogni la cui natura può essere malevola (in tal caso si parla di veri e propri incubi).
È territoriale, di solito associato al focolare domestico, da cui deriverebbe. In sostanza sarebbe la manifestazione terrena dei Lari, le divinità domestiche spesso associate ai parenti defunti.
Uno dei metodi più efficaci per scacciare un folletto e liberarsi di lui, essendo i simboli sacri del tutto inefficaci, è mettere sotto al letto o sul davanzale un piatto contenente bacche o cereali. Il folletto ne sarà irresistibilmente attratto e comincerà a contarle perdendo la cognizione del tempo, fino a che non sarò sorpreso dalla luce del giorno, scomparendo per sempre.

L’Anguana
zona d’origine: Italia del nord
manifestazione: figura femminile, giovane donna attraente o vecchia megera, di solito possiede un attributo non umano
potere: favorisce la pesca
debolezza: n.d.
livello di paura: la seduzione del male, uscite con una ragazza per scoprire che ha, al posto dei piedi, zampe di gallina

Spirito acquatico, affine alle ninfe e alle ondine. Si dice che le anguane dimorino presso i corsi d’acqua, e che si divertano a interagire coi viandanti e soprattutto coi pescatori. Particolarmente legate a questi ultimi, se trattate con rispetto possono persino favorire la pesca.
I viandanti vengono invece attirati quasi sempre da loro, che per l’occasione assumono l’aspetto di figure femminili attraenti, anche se sfuggenti. Incontri notturni che si concludono con una gran paura, ché esse scompaiono prima che le si possa vedere in volto, oppure tentano di sedurre i malcapitati, rivelando caratteristiche fisiche palesemente non umane: piedi di anatra, di capra, gambe squamate, o schiena “scavata” spesso riempita con alghe e terriccio. Pare che si nutrano della paura dei viventi, infatti raramente gli incontri con le anguane si concludono con la morte.

La Borda
zona d’origine: modenese
manifestazione: strega bendata, d’aspetto orribile, che arriva con la nebbia
potere: terrorizza i viandanti, ammazza i bambini
debolezza: è una strega, quindi anche lei è soggetta ai simboli sacri
livello di paura: la sentite? È lei, sta ridendo con voce chioccia, confusa nella nebbia e nel buio

Figura talmente diffusa che alla Borda sono state dedicate filastrocche terribili, tipo questa:

«Ninna nanna, la Borda
lega i bei bambini con una corda.
Con una corda e con una cordicella,
lega i bei bambini e poi li stringe,
con una corda e con un legaccio,
lega i bei bambini e poi li ammazza.»

che collegherebbe la figura della Borda all’ennesima creazione/spauracchio, simile in ciò al Babau e alla Marabbecca (vedi sotto), partorita dalle fervide menti dei sadici genitori per tenere i bambini chiusi in casa, lontani dai luoghi pericolosi, quali stagni e acquitrini, eletti ovviamente a habitat naturale dellè streghe che di essi si nutrono.
L’aspetto più inquietante di questa faccenda, al di là della paura che può indurre il pensiero di incontrare una vecchia oscena e bendata che vi punta l’indice contro e cerca di ghermirvi, è però costituito dalle filastrocche, i cui versi, soprattutto quelli descrittivi dei vari ammazzamenti, sembrano corrispondere a vere pratiche rituali messe in atto nei tempi antichi da alcune popolazioni di stirpe germanica.
Quindi la mammina che canta “lega i bei bambini e poi li stringe con una corda e un legaccio e poi li ammazza” sta in realtà esibendosi in una fine citazione di un antico e molto usato metodo di omicidio, per compiacere chissà quale divinità ctonia attraverso l’utilizzo di anime umane. Viva le mamme!

Il Troll
zona d’origine: scandinavia
manifestazione: gigante deforme, spesso multicefalo, o di dimensioni umane
potere: forza, appetito, invisibilità
debolezza: luce del sole
livello di paura: guardatelo, è lì, sotto quel ponticello, sta divorando una capra facendola a pezzi. Ah no, è una gamba…

Il mio preferito, sebbene a esso si associ ormai la variante dell’internet, quei troll in forma umana che traggono godimento dallo spargere zizzania.
I troll nordici, gli unici e veri, sono esseri grotteschi, d’aspetto e odore orripilanti e dalla forza sovrumana, che abitano nei boschi e nelle foreste all’estremo nord, dove il sole nei mesi invernali sta moltissimo sotto l’orizzonte, lasciando loro, allergici alla luce, grande spazio di manovra: per pisciare sugli alberi, ammazzare mucche e capre, assalire viandanti e cacciatori, rapire bambini. Tipiche cose da troll, insomma.
Anche i Troll hanno indole ambivalente, i troll giganti sono di solito maligni, capaci di uccidere un uomo senza ragione, quelli di dimensioni ridotte invece sono benevoli, ma fanno comunque paura.
Dimorano nelle caverne, talvolta rapiscono i bambini sani per sostituirli coi Changeling (vedi sotto). E solo dai bambini possono essere visti. Ciò spiega il fatto che i troll siano stati per secoli mostri che hanno popolato l’immaginario collettivo infantile, e le fiabe, e non siano mai stati ripresi né visti da esseri umani adulti, almeno da quelli sopravvissuti agli incontri.

La Marabbecca
zona d’origine: Sicilia
manifestazione: se ne sta laggiù, nell’acqua, al buio…
potere: mangia i bambini
debolezza: n.d.
livello di paura: elevato

Variante della Borda, di origine siciliana, creata con lo scopo di essere uno spauracchio legato ai pozzi e alle cisterne, luoghi ovviamente pericolosi.
I bambini sono stati terrorizzati per secoli, probabilmente vengono terrorizzati ancora oggi, dalla Marabbecca (e dalle sue varianti locali) che appare essere una creatura femminile d’aspetto mostruoso, associabile in qualche modo a una strega, ma con caratteristiche più animalesche, che dimora nei pozzi o nelle grandi cisterne, aspettando il malcapitato e sciocco bambino che, perduto l’equilibrio, cada finendo dritto tra le sue grinfie, per essere trascinato sott’acqua e divorato con comodo. Associata anche alla raffigurazione della paura d’annegare, mista alla claustrofobia.

Il Changeling
zona d’origine: Europa, paesi del nord
manifestazione: si presenta come un esatto duplicato di un essere umano, ma presenta handicap di varia natura
potere: è dotato di intelligenza finissima
debolezza: n.d.
livello di paura: ha gli occhi saggi. E cattivi.

Come detto sopra, il Changeling è un essere fatato, portato da un troll che, nottetempo, ha rapito il vostro bambino sostituendolo con questo.
Ma a volte i troll non c’entrano nulla, i Changeling sono una stirpe di demoni invidiosi della bellezza degli esseri umani, specie dei loro bambini, che di tanto in tanto rapiscono per costringere gli uomini a allevare i loro figli dotati di altissima intelligenza, ma orribilmente deformi.
La leggenda del Changeling nasconde quindi, come per il Munaciello, un vero orrore alle fondamenta, la paura della deformità dei nuovi nati in cui spesso si ravvisavano segni oggigiorno associabili all’autismo. La caratteristica della superiore intelligenza e della mancanza di emotività o di capacità sociale suona, oggi, terribilmente analoga a questa sfortunata condizione.
E i cosiddetti “mostri”, che venivano nascosti, chiuse nelle cantine, erano reali, frutto dell’oblio della ragione, sfumando il tutto in vera tragedia.

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