Serie Tv

Bones (2005) – stagione 1

Per me non è mai stato il mondo del cinema, ma le storie e i personaggi.
Le serie televisive, quelle buone almeno, spiccano rispetto a tutti gli altri prodotti con alla base storie & personaggi per due fattori fondamentali:

1) la durata – spesso quindici, venti volte superiore al breve intrattenimento offerto da un film, e la possibilità che essa dà di approfondire la conoscenza univoca di protagonisti interessanti.

e

2) la fotografia – che vuol comprendere, in un’accezione amplissima e non del tutto lecita, il fatto che ci siano luci e scenografie, colori e, soprattutto, volti espressivi che colmano la distanza empatica che, ad esempio, sussiste tra un lettore e un personaggio di carta del suo libro preferito.  L’immaginazione, a volte, ha bisogno di una mano.

E si diventa spettatori appassionati. Alcuni telefilm sono dozzinali, altri patetici, altri rimangono in mente, ma si concludono male, altri ancora sono solo dei cloni malriusciti, nati per sfruttare l’onda, mentre i migliori ti restano dentro perché, inconsapevolmente, ti ricordano esperienze che hai vissuto e volti di persone che hai conosciuto.
No. Per vivere NON faccio l’antropologo forense, se è questo che vi state chiedendo. Mi riferisco a tutt’altro tipo di poesia e pensieri. Quelli sottili che ti danzano sempre in testa, senza fermarsi mai. Sono sempre lì, nella testa, e alcune volte li vedi anche altrove. Fuori.
Questo telefilm lo stanno trasmettendo in questi giorni su Rete 4. In U.S.A. si sta per concludere la V stagione ed è sulla rampa di lancio la VI. Viviamo in un periodo in cui una serie è già un miracolo se arriva a metà della seconda stagione, ragion per cui, tanto di cappello. Anche se è piuttosto amaro constatare, come al solito, che, in barba alle major, per produrre e sopravvivere senza essere scaraventati nel limbo delle serie “che diventano niente”, è sufficiente avere il controllo dei soldi.
Se hai i soldi, e ne hai anche il controllo, hai un telefilm, altrimenti vale la legge della giungla del mercato, e amen.
Solo così, infatti, si può spiegare, al di là di meriti e demeriti che questo telefilm certamente ha, le ragioni del suo persistere anche rispetto ad altri di qualità superiore. Sono i suoi autori e i suoi attori che lo producono e, secondo me, questo fa la differenza.

***

Odio la Scientifica

Non sono un patito di telefilm sul crimine e non so fino a che punto può sconvolgervi sapere che no, non ho mai visto una sola puntata di C.S.I, dei suoi innumerevoli spin-off, né di tutti gli altri ibridi a base di omicidi e polizia scientifica e geniacci fighi che trovano il pelo nell’uovo e incastrano il genio criminale di turno. Non è il mio genere.
Bones nasce sì dalla penna di Kathy Reichs, antropologa forense, accademica e scrittrice, ma soprattutto per “tappare” un piccolo spiraglio lasciato scoperto dalle crime-series di cui sopra, ovvero quello dei morti in avanzato stato di decomposizione, dei quali, spesso, a parlare restano solo le ossa e poco più. Non da pure e nobili intenzioni, quindi. E il romantico che è in me si ribella nel sapere che trattasi di un progetto studiato a tavolino, con la precisa e palese intenzione di saturare uno spazio di mercato, con la segreta speranza di affossare tutti gli altri.
Lo so. I film, i libri e anche i telefilm nascono ormai con questo scopo e gli indipendenti innamorati dell’arte sono una razza in via d’estinzione.
Nessuno può odiarlo più di me questo telefilm. Se poi ci aggiungete che è schedato come crime/drama/mistery/romance, capite bene che non posso lasciargliela passare liscia, soprattutto per la volontà di pestare sul pedale del romance, neanche fossimo tutti adolescenti coi bollori…
Eppure, funziona. Mi piace. Mi piace persino il romance. E vi ho detto tutto. Potrei anche chiuderla qui, tanto ormai… Quest’articolo ha tutta l’aria di essere una resa incondizionata. Quasi. Non ho intenzione di cominciare con C.S.I, questo no.

***

Ossa

Oserei dire che “Bones” è un telefilm vecchio stampo. Le sue stagioni sono composte per lo più da episodi autoconclusivi senza neppure un accenno di filo conduttore comune, se non il misterioso passato della sua protagonista, la Dottoressa Temperance Brennan (Emily Deschanel), antropologa forense dell’Istituto Jeffersonian [immaginario, fa il verso al vero Smithsonian Institute] e scrittrice, soprannominata “Bones” [“ossa”, ndr] per ragioni più che ovvie, che ha perso entrambi i genitori in circostanze mai del tutto chiarite. Per il resto, si tratta di un cadavere decomposto  ad ogni nuovo episodio. E sulle ossa di turno si innesta, di volta in volta, la trama. A far compagnia alla Dottoressa abbiamo l’immancabile Agente dell’F.B.I, Seeley Booth (David Boreanaz) e il resto del team di scienziati che collabora con Brennan, Angela Montenegro (Michaela Conlin), artista addetta alla ricostruzione dei lineamenti delle vittime, Jack Hodgins (T.J. Thyne), entomologo, esperto di insetti & terra e Zack Addy (Eric Millegan), dottorando e allievo di Brennan, nonché prototipo di geek/nerd. Non posso proprio dirvi di più, a parte quanto Brennan si renda adorabile quando definisce il sesso “un mero bisogno antropologico” fingendo un distacco tipico del genio insensibile, o quanto sia spettacolare la puntata che getta qualche luce in più sulla sua famiglia scomparsa, tutta il contrario di come la si possa immaginare e perciò ancora più intrigante al fine di creare un personaggio femminile efficace sulle cui spalle è posto il peso della riuscita dell’intero telefilm.

***

La Danza degli Scheletri

Niente di eccezionale in fin dei conti, a parte qualche sporadica luce. Sono d’accordo. In più, non so se si possa evocare più di tanto l’effetto gore, o il presunto piacere che questo procura agli appassionati del genere [e io NON sono certo tra questi]. In alcuni episodi si abbonda di dettagli truculenti, ma… è il cosiddetto genere “sepolcrale”. Il fatto è che un teschio evoca, in taluni individui proto-romantici, riflessioni di stampo esistenzialista più che orrore e, in altri ancora, vero e proprio sense of humour. Humour nero, ovviamente. E allora si vedono queste ossa malridotte ed è come vedere archetipi e simboli, come il jolly roger sulle bandiere dei pirati. C’è già una distanza netta tra gli esseri umani e le ossa, quasi che queste, non assomigliando a noi altri, i viventi, che internamente, fossero distanti anni luce da un reale coinvolgimento emotivo.
Non potendo contare su questo tipo di effetto, l’attenzione di sceneggiatori e registi si è rivolta alla caratterizzazione dei protagonisti, lieve, ma costante e tale, pur con qualche errore nella gestione della continuity, da arricchire i rispettivi ritratti ad ogni nuovo inizio.
E se manca originalità anche in questi, nel senso che, grossomodo, anch’essi sono archetipi piuttosto comuni in questo tipo di storie; si va, infatti, dal genio che ha difficoltà affettive e incapacità a relazionarsi con esseri viventi (Brennan), al reduce del Kosovo [non più Vietnam] col passato oscuro che tenta di espiare orribili, ma giustificate, colpe (Booth), al teorico del complotto con tendenze anarchiche che discende da una famiglia che è la quintessenza del capitalismo (Hodgins); la minestra riscaldata che ha sempre quel sapore familiare, che sa di soluzione impossibile, di capacità impossibili, che ti fa capire che, se davvero esistessero personaggi così superiori e dotati, il crimine non esisterebbe più da un pezzo, nonostante tutto, dicevo, lo si guarda volentieri, perché è stato preparato, mescolato e presentato a dovere, senza ipocrisie e senza decorazioni superflue. E questo mio piacere può anche derivare dal fatto, non secondario, che sia ben recitato, doppiato e che contenga dialoghi ben scritti. E anche dal fatto che ci sia Emily, sorella di Zooey e che sia anche lei “proprietaria” di una bellezza aristocratica ed elegante; ma questo è solo un plus-valore.
Insomma, neppure il vostro odio per questo genere di telefilm è una valida giustificazione per non vederlo.
Alla fine dell’indagine può anche fregarmene, così come dei metodi investigativi, della furbata o intuizione finale che consegna il colpevole alla giustizia, dell’improbabile software tridimensionale usato per la ricostruzione delle vittime, purché continuino a darmi personaggi così ben fatti e interpretati. Stereotipi efficaci, che non deludono e che ti fanno desiderare di vederli ancora e ancora. Sono una vittima in questa storia, lo so. Una delle tante. Ma continua a piacermi. Come dicevo all’inizio: storie & personaggi. A volte è più che sufficiente.

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    • 14 anni ago

    Lei è pure vegana, eh? T’ho detto tutto. Pensace.
    😎

      • 14 anni ago

      Lo sapevo già. Il problema è che è vegana non solo la Deschanel, ma pure la Brennan! 😛

    • 14 anni ago

    Io la televisione non riesco a vederla con costanza. Però questo telefilm non mi dispiace, e quando mi capita lo vedo volentieri. E poi, la tipa è adorabile! XD
    ***
    CSI mi sta sui maroni, ma sui maroni, che davvero mi sta sui maroni! (ho forse già scritto che mi sta sui maroni?) Agenti della scientifica che fanno irruzioni nelle case armati (!?), vestiti Armani o CK come se fossero sempre in passerella, in stazioni poliziesche tecno-style con attrezzature che manco la Nasa ha mai visto, a raccogliere prove con i capelli lunghi fino alla vita, tuttologi onniscienti… E poi, devono sempre avere la battutina finale ad effetto. Ma che nervo!!!

      • 14 anni ago

      Quella degli agenti della scientifica che fanno irruzione è una delle forzature dichiarate di quel tipo di serie. Fu deciso che dovessero operare anche sul campo e non solo in laboratorio, altrimenti le storie sarebbero state pallose peggio di un documentario.
      A parte questo, condividendo con Izzy l’odio senza freni per CSI, NCIS e tutte le altre che hanno rotto, approvo anche la tua opinione sulla Dott.ssa Brennan che ormai sta per sostituire la mia musa aliena. E che forse non si era ancora capito che mi piace un casino… A parte che un po’ aliena lo è anche lei… Moglie e buoi dei paesi…

      😀

    • 14 anni ago

    Concordo.
    Non sono mai riuscito a vedere una puntata intera, per quanto lui mi stesse simpatico da Angel, qua dimostra (come ha fatto la Gellar altrove) che non era il suo. Il doppiaggio italiano poi aggiunge ulteriore rigidità a dei dialoghi terrificanti e due personaggi che sembrano inamidati fino al midollo.

      • 14 anni ago

      Vabbé, ma oramai l’avete capito, basta che vedo una tipa con gli occhi azzurri e parto per la tangente. 😀
      Eppure, in questo caso, Boreanaz lo trovo più simpatico rispetto a Angel. I dialoghi non sono così orribili, secondo me, anzi… anche se nel frattempo, avendo iniziato la II stagione, devo dire che si sono messi d’impegno per annichilire quel poco di buono che avevo ravvisato… Cose dell’altro mondo: mi hanno fatto diventare la Brennan una donna, non più un’automa tutta scienza, ossa & logica [leggasi “vulcaniana”, eheheheheh]… inaccettabile.

    • 14 anni ago

    Tradita non direi…
    È che sono uno che si distrae facilmente.

    😆

    • 14 anni ago

    Io lo guardo di tanto in tanto. E’ un pò ripetitivo e i due protagonisti sono come due adolescenti.
    Lei però è bellissima.
    E la vulcaniana? L’hai tradita??
    😀

    • 14 anni ago

    A me questo telefilm gusta 🙂
    Sono rammaricato dal fatto che, come sempre in Italia, i telefilm non hanno mai la giusta cornice espositiva e Bones non è l’eccezione…
    Per anni insieme a Monk, relegato su Rete 4, trasmesso anche in orari sbagliati e anche censurato rispetto alla versione originale…

    @Lycan e Elgraeco: Concordo David Boreanaz in questo telefilm è più simpatico che in Angel.

    Per quanto riguarda le Deschanel apprezzo di più la sorellina minore 😛

    • 14 anni ago

    Grande Lycas!
    Ti quoto interamente, tranne che per il “quasi”.

    😀

    • 14 anni ago

    E’ l’unico telefilm che seguo in questo periodo. Sarà che Angel, ops, Boot è molto più divertente come detective che come vampiro. Sarà che la Brennan è talmente razionale da risultare quasi (ripeto, quasi!) sexy. Misteri delle fiction.

    • 14 anni ago

    Meno male che c’è uno che mi capisce! 😉
    E comunque il mio debole per le belle donne credo sia ormai più che evidente.
    Io passerei oltre… Ma se volete infierire, fate pure.
    😀

    • 14 anni ago

    A leggere con attenzione, schivando il tuo romance personale 😉 con la dottoressa Brennan, l’hai massacrato ben bene sto telefilm, altroché!
    Sono sempre stato sul punto di guardarlo e adesso mi hai proprio incuriosito. Metterò in azione i miei canali.

    • 14 anni ago

    Confessa boss, i tuoi sono solo ormoni. Hai voglia a scherzare sui “bollori”!!
    Io preferisco CSI (Las Vegas) però qui i personaggi sono ben fatti anche se più in là vengono fuori certi antipatici mica da ridere.
    Lei una spocchiosetta insopportabile………….

    😈

      • 14 anni ago

      Non è spocchiosa, è così carina! *O*

      D’accordo. Sono gli ormoni. Tra l’altro inizia anche a far caldo… LOL
      Ma scripta manent.
      Mi vedrò, anzi, tutte le stagioni e ve le farò sorbire con altrettanti articoli, una dopo l’altra. ahahahaa
      La famiglia Deschanel dovrebbe sovvenzionarmi! O almeno regalarmi un’armatura e il cavallo bianco… Le difendo sempre [ambedue] a spada tratta. Però mi sa che preferisco Emily…

    • 14 anni ago

    Ne ho visto poche puntate e poi ho smesso. Mi spiace dirlo ma l’ho trovato di una noia estrema. Come dici tu l’unico aspetto positivo riguarda i protagonisti (comunque super-stereotipati).
    Per il resto… zzz…

      • 14 anni ago

      Concordo in pieno. Ma che ci vuoi fare, certe volte mi accontento di poco. Che una cosa non sia un capolavoro lo ammetto senza problemi, però se mi piace non posso non dirlo. È nella mia natura.
      Forse perché mi sono perso tutti gli altri telefilm dello stesso tipo. Eppure, fatto strano, ma non strabiliante a pensarci, “Bones” ha votazioni altissime.