Underground

Secret life of heroes

Una pop-art che riecheggia Roy Lichtenstein da ogni tavola, ma non solo. Colori accesi, nessun chiaroscuro, e la potenza dei simboli.
Un primo esempio è qui, sotto i vostri occhi, sulla colonna di destra del blog, c’è Alice è il Bianconiglio, a sort of
Greg Guillemin, francese, quarantanovenne, commercializza, e con ciò effettua un cambio di medium, i simboli e le icone di certa pop-art, e cultura popolare, le tavole dei fumetti e i suoi eroi, le attualizza e le rende talmente appetibili e seducenti, che ognuno di noi ne vorrebbe un originale appeso al muro del nostro salotto.

guillemin1Coloratissimi dettagli desunti dai fumetti della nostra fantasia. I personaggi ci sono tutti. E man mano che il lavoro di Guillemin avanza, sono associati ai simboli digitali della nostra era, che so, la freccia della geolocalizzazione, che scova punti intimi, a dire poco, o siti internet particolari, o confezioni di preservativi, o il simbolo dell’infiammabile.

guillemin2È la vita quotidiana. Quella privata, più che segreta. Probabilmente tutti noi lettori di fumetti ci siamo posti la domanda, o forse tra noi quelli con più fantasia, su cosa facessero i nostri preferiti una volta smessi i panni dei paladini.
Dopotutto sono umani, benché alterati da un incidente o da geni mutanti che li rendono capaci di compiere azioni incredibili, quindi hanno anche loro, almeno in teoria, pulsioni ed esigenze umane, di quelle che, di norma, non compaiono sulle pagine patinate dei quotidiani scandalistici, o dei fumetti.
Atti quali radersi, farsi una doccia, lavarsi i denti, andare in bagno.
Una dimensione che ci è propria, ci appartiene.

guillemin3Ed ecco la duplice magia della familiarità. Le icone ritratte ci appartengono, perché hanno convissuto con noi fin dalla nostra nascita, fanno parte del nostro quotidiano, con la forza dei simboli, è l’essenza della pop-art, così come ci appartengono quelle azioni che compiamo ogni giorno, per esigenza o piacere.

guillemin4Il risultato è che queste tavole sono “nostre”, le sentiamo e le possiamo capire per istinto, da esse siamo solleticati e il nostro senso estetico ne è subito soddisfatto, ci rasserenano, come ogni buon pezzo d’arte deve fare.
Inoltre, e qui si esplica il potenziale di questa operazione: sono collezionabili.
guillemin5Sono una serie, potenzialmente infinita, di piccoli squarci su tavole di fumetti proibiti, dettagli esplosi, coi volti tagliati, focalizzati sull’oggetto della nostra pulsione, che è anche la loro: pochi, tra noi, potranno permettersene uno. Molti si accontenteranno delle stampe, altri ancora degli oggetti che da queste stampe saranno personalizzati: cabinati di vecchi videogiochi, tazze, magliette, ogni tipo di gadget immaginabile.

Perché la pop-art è innanzitutto riproducibile. La copia non ne svilisce il valore, anzi lo consacra, lo rende universale.

LINK UTILE:
il sito dell’autore

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