Nel buio della psiche, al confine del sogno, da sempre accompagnato da un sentore sulfureo: ha 76 anni Roman Polanski, regista e attore, ma è invecchiato sul serio? Lui che da sempre ha danzato col diavolo nei suoi film e nella sua vita. Protagonista attivo e spettatore di fatti sordidi e atroci. Condannato da un tribunale americano per stupro, vittima inerme dell’assassinio di sua moglie, Sharon Tate, incinta all’ottavo mese da parte di Charles Manson e della sua setta di fanatici. Eppure egli è rimasto coerente con la sua visione personale dell’essere umano; la realtà percepibile nei suoi film è frammentaria, stretta solitamente sul punto di vista del protagonista, costantemente sull’orlo della follia e del sogno, in un crescendo di paradossi e tensioni ed enigmi svelati in modo sconvolgente. E’ così per Mia Farrow in Rosemary’s Baby (1968), vittima delle macchinazioni di anziani seguaci del diavolo che l’hanno scelta per essere madre dell’Anticristo; è così per sé stesso in Le Locataire (L’inquilino del terzo piano, 1976), vittima delle psicosi e delle ossessioni di un gruppo di anziani inquilini che lo tartassano in tutti i modi spingendolo al suicidio; per Harrison Ford in Frantic, che inizia con il rapimento della moglie di un uomo (Harrison Ford) del tutto inconsapevole della situazione e finisce per aprirsi in un intrigo internazionale…
The Ninth Gate (La nona porta, 1999), ancora zolfo, ancora seduzione del maligno, Johnny Depp alla ricerca della soluzione di un indovinello satanico, osteggiato da sciocchi adoratori del male, con il protagonista che, inevitabilemente, alla fine, cede alle lusinghe dell’angelo caduto.
Indubbiamente, la produzione cinematografica di Polanski è difficile e di difficile resa, ma egli riesce non banale e mai scontato o involontariamente ridicolo. Ha raggiunto vette di maestria con le sequenze oniriche in Rosemary’s Baby, mai più, infatti, il sogno come fenomeno e rappresentazione è stato messo in scena in modo tanto perfetto.
Sicuramente un personaggio fuori dal comune, simbolicamente macchiato del sangue versato e offerto in sacrificio sull’altare dei suoi film.
Prossimamente al cinema con The Ghost (2010), un mistery thriller affidato a Ewan McGregor.
Continua a spaventarci, caro Roman.
Edit (28.09.09, ore 12.57): è di ieri 27 settembre la notizia che Roman Polanski è stato fermato dalle autorità svizzere che hanno eseguito il mandato di cattura internazionale per violenza sessuale su una minorenne. Il reato risale al 1978.