Antologia del Cinema

RobotJox (1990)

Piccola incursione nei b-movie e nel mondo della robotica. Due delle cose che mi fanno ancora sbavare a quasi trentacinque anni. Più la seconda della prima, a dire il vero. Perché, a parte i cartoni animati, non sono mai riuscito a trovare un fim che soddisfacesse appieno le mie aspettative.
Intendiamoci, neppure questo Robot Jox riesce nel tentativo, ma offre se non altro qualche piccolo spunto. Dettagli, che nell’universo posticcio e cartonato della serie b, fanno piacere.
Frustrazione, invece, venire a conoscenza dei retroscena riguardanti la stesura della sceneggiatura.
Joe Haldeman la scrisse insieme al regista Stuart Gordon. Le visioni dei due riguardo il taglio da dare al film divergevano. Il primo, autore di fantascienza, avrebbe voluto dare al film un carattere drammatico, il secondo, invece, più spettacolare ricorrendo, qualora fosse il caso, a tutti gli stereotipi del genere, onde ottenere un prodotto commerciabile e di immediato impatto, una sorta di action-movie con sfumature sci-fi (da Wikipedia). Il risultato è uno strano ibrido che vorrebbe colpire l’immaginazione e indurre a riflessioni profonde; purtroppo le buone intenzioni si scontrano prima con gli effettacci speciali antiquatissimi e poi con la recitazione degli attori, pessima, nonché con l’addirittura osceno doppiaggio italiano.

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Ambientazione interessante che vede le due superpotenze dell’era reaganiana, USA e URSS ancora contrapposte a distanza di cinquant’anni dall’ultimo conflitto mondiale, combattuto a furia di armi nucleari che hanno quasi distrutto il pianeta. Nonostante la minaccia di estinzione, il genere umano non ha rinunciato a fazioni e conflitti adattandoli, però, alla disputa di carattere sportivo.
Su campi di battagli ufficiali, gestiti da una corporazione, la American-influenced Western Market e la Confederazione Russa, ben distinte dai loro colori ufficiali e con tanto di sostenitori, si scontrano in duelli uno contro uno tra giganteschi robot pilotati da esseri umani, i Robot Jox.
I duelli servono ad assegnare il possesso del territorio nel quale ha luogo lo scontro. Il vincente, così, assume il controllo delle risorse e della popolazione locale.
Va da sé che, in tale stato di cose, si cambia bandiera spesso, e i piloti durano poco perché spesso i duelli si concludono con la morte o l’infortunio grave di uno o di entrambi i robot jox.
Questo film è la storia di Achille (Gary Graham), imbattuto pilota che si accinge a sostenere il suo ultimo combattimento.

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Come dicevo, innesto classico che più classico non si può. Scenografie raffazzonate e costumi lindi e puliti, dai colori fastidiosi. Motivazioni risibili alla base dell’agire dei personaggi, degne piuttosto che di uomini adulti, di quindicenni alle prese con le turbe ormonali.
Eppure si tenta di discutere (con risultati opinabili) di clonazione umana e di dignità dei cloni, la American-influenced Western Market, infatti, ha inaugurato una politica di ricerca genetica atta a costruire i futuri robot jox e così risparmiare agli umani i pericoli di tale sport; di cieco rancore e di coscienza salvifica, tramite il pentimento di alcuni protagonisti; e infine di robotica spinta.
Quest’ultimo aspetto è degno di un piccolo approfondimento.

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La robotica è stata trattata con realismo.
Tanto per iniziare, il metodo di pilotaggio. Il robot jox prende posto in una cabina e viene collegato a un’apparecchiatura che sembra la versione arcaica della moderna realtà virtuale. Tramite un casco e una serie di collegamenti a mani e piedi, infatti, è possibile manovrare il robot gigantesco come fosse il proprio corpo. Il pilota, quindi, è costretto a correre quando ha necessità di farlo e a sferrare pugni e calci per combattere il suo avversario.
Secondo aspetto, le armi danneggiano, anche in modo grave. Non c’è spreco di munizioni in luogo di uno spettacolo scemo. Le armi fanno male e basta anche un solo colpo per sancire la morte dell’avversario.
Terzo e fondamentale, la fisica. Ora, non so se ne abbiamo tenuto conto in maniera scrupolosa, ma è un piacere notare come le leggi della fisica influiscano pesantemente sul pilota che viene sbalzato via, sballottato e subisce danni gravi ogni volta che viene colpito; per la serie, se il robot cade, cade anche il pitola, e sono dolori.
Per il resto il film è ciò che appare, solo un b-movie. Ma è un tentativo interessante. E questo sì, secondo me meriterebbe un remake, magari serio.

Altre recensioni QUI

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  • Ho uno strano rapporto con questo film: lo disprezzo, ma ogni. tanto me lo rivedo. È seminascosto nello scaffale ed è appena migliore di Alien vs Predator 2, ma non riesco a buttarlo. È ingenuo, montato malissimo e ha un doppiaggio terrificante. Però è di Stuart Gordon, che da sempre mi è simpatico, quel cialtrone.
    Ed è tra i cinque film di cui un po’ mi vergogno, ma dai quali non riesco a separarmi. 😉

    • Ognuno ha i suoi peccati… Ci devo pensare anch’io ai miei. 😉

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

    • 13 anni ago

    Ecco e io all’alba dei 34 non ho ancora visto il film di cui hai scritto: imperdonabile 🙂
    Me lo procurerò!

    • Uelà, benvenuta! 😉

      (La moderazione è valida solo sul primo commento. D’ora in avanti, via libera…)

    • 13 anni ago

    Se ti piacciono i film di robottoni, proprio ieri ho visto un trailer che mi ha fatto sbavare come pochi … poi è apparso il robottone, ho capito di chi si trattava e forse l’Hype ha un po’ perso la presa, ma resta un trailer che ti fa venire voglia di vedere il film. Te lo linko:
    http://youtu.be/rUsEOZ4xWhQ

    • Lo conoscevo! Speriamo bene! 😉

      PS: se hai un sito o un blog (se ricordo bene sì), fatti un giro nel tuo profilo utente e inserisci l’URL!