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[Recensione] Under the Dome 2013 (ep. 2)

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Secondo episodio, cambia la regia, ora affidata a Jack Bender e… la cupola mostra le prime crepe.
Ribadisco qui l’ottima impressione regalatami dal pilota, ma qui ciò che appariva mestiere nel primo diventa retorica nel secondo.
Proprio così, retorica delle inquadrature, delle situazioni, dei temi e delle reazioni. Più un saltello illogico, da parte di chi evidentemente non ha mai avuto un cane in vita sua.

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto riporto qui parte della lettera che King ha scritto ai fan, critici verso i cambiamenti operati rispetto alla storia originale di Under the Dome:

I feel the same way about “Under the Dome”. If you loved the book when you first read it, it’s still there for your perusal. But that doesn’t mean the TV series is bad, because it’s not. In fact, it’s very good. And, if you look closely, you’ll see that most of my characters are still there, although some have been combined and others have changed jobs. That’s also true of the big stuff, like the supermarket riot, the reason for all that propane storage, and the book’s thematic concerns with diminishing resources.

Many of the changes wrought by Brian K. Vaughan and his team of writers have been of necessity, and I approved of them wholeheartedly. Some have been occasioned by their plan to keep the Dome in place over Chester’s Mill for months instead of little more than a week, as is the case in the book. Other story modifications are slotting into place because the writers have completely re-imagined the source of the Dome. (fonte: Bloody Disgusting)

Che poi è il mio stesso pensiero: diverso non vuol dire brutto.
E la cosa che adoro è, in particolare, il fatto che si sia deciso di cambiare l’origine della cupola che racchiude il villaggio di Chester’s Mill, così gli otaku non possono fare spoiler involontari. Ottima cosa.

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***

La storia quindi, è affascinante di per sè. Villaggio intrappolato sotto la cupola, ci sono tre linee di narrazione principali:

a) tentare di capire cosa sia dall’interno
b) creazione di nuove dinamiche sociali all’interno
c) tentare di capire cosa sia dall’esterno

E se l’esterno finora è solo immagine e nessun suono, visto che la cupola è isolata acusticamente, le dinamiche all’interno, abbastanza prevedibili, sono rese col manierismo più sciatto.

Mi riferisco a:

[spoiler]

Barbie (Mike Vogel), il protagonista, che a quanto pare fa recupero-crediti o comunque lo sgherro per qualche malavitoso, che è assalito dagli incubi perché ha ucciso un debitore, dalla cui moglie (Rachelle Lefevre) è poi stato ospitato (quest’ultima evidentemente così sicura del suo matrimonio da fregarsene del fatto che i vicini possano parlare, si porta a casa il primo uomo che incontra, e vabbé: modernità. Ma anche no.)

Sempre Barbie, il protagonista: si scopre che la suddetta vittima del recupero-crediti è morta a seguito di una colluttazione, picchiandosi con Barbie. Tra i due c’era una pistola, la pistola ha sparato, il marito c’è rimasto secco.
Cioè: due palle.
Una scena così trita si vede come minimo in un migliaio di episodi di altrettante serie TV sul crimine e compagnia bella. Tristezza a palate.

Lo stalker e sequestratore, il giovane (e scemo) Junior Rennie (Alexander Koch), continua con la carcerazione di Angie (Brit Robertson). Tutto abbastanza inutile, perché in sostanza, la situazione tra i due era già chiara all’inizio, tutta questa puntata non fa altro che ribadire che lei è prigioniera e lui è idiota. Ma l’avevamo già capito.

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Il cane che rimane vicino alle gambe del padrone, l’altra metà (fuori la cupola) è stata trascinata via da chissà chi.
Ecco, ora, tutti sanno che quando un cane perde il padrone, ma si intestardisce a restargli accanto, non ci sono cazzi che tengano, si lascia morire pur di non allontanarsi da dove giace.
A questo punto, mi chiedo che senso abbia far constatare a due ragazzi che passano di lì (tra cui il fratello di Angie) questa cosa qua e poi far sì che il cane li segua dopo un nanosecondo alla frase epica di: “Vieni qui, bello!”.
Il cane si allontana e vaffanculo al padrone morto.
Certo, certo…

Altra cosa, le stantie chiacchiere da bar.
Prima di tutto perché avvengono effettivamente in un bar (altra scena vista e rivista), tra fessi che fanno domande retoriche: “ma che sta succedendo?”, e alcuni che cedono al panico, stile Hot Shots: “Moriremo tutti!! Moriremo tutti!!!” e poi perché ancora una volta inconcludenti. Lo spettatore è infatti interessato solo alla cupola, non a una manica di idioti che fanno domande inutili (perché si sa benissimo che non c’è risposta. Non ancora).

Rachelle Levefre
Rachelle Levefre

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I poliziotti dormono: e il consigliere comunale, con la complicità del prete, fa quello che gli pare, compreso bruciare la casa del defunto sceriffo per eliminare non so quali documenti scottanti.

Che poi, la scena dell’incendio è di una comicità involontaria mai vista prima. Ma come, bruci le carte compromettenti in un cestino e gli dai un calcio per spostarlo e far andare le fiamme sulle tende? Seriously?

Talmente naturale, il calcio dato dal prete al cestino, che sembrava intenzionale, fino a quando (pochi secondi dopo), non si scopre che no, non era intenzionale per niente, e che il prete non si aspettava che la casa prendesse fuoco. BUAHAHAHHAHAHA XD
E in effetti, da come le fiamme si spargono sulla porta, o ci hanno spalmato sopra combustibile, o non ci sono cazzi che una porta di legno prenda fuoco in quel modo (sulle tende e sulla carta da parati ci può stare, ma sulla porta no).

I poliziotti dormono, II parte: il vicesceriffo Linda (Natalie Martinez) sfonda la porta della casa dello sceriffo in fiamme per salvare il prete intrappolato…
Ora, non ci vuole uno scienziato per sapere che se apri una porta verso un luogo pieno di fiamme c’è il cosiddetto ritorno di fiamma, perché aprendo la suddetta porta stai facendo entrare altro ossigeno in un luogo dove se ne sta bruciando parecchio. Ma no, non c’è nessun ritorno, questo è fentasy, o qualcosa del genere. Ma un agente di polizia addestrato dovrebbe sapere queste cose elementari.

Barbie, parte III: ma è mai possibile che tu non riesca a trovare una scusa cretina su come e dove hai ritrovato la tua medaglietta militare e che tu dica a Julia (Rachelle Lefevre) di averla trovata sopra la mensola del bagno, che è uno di quei posti che vengono visti quelle trecento volte al giorno? Oddio…

E concludo dicendo che mi sono preso una cotta per Rachelle. So, be afraid.

Puntate precedenti QUI

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • ma se la cupola è impenetrabile non dovrebbero essere già tutti morti soffocati?

    • Domanda che in effetti si stava ponendo il vicesceriffo, prima che sbroccasse.

  • La propaganda è solo… propaganda.
    Sarà UTD stesso a uccidersi o a salvarsi.
    Le serie tv sono parecchio meritocratiche: se non fai ascolti, chiudi.
    Venendo a questo secondo episodio, appoggio ogni tua riflessione.
    Un grosso MEH.
    Ma un altro paio di episodi me li vedo. Così, tanto per sbagliare.

    • Io credo che andrò fino in fondo, come per TWD. ^^

  • Allora, premesso che io venero King come un Dio, ribadisco: di TV e cinema, di ritmi e sceneggiature questo santissimo uomo non capisce una mazza. Quindi delle sue difese verso ‘sta rumenta me ne faccio assai e il fatto che il libro sia ancora lì per tutti quelli che vogliono leggere non vuol dire conseguentemente che The Dome la serie sia apprezzabile. Anzi.

    Le dinamiche trite e banali le hai già elencate tu e non ti spoilero la terza puntata quando dico che Junior e Angie ripetono per l’ennesima volta la stessa, identica scena. E che palle. Comunque, momenti WTF a parte, la seconda puntata mi aveva quasi “convinta” (dove convinta sta a “sopporto st’indegna scemenza”), tolto che il reverendo Coggins kinghiano era matto da legare e non semplicemente meenchia, mentre con l’ultima giuro che ho dormito. 40 minuti di nulla.
    Santoddio, ma come si fa….

    Babol

    • Guarda, resto allibito, ma credo che mi divertirò come con TWD. 😀

      Tornando a King, a questo punto ‘sta cosa me la spiego soltanto col tirare acqua al proprio mulino. Ovvero, sta applicando la solita teoria delle fascette: questo telefilm è spettacolare, è quello che avrei voluto girare io, etc…

      Che ne so, certo che è strano, essendo lui così influente, che si faccia rovinare una storia in questo modo, non trovi?

  • La scena del prete è degna di Una Pallottola Spuntata, peccato che qui volevano farla passare per una cosa serie. E sì, tutto ‘sto secondo episodio è da sbadiglio e statico in una maniera pazzesca.
    Noia a vagoni.

    • Sì, uguale alla scena di Frank Drebin che va nell’ufficio di Ludwig. Mancava la statua di cemento. 😀