Antologia del Cinema

Piccola Antologia del Cinema – ep. 01

Stamattina un articolo un po’ diverso, nostalgico, ma non privo di interesse. Mi sono accorto, infatti, che qualcuno dei nostri visitatori va alla ricerca dei film del decennio aureo (1980-1989), quando il cinema era arte, sperimentazione, trasgressione ed esplorazione e si tentava, pur avendo a disposizione mezzi molto limitati, di portare sullo schermo ogni cosa passasse per la testa, per quanto fantastica o impossibile potesse essere. A volte i risultati erano involontariamente comici, altre volte, invece, si è riusciti a dare vita a capolavori assoluti, tutt’oggi insuperati.

Angel Heart (1987)
Angel Heart (1987)

Nel 1987 Alan Parker, classe 1944, scrisse e diresse un noir a tinte sulfuree, Angel Heart (titolo italiano Angel Heart, Ascensore per l’Inferno), dalle pesanti implicazioni psicologiche. Protagonista assoluto e vero mattatore Mickey Rourke (che ieri ha festeggiato 57 anni – auguri in ritardo, Mickey! :p), affiancato da un mefistofelico Robert De Niro, nei panni del divoratore di uova Louis Cyphre, da Lisa Bonet, attrice nota per il ruolo di Denise in “The Cosby Show” (I Robinson) e da Charlotte Rampling che ha un curriculum davvero troppo ampio per cui sarebbe riduttivo citare alcunché.
Erano i bei tempi in cui Mickey Rourke sapeva recitare, era giovane e relativamente equilibrato, non era imbottito di silicone e sfigurato dai lifting ed era considerato, non solo da me, un attore con i controca**i, dotato di un talento eccezionale che aveva la strada spianata verso l’Oscar. E’ buffo accorgersi di come la vita cambi le cose… Suo il ruolo di Harry Angel, un investigatore privato ingaggiato da Louis Cyphre, per ritrovare un uomo, tale Johnny Favourite, cantante di successo prima della guerra, uomo dal passato oscuro che sembra aver lasciato dietro di sé una scia di dolore e sofferenza, che è debitore nei suoi confronti. Ambientato nella Louisiana degli anni ’50, magica e a tinte fosche, piena di superstizione e di misteri irrisolti, soffocata dalla onnipresente tradizione rituale voodoo, il film si tramuta in una ricerca interiore sempre più macabra e ossessiva, in un precipizio di sangue e violenza sia mostrata che suggerita. Un tuffo nella memoria di Harry Angel che, cercando Johnny Favourite, non fa altro che trovare sé stesso in un finale eccezionalmente surreale. Sontuosa la scenografia decadente e umida della Louisiana.

Angel Heart (1987) – english trailer

The Punisher - 1989
The Punisher (1989)

Il secondo film lo propongo a gentile richiesta di due visitatori che lo hanno cercato. Si tratta di The Punisher (titolo italiano Il Vendicatore, 1989). Per la regia di Mark Goldblatt, protagonisti Dolph “io ti spiezzo in due” Lundgren, il premio Oscar Louis Gosset jr., la giapponese Kim Miyori e l’ottimo caratterista Jeroen Krabbé.
Uno degli ennesimi, disperati tentativi, fatti a più riprese negli anni ’80, di trasportare un fumetto di successo sul grande schermo. A differenza degli altri eroi a fumetti, però, Frank Castle, alias the Punisher, il Punitore era un soggetto più abbordabile. Non era un supereroe, non aveva poteri particolari, ma era un semplice essere umano, per quanto addestrato nelle arti del combattimento, a cui avevano sterminato per vendetta trasversale la famiglia. La trama era lineare per un buon esordio, il personaggio e la sua motivazione non troppo originale, ma sempre efficace, la vendetta, in primis verso i diretti responsabili del massacro dei suoi familiari, in seguito verso il crimine in generale, trasformandosi di fatto in una sorta di angelo vendicatore che agiva là dove la giustizia non poteva arrivare.
Sembrava impossibile fallire con simili premesse… sembrava… ma, incredibilmente, per quanto ci si sia attenuti alla linearità della trama, il film è un papocchio insopportabile che soltanto i più affezionati possono ricordare con piacere, io tra questi.
Il detective Jake Berkovitz (Louis Gosset jr.) indaga su un’improvvisa ondata di omicidi che sta falcidiando la criminalità organizzata locale. Il suo fiuto gli dice che il responsabile è il suo ex-collega Frank Castle (Dolph Lundgren) disperso dopo che la sua famiglia è stata uccisa in un attentato di stampo mafioso. Il film è un susseguirsi di omicidi compiuti dal nostro Lundgren che, a poco a poco, si spiana la strada verso i mandanti dell’attentato, ovvero un improbabile asse mafia-yakuza che spadroneggia sulla città.

The Punisher (1989) – english trailer

Non c’è molto altro da dire, per essere un film prodotto per il cinema, il livello qualitativo generale rasenta il tv-movie. Dolph Lundgren è come al solito inerte e inespressivo, persino quando sta crepando dissanguato per le ferite, ma non è certo lui il punto debole del film, diciamo anzi che calza nel ruolo del Punitore così come suggerito dal fumetto. Del tutto sprecato Louis Gosset Jr.
Alla prossima puntata.

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    • 15 anni ago

    E perché de niro mangiatore di uova no?
    Rourke era davvero bravo all’epoca. Provate a vedere anche L’Anno del Dragone.
    The punisher a vederlo così fa uno strano effetto a me, ed è meglio che mi censuri da solo.

    • 15 anni ago

    Anni 80 epoca d’oro, molti registi provano a ricreare (invano) le atmosfere che si respiravano allora.

    Rivedere Mickey Rourke umano, fà uno strano effetto…