Questa particolare corrente artistica viene definita Found Objects Art.
Letteralmente è l'”arte degli oggetti trovati”.
Arte di recupero, insomma.
Che consiste nel prende oggetti d’uso comune, cambiare il loro indirizzo d’uso, annullando la loro funziona primaria, e reimpiegarli nella creazione di qualcos’altro.
Nel caso che vi presento oggi, Jane Perkins, britannica, impiega di tutto, ogni tipo di oggetto di plastica:
bottoni, collane di perle,
tessere della tombola, spille,
braccia di bambole Barbie, piccoli pupazzetti e dinosauri giocattolo,
bigiotteria, insetti di plastica, gambe robotiche,
banane, numeri di orologi, perline colorate,
robot, pupazzi di Casper, zembre e pezzi di modellini,
tessere di puzzle, mollette per il bucato, tessere di domino e spille assortite,
per ricreare volti, fotografie e dipinti celebri.
Trionfo della cultura-pop e della trasfigurazione.
Tanto più apprezzabile la visione quanta è la distanza che vi separa da essi.