In principio c’erano gli sceneggiati televisivi, antenati delle fiction diffusi nell’era della paleotelevisione.
Queste opere tratte da romanzi nazionali e internazionali ma anche dal teatro, prodotte e trasmesse dalla Rai su Programma Nazionale (Rai Uno) e Secondo Programma (Rai Due), furono il primo tentativo di trasmissione seriale nella storia delle televisione Italiana. Tutto questo portò indubbiamente all’alfabetizzazione del popolo Italiano e fornì sfide interessanti alla produzione, basti pensare che per parecchi anni, dal 1954 al 1959, gli sceneggiati venivano trasmessi in diretta… Nonostante questo, per fortuna, pare che quasi tutti gli sceneggiati televisivi Rai, abbiano una loro copia effettuata con il vidigrafo, che registrò il segnale televisivo su pellicola cinematografica. Con l’arrivo del videoregistratore quadruplex, nel 1959, la Rai potè finalmente preregistrare i suoi sceneggiati.
Le opere trasposte, col passare del tempo, quasi sempre sono state ri-trattate in altre Nazioni sotto varie forme, ma in rari casi ci siamo trovati di fronte esempi di opere originali, ne cito due: Giallo Club. Invito al poliziesco (1959-1961) con il mitico Ubaldo Lay nella parte del Tenente Sheridan e Le Avventure di Laura Storm (1965-1966).
L’Esorciccio incontra il tenente Sheridan
Oggi quando sento nominare la parola fiction, la mia mente inizia a vagare nello spazio e nel tempo, ipotizzando gli scenari più disparati, fino a quando un brivido risale la mia schiena ed è allora che ho la pelle d’oca…
Poveri noi e povera televisione Italiana, non è del tutto vero che il male della televisione sono i Reality, la violenza gratuita e le graziose signorine discinte che sgambettano, anzi questi scenari garantiscono varietà alle trasmissioni che di originale non hanno neanche più il nome. Perchè ci dobbiamo sorbire delle fiction Italiane, prodotte per Mediaset o per Rai, che sembrano uscire fuori dallo stesso stampo di fabbrica? Perchè in ogni storia i personaggi “cattivi” devono essere degli idioti, privi di ogni logica, dotati di una risata da ebete, che costantemente condannano il protagonista di turno, alzando il dito verso il cielo mentre istingano i propri sgherri all’odio, organizzando “loschi” “segreti” “geniali” “diabolici” piani? Perchè tutti i personaggi devono avere un passato misterioso o delle abilità che tengono nascoste, per vergogna o per giuramento fatto in passato? Perchè ci devono essere storie d’amore inverosimili, donne che cadono ai piedi del “povero” o del solito “principe azzurro”? Come mai non ci vengono mostrate le epoche descritte per quello che erano davvero, con meno moralismi, meno educazione e meno retorica?
Un ennesimo debunking? L’obiettivo finale è la completa trasformazione della storia prima e della realtà poi, modellata a immagine e somiglianza del magico mondo delle fiction. E’ questo l’obiettivo? O questo è semplicemente il risultato di una società quella italiana, dove vige ancora il principio di ereditarietà? Esiste davvero un microcosmo popolato da vecchi produttori, vecchi sceneggiatori che, come cicale, vivono del lavoro delle formiche che finalmente si sono fatte furbe e riciclano i rimasugli di precedenti lavori?
Probabilmente si. Ed ecco che nascono le varie famiglie, i vari medici, le varie forze istituzionali, tutti eredi di un passato non troppo lontano e, come i loro antenati, intraprendono le stesse avventure e affrontano le medesime sfide.
Perchè dobbiamo essere costretti a ricopiare e a italianizzare storie già proposte in altre realtà?
La risposta schietta è questa: molte fiction hanno un’ottima percentuale di share sul target commerciale. Loro dicono di crederci davvero, eppure non si creano problemi nel cambiare in continuazione i palinsesti, spostando qualunque cosa, cancellando show o addirittura rinviandoli. Questo succede sia durante il periodo di garanzia che, si sa, va antemposto a tutto, sia durante i periodi normali, trasformando i “fedelissimi” in automi alla ricerca del proprio programma preferito.
Credo che un maggior rispetto per lo spettatore sia dovuto; di fatto noi siamo delle cavie sottoposte a ogni specie di marketing o riprogrammazione mentale…
Il risultato è la migrazione degli utenti alle pay tv o addirittura la parziale o totale rinuncia alla fruizione televisiva a favore del noleggio, fino a sfociare nella pirateria.
Mi direte che in USA succede la stessa cosa, oramai le opere sono in balia dei direttori di rete che ne decretano sempre più spesso la loro morte prematura, ma c’è una piccola differenza, le fiction italiane hanno dimostrato solo di saper copiare e l’unico loro punto di originalità sono i dialetti ostentati in ogni serie, peccato per loro che con questi tocchi “esotici” contribuiscono a disegnare una società diversa, umiliata, che perde di credibilità ogni giorno che passa. Dal canto mio eviterò con tutta la forza di guardare questa televisione, le fiction odierne non fanno per me.