L'Attico

New Girl (in an Old World)

Doveva essere il turno di Firefly, chissà che non lo recuperi in serata. Parliamo invece di una sitcom del 2011 tuttora in corso, New Girl, in onda per la Fox. Protagonista Zooey Deschanel. Ne parliamo, è vero, ma la prendo un po’ larga, tornando alle origini di questo blog, quando le discussioni partivano da paragoni improbabili.
La sitcom prevede un cast fisso di cinque elementi, oltre Zooey (Jess), abbiamo i tre coinquilini, Nick (Jake M. Johnson), Schmidt (Max Greenfield), Winston (Lamorne Morris) e l’amica di Jess, Cece (Hannah Simone). Sitcom a sfumature romantiche, con parti melodrammatiche (edit by elgraeco, ore 17:29, 14/03/2012) e incentrata sull’elogio della diversità. E a questo punto, è bene chiarire: si intende “diversità” in senso universale, non in senso sessuale.
La sitcom supera gli stereotipi iniziali e si affida a Zooey Deschanel, che non si sforza più di tanto per caratterizzare il personaggio che interpreta, Jess. Questo perché, a sentire i resoconti di cronaca, a vedere le interviste, lei è fatta proprio in quel modo, come il suo personaggio. Non per niente l’hanno definita quirky (strana, ma in senso positivo) e hanno coniato un neologismo, allorché la si apostrofa aDORKable. Adorkable, composto da adorable e dorky, che secondo l’Urban Dictionary starebbe a significare, adorabile e, letteralmente, “al di là del grandioso”. Non so se sia vero, ma lo sapete che io la trovo caruccia, per non dire altro.

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È anche brava, e infatti spicca. Ma i comprimari non sono da meno. Insomma, in fatto di commedia, credo che New Girl sia un ottimo prodotto.
Elogio della diversità, dicevo, e infatti, secondo l’idea alla base della sitcom, ogni personaggio deve rappresentare un tipo, dai tratti caratteriali semplici, perché immediatamente riconoscibili, che quindi vada a coprire una gamma di situazioni comiche, create su misura per quel personaggio e a bilanciare, a sua volta, quelle degli altri.
Quindi, oltre a Zooey/Jess (adorkable), abbiamo Nick che incarna il disilluso moderno dal cuore tenero, un po’ nullafacente e sfigato in amore, Winston anche lui alle prese con un lavoro che non riesce mai a trovare e che tenta di costruire un legame solido, e a recuperare il rapporto con l’altro sesso. E infine Schmidt, pieno di manie, strafottente, idiota, casinista, convinto di essere il dono di dio alle donne. Cece, un po’ defilata, è la stronza bellissima che ovviamente finisce a letto sempre con gli uomini sbagliati.
Ora, questa miscela è esplosiva, la commedia funziona, diverte, intrattiene. Ed è sintomatico che tutti i personaggi abbiano, specchio della realtà attuale, difficoltà ad avere un lavoro fisso, infatti ci si domanda come possano permettersi, comunque, di pagare un affitto a Los Angeles, e a costruire un legame sentimentale duraturo. Questo è il meccanismo che fa scattare il lato comico delle situazioni narrative, è vero, ma è anche sintomatico di quanto, persino una fiction che abbia come unico scopo l’intrattenimento breve, debba tener conto dell’evolversi, non sempre in senso positivo, della società attuale e riproporne, seppur attraverso il filtro dei personaggi-tipo, gli schemi comuni: questo per creare identità, feeling con il pubblico e anche per generare un senso di serenità. I riferimenti alla disastrosa situazione economica americana e mondiale non mancano mai, “America is broke” dice Nick, e lo dice come un dato di fatto, una cosa talmente più grossa del singolo lavoratore, di fronte alla quale è inutile sbattersi: una sorta di calamità naturale, un evento catastrofico che prescinde dalla volontà dell’uomo.

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Non è proprio vero, e non credo sia il giusto atteggiamento, persino nei toni di una commedia, ma è la prima volta che avverto, in un prodotto televisivo americano destinato al grande pubblico, una dichiarazione di resa di tali proporzioni. Magari, ci sarebbe persino da preoccuparsi.
Ma torniamo ai personaggi, tutti sono, quindi, macchiette, al di là dei riferimenti al mondo reale, loro appartengono alla Matrice. L’elogio della diversità, quindi, è solo apparente, e strumentale. Schmidt che, nel garage si libera di borsa e chiavi della macchina, fa una corsa fino a quella della direttrice del suo ufficio, apre la portiera e le dice “Ti voglio, subito.”, fa ridere, per come è costruita la scena, per il comportamento border line del personaggio, sempre sul confine tra il maniacale e il represso. Fa ridere ancor di più allorché la direttrice ci sta, e ci si scompiscia quando sopraggiungono le guardie di sicurezza dell’edificio che hanno assistito a tutta la cosa attraverso le telecamere e l’hanno confusa con un tentato stupro. Il povero Schmidt viene percosso per un rapporto consensuale. Non so voi, ma io ci vedo della satira, anche di un certo peso.
Ed ecco il punto, questi personaggi sono adorabili, tanto da farceli amare, ma restano personaggi. La realtà, lo sappiamo, è arida, e uno che fa una cosa come quella di Schmidt sarebbe guardato strano. La gente è pronta a sghignazzare di coloro che, per esigenze di copione, sono “adorkable”, strani, pieni di tic e manie di persecuzione, che della loro diversità, per l’appunto, ne fanno un vanto, purché restino confinati nella Matrice, e non finiscano nel mondo reale, dove si deve pensare solo alle “cose serie”. Lo sapete quello di cui parlo, della stessa chiusura mentale che vieta a un trentacinquenne come me di pensare ancora a cose come fumetti, cotte per attrici famose, narrativa fantastica. Perché il mondo si diverte, a vedere cose così, ma non le vuole tra i piedi. Ecco qua. Un po’ ipocrita, non trovate?

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Satira, abbiamo detto. Perché la satira, per lo meno, il mondo la capisce. E quindi ogni scena, dialogo, situazione di New Girl potrebbe essere satira. Magari è puro e semplice intrattenimento, chi può dirlo? Ma io ci vedo qualcosa di più, oltre che un certo grido di dolore per coloro, che pure esistono, che sono strani, rifiutati dalla società perché tali, ma messi sul piedistallo, perché fanno spettacolo, audience. E il bello è che trattasi di satira pulita, che fa battute e ride anche del politically correct. Ma se lo fa, lo farà ancora per poco…
È satira anche la Divina Commedia. Dante era un personaggio strano, oserei dire adorkable. Dante se ne fotteva del politicamente corretto, in un’epoca in cui il Male era evidente, almeno dal suo punto di vista. Ma lui, oltre che speziale e ghibellino (il ghibellin fuggiasco) era strano, e scriveva mandando tutti quelli che gli stavano sui coglioni all’inferno. Ecco, adesso l’ONU, nel tentativo di globalizzazione del cervello umano, a cui deve essere impedito di pensare, persino di ridere, temo a questo punto, della diversità anche quando “in scena”, vuole “bandire la Divina Commedia“. Le motivazioni addotte sono astruse come l’intera vicenda. E su di essa mi risparmio ulteriori commenti, perché a tutti i protagonisti posso solo riservare i miei migliori insulti.
Restano due cose, in fondo, ben evidenti: l’ipocrisia della società che non accetta chi non è uniformato, ma ne ride perché “tanto è finzione, non è mica vero!” e l’assenza, ormai generalizzata, di senso critico.
Perché, se tale risoluzione è stata davvero proposta, vuol dire che davvero esistono delle persone che pretendono di insegnare a Dante cosa sia il politicamente corretto. E che andranno all’inferno per questo.

Immagine di Dante presa QUI

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  • […] po’ di tempo fa, a casa di Hell, si parlava di Zooey Deschanel, del fatto che le danno della adorkable, crasi tra adorable e dorky, e a me giravano i tenerini, a […]

  • A me, di tutta la prima parte del post (sorvolando sul povero Dante e i diversamente furbi che si meritano solo roncolate nelle scapole per aver proposto di censurarlo, ma devono essere i cugini di quelli che in “The Nigger of the ‘Narcissus'” volevano sostituire ogni occorrenza di “nigger” con “n-word” =_=), a me, dicevo, fa specie soprattutto una cosa: “adorkable”. Mi possono anche dire che dovrebbe significare “adorabile al di là del grandioso”, ma io non posso fare a meno di vederci una connotazione negativa. Dork, dice il mio santo Collins, è “a stupid or incompetent person” (e sorvoliamo sul fatto che in America è sinonimo di pene). Quindi Zooey sarebbe un’adorabile stupidotta, per non dire un’adorabile cazzona. Solo a me viene da tirar di nuovo fuori la fidata roncola?

    • Magari un giorno dork e quirk (pare un duo comico alieno, o la parodia di un programma di Piero Angela), faranno la fine di geek e nerd, riabilitati da chi ne viene etichettato per disarmare il nemico. L’autoironia distingue l’uomo dall’idiota.

      • Spero tanto che il giorno della riabilitazione arrivi presto! ^_^

      • Sì, più o meno. LOL

      • Mi chiamo Dork… ♪ Ah, no, quella è un’altra storia. 😀

    • Tra l’altro, lessi in un’intervista in cui lei si lamentava persino che la definissero “quirky”, perché per l’appunto lo percepiva come una presa in giro. Che tristezza.

      • Ecco, appunto, e ma torna in mano la roncola! 🙁 Povera Zooey! E ci credo che si lamenta, stringi stringi sono prese per il culo. E il mondo giù a ridere e ridacchiare di quelli “strani”!
        Pessimismo e fastidio! 🙁

    • Sì, Dork è “coglione”, praticamente. Quindi Zooey è un’adorabile scemotta. E in ciò vedo una connotazione negativa del tipo: “Toh, guarda là la scemotta che fa ridere!”. E via di risata di sufficienza.
      Dorky tuttavia ha una connotazione più positiva, ma la radice quella è, hai ragione.
      Mi sembra piuttosto in linea col resto del post. 🙁

  • Alla fine sì, quello di cui parli è il concetto che sta alla base del giullare, che può dire quello che gli pare perché matto o scemo, e tuttavia non lo si prende mai sul serio anche se è chiaro a tutti che nelle sue parole c’è la verità senza filtro, quella che va al punto senza giochetti e compromessi. Il collegamento che hai fatto con Dante mi è piaciuto, e poi genio e follia – recita la saggezza popolare – vanno a braccetto, o così sembra a chi osserva da fuori. Io sono convinto che tutta l’umanità sia folle, che tutta la nostra evoluzione si basi su una formidabile malattia mentale che ci ha spinti a scendere dagli alberi, ragionare su noi stessi e dare nomi alle cose per farle nostre, vedere dèi nel fuoco e nella pioggia per poi abbandonarli quando sono diventati (o diventeranno) obsoleti di fronte a nuove scoperte, e così tutti insieme ammattiamo di giorno in giorno, ma deve essere l’alienazione giusta, quella che va per la maggiore. Qui siamo tutti alienati, la maggior parte vive ansie e paranoie, ossessioni compulsive per la carriera eccetera, mentre altri vivono la propria follia in modo più creativo e personale. Quegli stessi matti fuori dal coro, o buffoni, sono però gli stessi che portano l’evoluzione in avanti, come il tale che per primo dipinse un animale sulla parete di una caverna, o quell’altro, molto tempo dopo, che scrisse un poema sull’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.

    • Che poi è alla base delle mie convinzioni. Ma io dico, la censura è la forma più sbagliata di educazione, siamo d’accordo, ma altrettanto sbagliato è imporre alle menti la visione “giusta” delle cose.
      Il bene e il male si apprendono liberamente, non mostrando solo ciò che è bene, ma mostrando anche il male.
      Io ho letto la Divina Commedia (capendone poco) da bambino, perché rimasi folgorato dalle incisioni di Dorè.
      Non sono cresciuto antisemita, omofobo e tutto il resto. Sono cresciuto libero.
      Quanto è bella la libertà, Giordano?

      Che poi tutta questa riflessione scaturisca da New Girl (e Dante), be’, ognuno ha le sue debolezze. La mia è Zooey. 😉

      • Lo immaginavo, questo sì che vuol dire stare un pezzo avanti. LOL

      • Infatti è la stessa arma che uso io, faccio propri i soprannomi affibbiati dal nemico e cambio la loro connotazione in positiva. Come credi sia nata La Cricca? 😀

      • Il pensiero libero è bellissimo! Ragionare per i cavoli propri e seguendo i propri percorsi mentali (dovunque ti portino e qualunque strada facciano, anche la più bizzarra e panoramica) è sicuramente più naturale che farsi guidare da chiunque altro, soprattutto da qualche deficiente che si prende troppo sul serio e sale in cattedra dimostrando solo la propria coglionaggine; alla faccia di quelli “strani” che invece possono essere chiamati bellamente dork, quirk, o nerd. Ma poi, sai che c’è? Le persone intelligenti e con senso dell’umorismo si appropriano di questi termini per farli propri e riderci su, che è il modo migliore per disarmare i veri idioti. 😉

  • Non ho ancora finito di vedere la serie ma condivido il tuo punto di vista sui suoi punti forti e la natura bizzarra degli individui, anche se ammetto di non aver fatto i tuoi ragionamenti sull’America al verde eccetera. I personaggi mi piacciono, non solo lei ma anche gli altri. Credo di avere un debole per Nick, ma non ne ho capito bene il motivo… forse perché è “irrisolto e tormentato” senza essere il figo del millennio, e poi fa tutte quelle facce che sono la seconda cosa più buffa dello show dopo Zooey.

    Quando sei un po’ originale o sopra le righe hai il tuo bel da fare a sopravvivere, tu guarda l’infanzia, l’adolescenza e quell’Inferno o Purgatorio che possono essere gli anni di scuola… e proprio qui mi allaccio al discorso della Divina Commedia bandita dalle scuole.

    Sono andato sul sito di Gherush92, il gruppo di intellettuali – oggrisù, che mi tocca vedere – che collabora con l’ONU e ha lanciato l’idea; ho iniziato a leggere la loro Risposta ai Lettori della Divina Commedia (guarda la sezione Articoli) e ho pianto latte dalle ginocchia come una statua di Ganesha (che immagino sia sacrilego e politically incorrect a dirsi, perciò verrò bandito pure io).

    Dopo la lamentazione sul fatto che la Commedia è omofoba, antisemita, ecc. e che non può essere insegnata ai giovani bla bla bla, mi pareva di sentire la Signora Lovejoy: «I bambini! Perché nessuno vuole pensare ai bambini?» mentre questi deliravano sul fatto che non si sa mai, da cosa nasce cosa, e magari imparano valori deviati e violenti (tipo quelli della Bibbia e del catechismo, per dire, e allora vietate quelli), perciò in base alla logica dadaista che un ragazzino possa prendere per oro colato versi del XIV secolo che studia già malvolentieri di suo, e quindi decidere di farne la sua guida, stabiliscono che non andrebbe insegnata. Complimenti, un ragionamento così contorto non si sentiva dai tempi di Zuzzurro e Gaspare al Drive-in. Infatti a un certo punto, la coppia di vitelli orfani che stavo allattando dalle rotule, ha iniziato a piangere perché le gambe mi tremavano tanto dal nervoso e gli mandavo il latte negli occhi, così ho chiuso prima di finire.

    Insomma, siamo alle solite. Partono dal presupposto di avere a che fare solo con degli idioti, e quindi un’élite auto-eletta di intellettuali vattelappesca dovrebbe pensare per tutti gli altri. Solo che a me questo ragionamento fa schifo. Ma proprio schifo. E questa è una parola che non uso con leggerezza, perché so bene quanto sia dura e inappellabile, spesso usata per offendere, stigmatizzare e perseguire una qualunque minoranza che abbia la sventura di non incontrare i favori dei più grossi e cattivi. Ecco, io non bandirei la Commedia, ma qualunque associazione si ponga al di sopra del libero arbitrio del popolo sovrano e voglia suggerirgli come e cosa pensare, modellando un’ignoranza – o una conoscenza pilotata – che non sarà mai libera, ma sottoposta alla guida di qualche auto-celebrato e ignobile maestro. Nella mia esperienza personale, chi ti tratta come un cretino è probabilmente un idiota anche peggiore, perciò non c’è motivo di dargli retta. Mai.

    • Ma non so di preciso cosa mi sia preso in quest’articolo. Però ho pensato, Zooey è strana di suo, lo sanno tutti, e allora fa la strana sullo schermo, così la gente ride, ma poi nella vita vera come se la passerà? Di schifo, nonostante i soldi che ha.
      E quindi queste persone sono pagliacci, in fondo, pagati per far ridere altra gente che però non li vorrebbe mai accanto a sé, perché nel mondo reale li schifa, nonché li tratta come malati mentali.
      Che poi è la cosa che accadde a Dante nell’ultimo periodo della sua esistenza, costretto a mendicare il tozzo di pane in cambio della sua arte. E non vi si venga a dire che non era considerato un tipo strano pure lui, per piacere.
      E poi, secoli più tardi si materializzano i salvatori dell’umanità (l’umanità idiota) che va guidata perché, essendo idiota, è incapace di distinguere il sommo capolavoro della letteratura di tutti i tempi dalla becera violenza.
      Se davvero così stanno le cose, se la mente umana è ridotta davvero a questa impotenza, tanto vale autodistruggerci a colpi di bombe, perché da questo abisso della mente non ne usciamo più.

      Quoto tutto ciò che hai scritto. 😉

    • Mi ero dimenticato di linkarti il sito, pensa che pesce rosso! Questa è la pagina con la loro risposta ai sostenitori della Divina Commedia: http://www.gherush92.com/news_it.asp?tipo=A&id=2986

  • E’ lo stesso caso ti BBT (Big Bang Theory). Diverse mie amiche sostengono di volere uno di quei quattro come amico… Poi, se davvero si presentasse loro uno Sheldon o un Raji, lo schiferebbero perché strambo e interessato a cose strambe (nonché “inutili”).
    La diversità è apprezzata finché si vede in TV, magari simpaticamente ridicolizzata per renderla simpatica.
    Dal vivo le cose cambiano. Dal vivo è meglio affidarsi al classico individuo intellettualmente mediocre e pieno di hobby mediocri, perfettamente integrato in una realtà mediocre e allergica alle diversità (di qualunque tipo, specialmente in Italia).

    Io a 36 anni senz’altro sono “strambo” (nerd no, perché è una parola che presuppone caratteristiche che non ho), con interessi particolari etc etc.
    Inutile ribadire che la realtà che affronto è tutto fuorché che conciliante. E conta che vivo a Milano, la città più “americana” d’Italia. Mi vengono i brividi a pensare come vanno certe cose altrove.

    • Esatto, BBT, ottimo esempio. Ohhh, quant’è carino Sheldon. Poi quando si presenta il vero Sheldon, perché ce ne sono, hai voglia… la reazione la conosciamo tutti.
      Meglio andare col medioman, se non altro è prevedibile e quindi facilmente controllabile.
      E ‘sto discorso vale anche per gli uomini alle prese con le strambe di turno.
      Fanno tutti i fighi, se sono nel video.

      Eh, se fanno così a Milano, immagina quaggiù. Anche se, con l’aspetto che ho, difficilmente trovo gente che si mette a contrasto, non apertamente, per lo meno.

      😉

  • Avevo letto qualcosa di simile ultimamente, su un tipo di cui non ricordo il nome a capo di associazioni anti-razziste, che aveva detto di metterci avvertenze sopra. Tipo sigarette. Avevo pensato che fossero solo delirii di un folle…ma addirittura L’ONU? WTF?
    Arrostiranno all’inferno, si, soffrendo per le centinaia di migliaia di taglietti procurati dai fogli della commedia .-.

    Quel fumetto di Dante me lo devo procurare ,-.

    • Ho letto ora l’articolo di TGcom…il tipo di cui parlavo è lo stesso .-.
      Gente pericolosa ricopre posti influenti…

      • Il fumetto su Dante è in preparazione da anni, ormai, per maggiori informazioni vai al link che ho inserito! 😉

        Tornando alla faccenda principale, non credo sia la solita trovata “estrema” per farsi pubblicità, questi fanno sul serio. Ma, davvero, non riesco a commentare senza diventare volgare. Meglio che mi fermi qui.

        😉

  • Wikipedia dà ventiquattro episodi, per la prima stagione, di cui sedici trasmessi, il che non mi torna con l’aver visto il finale di stagione… mi sto perdendo qualcosa?

    • È vero, ho preso un abbaglio io, ora correggo. Grazie. ^^

  • La sitcom non fa per me, ne ho visto qualche pezzo ma non mi piace, però la riflessione così sentita e particolare che fai è davvero interessante.
    Sulla Divina Commedia preferirei non commentare perchè se no ti riempirei il modulo commenti di parolacce e bestemmioni…

    • Infatti l’ho lasciata pure io alla fine, perché le parolacce sono l’unica cosa che mi viene in mente, leggendo queste notizie.
      Grazie, Max.
      😉

  • Perché la stranezza attira se è macchietta. Quando la stranezza è reale, genera ostracismo, sofferenza, emarginazione. C’è poco da fare. E nessuno è davvero adorkable, non nel mondo reale. Nel mondo reale, giudicano Dante decontestualizzandolo e con i parametri della società attuale e lo sacrificano sull’ altare di ciò che è politicamente corretto.
    Nel mondo reale, andrà a finire che saremo tutti considerati freak irrecuperabili e chiusi un qualche tipo di ghetto. Tante belle stanze dalle pareti imbottite.
    E se tu, dopo questo post, dici di essere matto, lo sono anche io.

    • Esatto, nessuno è davvero adorkable, nel mondo reale. E mi fa davvero una tristezza infinita.
      Ma la cosa ancora più triste è che i bambini adesso stanno pagando per l’idiozia di certa gente. Questo è davvero grave.
      Ma io, a parte scrivere sul blog e farmi mettere nel ghetto, non posso fare altro. Certo, dovranno venire a prendermi, ma questo è un altro discorso.
      😉

      • Io di sicuro, ché non sono uno che porge l’altra guancia. 😀
        Lucy, mi fa bene sapere che ci sei, e che ci sono tanti altri pazzoidi come noi. 😉

      • Infatti, dovranno venire a prenderci. E lì, un pochino ci divertiamo.

  • Cioè, bandire La Divina Commedia…
    Ora non vorrei certo lanciare macigni, ma mi sembra una chiavica assoluta, come tante str…… che si fanno al giorno d’oggi!
    E perché, poi? Solo per il fatto che alcuni personaggi sono stati rappresentati in maniera poco simpatica? O forse perché, per certi versi, insegna a fottersene e a pensare con la propria testa?
    Mah, non so e non credo di voler sapere…

    L’articolo mi piace molto, soprattutto per la quantità di riflessioni che sembra averti regalato questo show. Come dicevo in base, m’intriga e non è detto che non ci faccia un pensierino prossimamente… 🙂

    • Io l’ho studiata come tutti in giovane età, la Divina Commedia. E non ho certo confuso le posizioni di Dante con l’attualità, forse perché allo stesso tempo studiavo anche la storia e quindi sapevo che nel medioevo gli ebrei erano il male, etc… ma non è che se metti “nuoce gravemente alla salute” la Divina Commedia cessa di avvelenare le menti deboli. Perché questo si è arrivato a dire. Cioè, sulle tre cantiche deve essere scritto a chiare lettere: “questa è finzione” avanspettacolo. Non è reale, perché questo mondo di idioti non ci arriva da solo.
      Ma solo io avverto la follia di tutta questa faccenda?
      Tornando a New Girl, è una serie che merita assai. Te la consiglio. 😉

  • Sai, stavo pensando: ma perché devo attendere che Hell finisca con le recensioni di Firefly per vedere la serie? Del resto, basta organizzarmi un attimo i tempi e guardarmela passo passo con i tuoi articoli, così magari me li gusto anche più volentieri. E così, partendo da una puntata posso riflettere con gli spunti delle tue recensioni, e sarà un pochino come vedere la puntata due volte.

    Del resto, se tu parti da New Girl e poi fai una così interessante disamina della società attuale, chi sono io per non prendere spunto da una parola a caso del tuo post e commentare di una cosa che con il post non ci appiccica nulla? 😉 Bella la nuova era, sì sì. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    • Ottima la risoluzione riguardo Firefly. E non far finta che la questione della Divina Commedia non ti tocchi, perché so che non è così.
      Il punto è che mi sono stancato di questa ipocrisia, oggi non volevo far ridere nessuno. Spero di esserci riuscito, nonostante la vignetta (quella sì, fa ridere XD)

      • Esatto, Gianluca.
        La mia riflessione nasce dalla consapevolezza che Zooey Deschanel, credo a questo punto come me, te, molti altri che bazzicano questo blog, è strana, ma la sua stranezza è accettata perché fa spettacolo, perché sta sullo schermo. Lei è fortunata. Forse.
        Tutti gli altri devono stare a sorbirsi le occhiatacce di superiorità. E il bello è che, se noi stessimo davanti al palcoscenico, saremmo vezzeggiati pure noi come grandi artisti.
        Il fatto che nel 2012 qualcuno se la prenda con la Divina Commedia perché convinto di stare facendo un favore al mondo, poi, è la conferma dello scatafascio in cui viviamo.
        Il mondo è fatto solo di normalità, chi non ce l’ha è fuori. È ora di guardare la realtà e di fottercene. L’unico sistema per andare avanti e sopravvivere.
        😉

        Grazie del bellissimo intervento. 😉

      • Ok, ora commento seriamente. 😉

        La questione Divina Commedia mi ha fatto cascare le braccia a terra, e ancora sto aspettando che qualcuno se ne esca fuori con “Cavoli, ma siamo pazzi!” e faccia crollare tutto. Perché se la Commedia è da bandire, beh, allora tanto vale tornare ai tempi delle clave e di quando il fuoco era la grande novità del secolo. Cioè, non bisogna essere nemmeno troppo intelligenti per capire che:

        1) Parliamo tanto di diversità, ma poi sguazziamo solo nel fango assieme agli altri che la pensano nella nostra stessa maniera.
        2) Parliamo tanto di libertà, ma tutti antepongono la frasetta “Basta che non lo faccia davanti a me”.
        3) Parliamo tanto di parlare di tutto e di più e di abbattere i tabù, e quei cavolo di horror degli anni del cucco hanno più palle e coraggio di quelli attuali, in cui vediamo un sacco di frattaglie e budella ma tutto il resto è edulcorato allo zucchero di canna (perché desaturiamo tutto). E quelli che dicono che il genere non rispecchia la società possono andare a farsi una bella pera, perché non sanno di che cavolo stanno parlando.
        4) Parliamo tanto, ma non facciamo niente. E a tantissima gente va benissimo così. Si instilla un piccolo spunto di riflessione, tanto poi la gente cambia canale/naviga un nuovo link/volta pagina. Cresciamo con la memoria dei pesci rossi: ogni giorno una notizia su cui focalizzarci, e il resto nel cestino.

        Siamo nel 2012, ma se dobbiamo continuare così inizio a pensare che il tempo inizierà a regredire per stare al passo con la nostra regressione mentale.

        Ho finito vostro onore.

        Mi sono lasciato un pochino trasportare… Estiqaatsi pensa che sia giusto così. 🙂