Underground

Nell’immaginario di Erik Alos

Con Erik Alos (Los Angeles, California) si corre il rischio di sovrinterpretare.
Surrealismo, è stato scritto, a proposito della maggioranza dei suoi lavori: disegni e dipinti.
E in effetti, il contenuto rappresentato da Alos sfugge non solo a un’immediata classificazione – surrealismo, in questo caso, è un termine che spesso viene usato impropriamente, alludendo a un calderone di simboli e concetti, che spesso poco o nulla hanno col surreale – ma anche a un’immediata comprensione.
Tavole molto ricche o, al contrario, povere di dettagli.
Dettagli sui quali ci si sofferma attratti dal tratto atipico, non proprio morbido, ma che stabilisce con lo spettatore un rapporto immediato.

E sì, parte del fascino dell’opera di Alos, almeno nel caso del presente blog, è costituita dai riferimenti alla cultura pop.
Riferimenti che, guardacaso, compaiono in quei lavori che appaiono maggiormente accessibili, nell’intuizione del loro significato.
Questa sorta di pietà, qui sotto, il cui soggetto è uno Spongebob ciclope morente, nelle braccia di una figura femminile appare essere subito un monito verso l’inquinamento globale, col petrolio che non solo cola dalla spugna, quasi fosse sangue, ma opprime ogni angolo rappresentato – e rappresentativo – della tela.

Ancora, qui crediamo di intuire echi di Hieronymus Bosch, ed è questo sicuramente un quadro di dannazione, arricchito da una figura ricorrente, a quanto sembra, nell’immaginario dell’artista: il pesce.


Che, come sappiamo, è simbolo cristiano e, per estensione, divino.
L’elemento divino, come fede o come castigo, compare quindi come leit-motiv del lavoro di Alos, quasi una presenza che è parte integrante del tessuto vivente. Da notare, poi, la scelta del tipo di pesce rappresentato, squali, barracuda e altri pesci dall’indole predatoria, che potrebbero far pensare a una concezione di divino quasi antica, desueta, fustigatoria.

Concezione cristiana che non è sola e unica, o precipua. In copertina, e qui sopra, l’elemento architettonico classico, oltre che il latte e la figura femminile richiamano un certo classicismo. Anche qui, però, il nettare (che poi è latte e cereali, anziché ambrosia) dalla ciotola è, per estensione, il medium sul quale tale figura viene travola da pesci predatori.

Ancora un simbolo religioso, l’aureola, intorno a questa figura femminile, una madonna del tutto apatica e disinteressata – infatti procede nello stappare lattine – alle sorti del mondo di ghiaccio che le si sta sciogliendo intorno, a causa dell’inquinamento. Qui in particolare associato a una figura animale che rammenta i classici di certi fumetti.

Non so se di effettivo surrealismo si tratti, di certo Alos non lascia indifferenti e, anche se a diversi livelli, colpisce l’immaginario, sollecita la percezione. Che è il fondamentale del messaggio artistico: passare.

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LINK UTILI:

il sito dell’artista

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