L'Attico

Mai arrendersi

Prima o poi, arriva il punto di non ritorno. Quel momento in cui ci si sveglia, e si prova indifferenza per tutto.
Non so cosa scatti in quel pugno di neuroni da cui dipende questo stato d’animo, e perché te lo suggeriscano adesso, che le cose, pur andando benone, in fondo, non valgono tutto questo strazio e questa fatica, ma è così che funziona.
Ci sei tu, e ci sono gli altri. La gente là fuori. Che poi è quella a cui imputare il novanta percento di queste sensazioni.
Gli altri. Sempre pronti a giudicare, sminuire, smerdare, prendere con leggerezza qualsiasi cosa, fino a quando non hanno le prove (come se voi doveste fornirgliele in ogni caso, come atto dovuto) che le vostre sciocchezze, o che loro credevano tali, valgono.
Il blog e la scrittura, per quanto mi riguarda.
E il paradosso è quello di essere stato accettato dalla mia famiglia, come blogger e come scrittore, dopo anni, proprio quando la rete, con le recenti polemiche, ha tentato di sminuire questa mia natura, di ignorarla, ridimensionarla, dirmi che, dopotutto, il fatto che mi leggano è incidentale, giusto perché non hanno un cazzo da fare, che uno vale l’altro.
Pie illusioni.
Uno non vale l’altro.
Ma è bello illudersi d’avere il potere, no?
E quindi, ora non sono più un alieno, nel mio mondo. Anche se, finora, i consigli più buoni (e sinceri) dispensatimi sono: partecipa a qualche concorso letterario serio!
Detti con benevolenza, per una volta senza superiorità morale implicita, ignorando completamente gli ultimi, uhm, cinque anni di presa di coscienza generale di quale sia lo stato degli autori e degli editori.
Ma si sa, il mondo reale va in ritardo rispetto a quello della rete.

***

Qui, nel buio solcato da luci, che un po’ immagino come lo scenario di Tron, siamo arrivati a un momento importante: acquisire un’identità e la dignità di autori. Anche quando scriviamo di cerbiatti carnivori che sbranano procaci fanciulle nei boschi.
Dignità che ci viene negata con forza e acrimonia, persino da qualche collega. E se nel mondo reale le cose cambiano, ché dai vecchi che mi criticavano, che poi appartengono alla generazione che mi/ci ha dato l’esistenza (e la crisi economica), ora, con mia grande sorpresa, vengo considerato un essere pensante che sa quello che sta facendo (e non chiedetemi come mai, so solo che da pecora nera sono diventato uno che ha gli strumenti per farcela. Forse mettendomi a paragone con altri coetanei che hanno fallito andando a sbattere), cambiano anche in quello virtuale, ma alla rovescia.
Laddove dovevo ricevere spinte e appoggio, mi si dice che sto facendo il passo più lungo della gamba. Che sto pretendendo troppo, da questo piccolo blog. Che non sono legittimato a chiedere alcunché, che non sono importante, etc, etc, etc…
Più di tutto mi si guarda con commiserazione. Cosa mai potrò fare io, senza il beneplacito di un editore, per quanto piccolo?

***

Ecco il punto di non ritorno.
Il momento in cui tutte le recensioni che ho scritto mi sembrano nulla, il momento in cui tutte le polemiche mi sembrano nulla, il momento in cui l’unica cosa che conta, andando contro tutti i miei istinti, è non abbandonare la scelta intrapresa. Ché la scelta, quella di scrivere, è stata compiuta anni fa, quando tutti mi guardavano storto. Ora si tratta di non mollare, di non farsi tirare giù dallo sconforto altrui.
Scrivo questo post per una chiacchierata fatta nei giorni passati, per una visita ai miei parenti, per i miei amici blogger e per un’amica, che condivide un momento di eccesso di realtà: tipico di quelli come me, come lei, come alcuni di voi, che vedono le cose per ciò che sono, e quello che vedono non gli piace per niente.
Come sempre, a infastidire gli zombie non è tanto la pretesa di scrivere, o di portare avanti un blog, ma la convinzione di riuscire a centrare gli obiettivi che ci siamo prefissati, con le nostre sole forze. Questa convinzione è quella che gli altri vogliono abbattere, perché loro si sono arresi da anni, e quindi dobbiamo farlo anche noi altri. Mal comune, come si dice…
E invece no. Si continua, con l’importanza acquisita, con la coscienza di raggiungere migliaia di persone e che tra queste migliaia ci sono anche coloro che fanno il tifo per te, non soltanto quelli che vogliono vederti nella polvere.
Le cose cambiano. Non nego, però, che ricevere sguardi rispettosi dalla mia famiglia, e non più carichi di disprezzo, mi ha fatto piacere. Forse è solo una parentesi, chissà. Quelli che remano contro sono stati sostituiti , in ogni caso, alla velocità della luce. Karma’s a bitch.
Un cambiamento, comunque, c’è stato. Sia in noi, che nei nostri nemici. Qualche sobbalzo che ha portato a un nuovo equilibrio.
Le cose cambieranno ancora. La differenza è che ne sono cosciente, ne siamo coscienti. E che il ritmo lo dettiamo noi. Perché quelli letti siamo sempre e comunque noi.
Continuate a bloggare, dunque. Non fermatevi, ché coi vostri blog siete importanti. Non dategliela vinta, ché non meritano questo regalo.

Never surrender.

Musica. (sì, la canzone ha un titolo strano, ma, come si dice, serve a esorcizzare)

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • Grazie.
    Questo post arriva in un momento davvero azzeccato, un vero e proprio fulmine a ciel sereno…
    :°)
    E dai dai dai, come diceva René Ferretti.

    • Grazie a te. È importante questo tuo commento, mi fa capire che queste mie considerazioni non sono cadute nel vuoto. 😉

    • 11 anni ago

    Chi l’ha detto che scrivere sia facile? Ci vogliono far credere che i blog siano morti. O peggio: considerato che chiunque possa aprire un blog sia un’attività di seconda scelta.
    Quello che fa la differenza siamo noi quando scegliamo di cosa e come scrivere. La differenza la fanno quelli che ci leggono.
    Tante volte ho pensato di mollare anche io. Poi mi sono detta che scrivere è una delle poche cose che mi permettono di svagarmi, di divertirmi, di emozionarmi. E di conoscere persone come te.
    [hai visto? sei riuscito anche a farmi registrare]
    Marlene

    • Benvenuta, allora. Mi fa molto piacere. E perché non mi dai il link del tuo blog? 😉

      • Perfetto, infatti il tuo nome ora è cliccabile.
        Vabbé, tu non te preoccupà del genere, ora che lo so vengo a curiosare. 😀

      • Adesso ho sistemato il mio profilo e dovrebbe caricarsi in automatico, comunque mi trovi qui http://www.lastanzadimarlene.com [ma non credo che sia il tuo genere]

  • Mollare? Ma nemmeno per idea, almeno finché ho quel pugno di fedeli che condividono i miei articoli e li leggono, e fintanto che il blog mi aiuta la mia mente a stare in allenamento, come la corsa aiutava la costanza fisica. E che gli altri si facciano bombare 😉

    • Ecco, un tempo correvo anche io. E il fisico e la mente reagivano bene. Devo ricominciare, serve anche quel tipo di disciplina. 😉

      • Però in quella mezz’ora/ora, ne approfittavo per ascoltare musica 😀

      • Sì, anche io correvo due volte a settimana: bradicardia, fisico asciutto, niente dolori muscolari. Certo, era una faticaccia, ma ne valeva la pena. 😉

      • Esatto. Se il lavoro mi desse un po’ di tregua e riuscissi a programmare le uscite (di solito erano 2 in settimana e 1 nel week end), starei molto meglio. Al di là di tutto, peso controllato, respirazione migliorata, dopo la doccia era una figata mettersi a leggere in pace, con le gambe che sembravano formicolare piacevolmente.

  • Puntare sulle proprie forze dal mio punto di vista è essenziale, come avere fiducia di quello che si fa. Gente sulla porta di casa o un migliaio di chilometri di computer pronta ha smontarti non cesserà mai di esistere. Più vai su più saranno

    • Sì, ma quello che sta accadendo in queste settimane ha del miracoloso. 😀

      • E chi lo sa. Comunque mi ha dato la carica per andare avanti un altro mese. Dopo si vedrà, dovrò trovare nuovi stimoli. 😀

      • Più che miracolo è probabile che tu abbia lavorato bene 🙂

  • chi abbandona la lotta è un gran figlio di mi*****

    • Corsi e ricorsi storici, eh?

  • A volte sento anche io che il continuare ad aggiornare il blog, anche con fatica e rinunciando a ore di sonno, sembri quasi inutile.
    Ma poi mi guardo e dico: Cazzo, perché mai dovrei smettere? Mi diverto e non faccio certo del male… se qualcuno non è d’accordo, be’, la porta sanno dov’è!

    Stesso discorso sulla scrittura, visto che comprendo quello che dici essendomi trovato in una situazione familiare molto simile. Io scrivo, mi piace scrivere, forse lo faccio bene forse no, ma chissene…
    Tanto che mi sono pure impegnato in quella mostruosità che è il nanowrimo. Perché so che in giro c’è chi farebbe meglio e in minor tempo, ma se non ci provo avrò sempre il rimorso di aver mollato.
    Quindi si lotta, si sanguina e si continua. Perché ne vale la pena…
    Perché noi valiamo…

    • Be’, mollare perché altri provano gusto a contestare non ha proprio senso. Si continua e basta. Come dicevo, se veniamo letti, non è perché “non hanno di meglio da fare”, ma perché trovano interessante ciò che scriviamo, in un modo o nell’altro (ovvero sia per approvare, che per contestare. Io non mi sognerei mai di contestare uno scritto di un tizio di cui non me ne può fregare di meno). E, per Dio, è arrivato il momento di ammetterlo.

      😉

  • Io sono felice che tu abbia acquisito questa consapevolezza. Poi, vabbè, io continuo a sentirmi inutile, ma non avrò mai la sicurezza e la forza che hai tu, perché proprio non fanno parte di me.
    Il problema è che tu non hai proprio il carattere di quello che si arrende e in ciò consiste la tua uberfigaggine estrema 😀

    • Sì, sono come un TIR di testardaggine. Più mi dicono che non andrò da nessuna parte, più ci passo sopra. Con le ruote e il rimorchio. 😀

  • […] Vi segnalo il post di uno degli ospiti del Blocco C della blogsfera – il mio amico Hell, che riassume abbastanza bene il mood generale. […]

  • C’è gente che realizza se stessa cercando di mantenere gli altri al loro basso livello, con il solito armamentario che conosciamo tutti:il cinismo, le critiche ammantate di saggezza….con gli anni ho imparato a non curarmene. Ma non è stato un percorso facile… 🙂

    p.s. Pantera rules!! Ci stava anche una “Walk” o “Fucking Hostile”…. \m/

    • Mi piaceva un ritmo rilassato. 😉

      • Be’, si possono sempre aggiungere. 😀
        Mi stanno facendo indossare la bandiera sudista dei ribelli. \m/ Da qualche parte, lassù, tra gli header, c’è già…. 😀

      • Sì sì, dicevo come “tematiche” c’entravano assai col post. 😉