Underground

Lupo Solitario

Farò un giro un po’ tortuoso. Come quelli che mi faceva fare Joe.
A Natale, Silvia mi regala una Freitag.
Un amore.
Il punto è che mi trovo con questa comodissima borsa. Vuota. Che comincia a piegarsi una volta messa a tracolla. Mai stato un tipo da borsa, fino a Natale.
Lampo di genio, mi ci vogliono un paio di libri per tenerla dritta. Libriccini. Ci troviamo alla casa natia, nella mia camera, piena dei libri che mi hanno cresciuto.
Ne prendo due, leggeri:

1) una edizione Mondadori, nerissima, delle Montagne della Follia.
2) il numero 1 di Lupo Solitario.

E, oggi, m’è venuta voglia di sfogliarlo, quel numero 1.
Sono finito sulla quarta di copertina e…

Mentre un esercito di mostri, al servizio dei Signori delle Tenebre, sta mettendo a ferro e fuoco il pacifico regno di Sommerlund, tu, Lupo Solitario, devi affrontare la più temeraria avventura mai capitata a un giovane cavaliere.
Dovrai affrontare in combattimento avversari crudeli e spietati che non si fermano davanti a nessun ostacolo.
Dovrai impiegare le Arti che hai imparato nell’antico monastero Ramas.
Dietro ogni pagina può celarsi un agguato mortale o una speranza di salvezza.

In questo libro il protagonista sei tu.
Buona fortuna, Lupo Solitario…

Jpeg

E a un tratto ho di nuovo quindici anni e sto entrando in libreria insieme a Marco, a comprare dei librigame. Lui sceglie il numero 1 di Alla corte di Re Artù. Il protagonista di questa serie si chiama Pip.
Inutile aggiungere l’ilarità che mi prende.
Poi l’occhio cade sui dorsi azzurri e sul simbolo del lupo. I Signori delle Tenebre è un titolo degno del manuale base di D&D, e promette ciò di cui un ragazzo di quindici anni ha bisogno: avventura di quella buona.
Senza sapere altro, ché a quei tempi, nel profondo sud e senza internet, era già tanto che i libri di Joe Dever fossero lì, disponibili; così lo compro, per la modica cifra di 9.000 lire.

E oggi, 2017, di anni ne ho quaranta, ho riaperto il libro, messo giù a penna una vaga forma di scheda del personaggio, e ho dato nuova vita a Lupo Silenzioso, giovane e “distratto” apprendista al monastero dei Ramas, che è stato inviato a tagliare legna per punizione, mentre il sacro monastero viene raso al suolo dai Kraan, creature alate al servizio dei Signori delle Tenebre.

È fantastico.
Del libro, dopo tanti anni, non ricordavo che vaghi echi di avventure passate. Quindi me lo sono goduto come fosse nuovo.
Ho scelto Mimetismo, Caccia, Sesto Senso, Guarigione e Telecinesi, come Arti Ramas. Per la prima volta in vita mia non ho imparato Scherma, ché ho pensato che un +2 alla Combattività non fosse poi ‘sta grande cosa e perché, a quarant’anni, anche coi personaggi su carta, non si ha molta voglia di combattere.

Jpeg

Sono morto due volte.
Forse proprio a causa della mia prudenza. Da ragazzo, ricordo, quando incocciai con la figura ammantata di rosso col corvo sul braccio, la attaccai senza indugio.
Cazzo, il mantello è rosso.
Rosso vuol dire pericolo.
Quasi vedo Joe Dever, giovane e barbuto, seduto alla scrivania, che usa i colori per suggerire ai giocatori ragazzi di salvare la pelle. E che scuote la testa, perché nel frattempo sono cresciuto e diventato cieco a questi segnali…
Io non pratico la violenza preventiva e da quella figura rossa sono andato per parlare… Parlare! Finendo ammazzato.
Cose che succedono.

La seconda morte è stata, lo ammetto, un tragico errore di valutazione strategica. Fin dall’inizio si sa che i Kraan svolazzano lì intorno a distruggere ogni cosa: non è una buona idea salire su una cazzo di altura priva di alberi.

Ma tant’è, ci sono salito. E sono morto.

Jpeg

E ho cominciato a divertirmi sul serio.
Andando avanti con l’avventura, saltando da un capitolo all’altro, da una pagina all’altra, ho incontrato rovine fumanti, un giovane mago da salvare, mostri da abbattere, ho patito il freddo e la fame, ho fatto tantissimi incontri. La maggior parte dei quali pericolosi. L’Arte della Guarigione mi ha fatto comodo.
E, quando ho intravisto le mura di Holmgard, proprio come ci si aspetta da un’avventura bellissima, sono finito lontanissimo dalla mia agognata meta, cadendo in un cimitero maledetto, tra tombe maleodoranti, trappole e sarcofaghi incantati da antichi spiriti.

E ancora, venuto fuori dalle tombe, entro in città, tra la popolazione in preda al panico, riesco dopo essere stato derubato nella calca, a arrivare alla sala del trono per conferire col Re… e le guardie non mi credono! mandandomi via a girovagare ancora tra la folla impazzita, leccandomi le ferite che il Necranto (nome meraviglioso!), pianta spinosa che infestava il cimitero, mi ha lasciato addosso…

Jpeg

Poi, vabbé, al Re ci si arriva, dopo essere andati a zonzo un altro po’ e aver affrontato un vecchio pazzo armato di mannaia. E essere stato rimcompensato con dieci corone per averlo ammazzato, dalle guardie cittadine.

Insomma, devo constatare che, a distanza di… venticinque anni, la potenza affabulatoria di Joe Dever non ha perso nulla. Nulla.
Anzi, ora che mi occupo di narrativa per vivere, ho finito per apprezzare ancora di più la perizia di Joe nell’orchestrare l’intreccio.

Ho letto-giocato per circa un’ora. Sono stato veloce. A giudicare dalle illustrazioni presenti nel libro, il mio percorso mi ha precluso almeno un sessanta percento di ulteriori meraviglie, che probabilmente cercherò di trovare e richiamare alla memoria, ripercorrendo diverse volte la strada di Lupo Solitario, che sempre lo porterà al capitolo 350, dal Re, per avvertirlo della minaccia dei Signori delle Tenebre, ma attraverso svariati percorsi, tutti ricchi di fascino.

Joe Dever si è spento lo scorso 30 Novembre, a me piace ricordarlo in questa foto:

joe-dever

Alla scrivania, giovane e sorridente, a fare quello che più gli piaceva, scrivere di mostri alati e cavalieri, per farci vivere avventure, per farci diventare protagonisti.

Grazie, Joe.

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    • 7 anni ago

    mi hai fatto venir voglia di riprendere in mano i vecchi librigame, grazie 🙂

    • Grazie a te per il commento. 🙂