L'Attico

L’Universo 25 di internet

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Era il 28 Maggio 2012, e scrivevo un articolo che esprimeva forti dubbi sulle recensioni, che sono il carburante quotidiano di trilioni di blog.
Più di due anni dopo, sono fiero di essere ancora qui a scrivere, di aver superato la crisi dell’ultima estate, durante la quale mi sono allontanato dalla rete, e ancor più orgoglioso di smuovere visite a carrettate, pur non rispettando i dettami del SEO (o rispettandoli in parte, va; la cosa che uno deve scrivere “recensione” prima del titolo di una recensione era ed è una solenne minchiata, ma chi volete che mi senta?), e di porre quesiti sul mondo del blogging. E sull’internet in generale.
Sì, era da tanto che non mi divertivo così a scrivere. E credo che il merito sia, per una volta, anche vostro. Sì.
In un modo contorto e involontario, ma pur sempre merito è. Quindi hurrà.

Le recensioni, intanto, sono morte.

Erano troppe. Troppa competizione.

E dicono che pure i blogger siano destinati a morire.

Anzi, lo stanno già facendo.

Eh sì. Non ve ne eravate accorti? Cadono come mosche. O come topi.
Ce ne sono troppi.

Troppi blogger.
Troppi scrittori.
Troppi leader.
Troppi comunicatori.

E l’unico risultato è l’alienazione. L’incapacità di comunicare. Oppure l’ossessione di farlo, senza scopo.
Che forse è anche peggio.

E man mano moriranno tutti gli altri figuri che popolano internet: gli esperti, i saccenti, i polemici, i brillanti, i sedicenti cinici/fighi. Gli hipster, quelli probabilmente ce l’hanno messa in quel posto a tutti, sono già morti e risorti.

Bloggare, specie in questa parte del mondo, non ha alcun senso. È pura perversione.
Recensisci un film, ti leggono, ma le tue recensioni sono inutili perché “non te l’ha chiesto nessuno”.
Scrivi di letteratura non mainstream e… tanto non interessa, non va per la maggiore.
E se scrivi una cosa che va contro la maggioranza, ti assaltano per ricoprirti di ingiurie. Non importa più nemmeno cosa hai scritto. È pura violenza verbale.

Però, ehi, così facendo sono contenti tutti.
E la cosa ha un senso.
Sì, ce l’ha. Per quanto possa essere orribile. E tra poco vediamo anche le ragioni.
Le uniche cose che tirano sono le riflessioni mascherate da giudizi lapidari: a me piace questo perché. Oppure a me non piace perché, oppure ancora questo è una merda. Senza perché.

E sono infatti tutti contenti.
Serve a soddisfare non tanto un bisogno intrinseco di comunicare, ma di primeggiare. Da solo, o con un consorzio di blogger, non fa alcuna differenza. Sui grandi numeri, questi dettagli non importano.

È come, da scrittore, essere circondati da lettori/scrittori. O come stare in un acquario in cui c’è una sola specie di pesci.
I blogger sono circondati da altri blogger o affini. Ed è un guaio grosso.

E quindi se c’è ancora qualche furbetto che, per dare dignità al proprio blogguzzo, scopiazza qua e là contenuti che non capisce, ma che son fighi senza dare uno straccio di link alla fonte in cambio (e su questo torneremo a bomba prossimamente), la maggior parte dei blog sono divorati da se stessi

Finisce che ci si mangia a vicenda. Non è pessimismo. È un dato scientifico. E io ve lo espongo lasciando a voi ogni conclusione.

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Universe 25 fu un esperimento del ricercatore John B. Calhoun realizzato a partire dal 1962.

Era un habitat perfetto per una comunità di roditori che avevano cibo, acqua e rifugi in abbondanza.

E risultò in un disastro.

Benessere e sovrappopolamento, in qualunque campo, portano alla distruzione. La società collassa su se stessa. È inevitabile.

Per quanto si possa costruire la perfetta utopia, nella fattispecie un rifugio in cui potevano vivere 3800 roditori, regolarmente pulito, senza malattie e tenuto a temperatura costante di circa 20°.

In questo “universo” furono introdotte 4 coppie di topi.

Dopo 104 giorni di adattamento, i topi iniziarono a riprodursi. Il loro numero raddoppiò ogni 55 giorni.

A quota 600 unità, dopo aver vissuto qualche mese limitandosi, per l’appunto, a mangiare, socializzare e procreare, lo spazio fisico limitato (o percepito come tale, in quanto il rifugio era capace di ospitare una popolazione molto più ampia) divenne la causa scatenante il disastro. Il sovraffollamento portò in brevissimo tempo a:

– iperaggressività
– confusione delle gerarchie sociali (troppi topi per pochissimi ruoli costantemente contesi)
– decrescita delle nascite (troppa competizione tra maschi)
– contesa del territorio e delle femmine
– incapacità da parte delle femmine di badare ai piccoli (perché quasi sempre sotto attacco; a volte uccisi dalle loro stesse madri)
– cannibalismo (causato dall’iperaggressività, nonostante ci fosse cibo in abbondanza per addirittura 3800 topi)
– pansessualismo (compulsività all’accoppiamento con entrambi i sessi) misto a narcisismo (esemplari del tutto disinteressati alla vita sociale e alla riproduzione, ossessionati dalla pulizia di se stessi)

E tuttavia, la popolazione dei topi crebbe fino a 2200 esemplari, con altissimo tasso di mortalità, fino a che la crescita non si arrestò del tutto.
Fatta un po’ di pulizia, portata la popolazione di nuovo a livelli accettabili, i topi superstiti avevano ormai perso qualsiasi capacità e istinto di socializzare, bloccando, di fatto, qualunque possibilità di una nuova crescita demografica. Avevano raggiunto uno stato di alienazione assoluta.
E di impotenza.
E di atarassia.
Che non è uno stato della coscienza idilliaco, ma il lasciarsi esistere, espletando funzioni biologiche automatiche e disinteressandosi dell’ambiente circostante e dei propri simili.

L’utopia, il raggiungimento del mondo ideale dove tutti possano vivere felici, senza soffrire per raggiungere risultati equivale all’annientamento della specie.

Troppi blogger.
Troppi scrittori.
Troppi comunicatori.
Troppi “scienziati”.
Troppi politici.
Troppi esseri umani. (tipo la serie TV Utopia, avete presente?)

Tutti scazzati, iper-aggressivi, violenti, disinteressati (“eh, qui in Italia non si potrebbe mai fare”)…

La strada verso il tracollo è fatta di mattoni dorati e di benessere.

Inquietante, vero?

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Link utili:

Behavioral sink
Universe 25: morte da utopia

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] scalpore ha suscitato il mio articolo che instaurava un parallelismo tra il sovrafollamento di internet e Universe 25, esperimento teso a […]

  • Tocca vedere se l’universo 25 (dei topi) portato avanti ad oltranza porti all’estinzione totale o “solo” ad un ciclo di medioevi – rinascimenti murini senza fine…

    Come dici tu pare ci sia moria di blog, dovuti alla moria dei lettori di qualità* che si sono spostati su altre piattaforme o hanno perso interesse? Io prima dell’anno 0 dopo la chiusura di s.e. non mi sono neanche mai preoccupato dello stato di salute dell’universo 25 (di internet) perché dei blog che ho iniziato a seguire ho sempre trovato letture piacevoli e tanti cazzi se agli altri erano cambiati gusti, ma forse ero/sono solo atarassico senza saperlo.

    Che poi sono considerazioni a margine, il senso di tutto è che l’universo 25 ( del mondo ) se può sostenere 20 miliardi di topi senza peli e siamo 8 miliardi siamo a solo un paio di cicli dalla fine dell’esperimento e non so se è peggio l’estinzione o il vicolo cieco del ciclo (ciclolo cieco?) considerato che l’universo 26 ( l’universo) potrebbe non essere una soluzione adottabile

    *lettore di qualità: lettore la cui interazione col blogger fa venir voglia allo stesso di scrivere il prossimo post. ( categoria dove non penso di stare sia chiaro)

    • Ciao, benvenuto.
      Be’, se i superstiti non si riproducono, pur essendo fertili, fanno la fine dei panda, questo è assodato.
      A prescindere dalla chiusura dei blog, il problema è serio, secondo me: perché più possibilità abbiamo per comunicare e meno lo facciamo. Più possibilità abbiamo di apprendere lo scibile umano e meno ci interessa, con gente che oggi a malapena sa impostare il proprio profilo su fb o fare un segnalibro di un sito che gli interessa.

  • Le conclusioni sono piuttosto inquietanti specie se si fanno paragoni con la realtà. Faremo una fine da topi oppure ci risolleveremo come specie e cambieremo? Purtroppo essendo un pessimista cronico ho i miei dubbi anche perchè come dici tu finchè la gente sta bene se ne frega di tutto.

    • Il benessere è una droga. In tutti i sensi.

  • Il punto è che noi non siamo criceti.
    Grazie al cazzo, dirai tu.
    Però quello che voglio dire è che noi avremmo il dovere di non finire come in un esperimento per topolini. Perché noi siamo quelli che certi esperimenti li mettiamo in pratica e ne studiamo le conseguenze. Dovremmo (ancora condizionale) essere consapevoli.
    E invece…

    • Sì, concordo. Siamo quelli che gli esperimenti li facciamo. Li facciamo per evitare che le cose si ripetano sulla nostra specie.
      E invece…

  • La specularità dell’evidenza scientifica è talmente cristallina da abbagliare. O hai la freddezza di fare qualche passo indietro, guardare bene e valutare, altrimenti continui a sguazzare. Inutile dire che mi sembra che la massa sguazzi eccome.

    • Le cose stanno veramente precipitando. Però, siccome siamo tutti contenti e non ci manca niente, non lo percepiamo.
      Però è indubbio che la violenza verbale sia in aumento, su internet, unita all’incapacità di discutere. Cioè, la violenza digitale sta crescendo, con larghissime fette di pubblico che si radunano intorno a chi urla di più.
      E sì, noi siamo esseri umani e non ci passa nemmeno per la testa di paragonarci a dei topi…
      Ma forse dovremmo…

      • Guarda, a perderci più tempo di quanto ne abbia, avrei potuto fare un post con tanto di categorie rapportate Umani-Topi. Ce n’è per tutti, anche quelli che si isolano disinteressandosi di tutto, ma commentando tutto.
        È davvero atroce.
        E snervante.
        E quindi siamo un po’ tutti coi nervi a fior di pelle.

      • Tra l’altro la percezione di chi non si occupa di blogging è che noi siamo dei perditempo sfigati e montati (mi è stato detto in più di un’occasione).
        Il che, per assurdo, non fa che confermare quel che dici tu a proposito dei giudizi lapidari e delle polemiche.
        Online quanto offline.

        Internet specchio del paese.
        Cioè un coacervo di teste di cazzo litigiose e ignoranti.
        Ignoranti, sì. Ovunque, che parlano di cose che non vogliono comprendere, ma che debbono comunque giudicare.

        Vaffanculo.

  • Ok adesso vado a cercarmi un po’ sull’internet di questo esperimento. Davvero interessantissimo diamine! 😀
    Tornando al blogging… beh… boh non so cosa dire, quindi non dico niente stavolta. Pace bene prosperità.

    • Tra l’altro è interessante di questo esperimento il fatto che le risorse fossero in abbondanza per tutti. Magari così non fosse stato il sistema si sarebbe regolato in qualche modo, il che rispecchierebbe un mondo molto più simile a quello umano in cui viviamo. Sì non c’entra col blogging quello che sto dicendo… ma mi son partite le pippe mentali.

      • Eh, l’hai detta. Si fa prima a creare un’unione monetaria mondiale… no ok, questa è una cosa che ho pensato spesso ma che non ho mai approfondito. Magari è una puttanata, ma… mah..! Comunque è indubbio che ci sia bisogno di cambiare la cultura, e soprattutto la sensibilità del genere umano, sia verso se stesso che verso il mondo in cui vive.

      • Infatti. È uno stato di cose che presto pagheremo caro, in quanto specie. Intanto sembra che sia davvero inevitabile, a meno di una rivoluzione nel modo di sentire e di vivere. Ma siccome l’uomo non sente finché non gli esplode qualcosa nelle orecchie… io sono tanticchia pessimista…

      • Può anche essere, ma finché c’è il problema della distribuzione sbagliata delle risorse e ancor più grave, quello dello sfruttamento che non tiene conto della capacità rigenerativa delle stesse, che siano disponibili o meno per 20 miliardi o più poco importa, no? Tieni conto che quest’anno abbiamo già superato l’Overshoot Day, e lo si fa sempre, e siamo 8 miliardi. Magari potrebbe ospitarne 20, ma col sistema in cui siamo, per quanto?
        Io son sicuro che prima o poi qualcuno la da una bella correzione, nel senso di sfoltimento della popolazione, con qualche bel VAIRUSSS!

      • Be’, tieni presente che oggi comunque abbiamo risorse in abbondanza per tutti. Ancora. 😀
        Si dice che il pianeta potrebbe ospitare fino a 20 miliardi di persone, con le risorse attuali.
        Immagino però che la scarsità di risorse non faccia proprio benissimo, ecco.
        Tra l’altro, si chiama Universo 25 perché ce ne sono stati altri 24 prima di quello, con variazioni, e tutti si sono conclusi in un disastro.

    • Nemmeno io ho niente da dire, sul blogging. Diciamo che ho notato questo parallelismo e l’ho fatto. Le conclusioni a voi. Ammesso che ce ne siano. ^^

      Sì, l’esperimento è quanto di più inquietante si sia mai visto, secondo me. E parlando di sovrappopolazione umana, stavolta per davvero, io ho paura, sul serio.