Per introdurre L’ora nera, niente di meglio di un commento su IMDb: Terrible Film with Many Fake Reviews in IMDb.
È la prima volta che leggo una denuncia del genere, su IMDb, da parte di uno stesso utente. Evidentemente, stavolta, il distacco tra il delirio di magnificenza delle recensioni in questione e quel che davvero è il film, è troppo netto, anche per gli ipocriti più tenaci. L’hanno fatta sporca.
Aleggia dunque il sospetto che, per spingere L’ora nera, siano state create false recensioni entusiastiche. Nessuna meraviglia, lo si fa molto più spesso di quanto crediate.
Di contro, L’Ora Nera è uno schifo, lammerda.
E stiamo ancora a raccontarcela, illudendoci che sì, il cinema abbia ancora molto da dire… e magari è anche vero… anche se mi sembra difficile, considerando il purgatorio in cui giace il fantastico. Ma qua la domanda è: perché?
1) perché le sceneggiature sono scritte a uso e consumo degli imbecilli?
2) perché i fumetti, di contro, per soluzioni narrative inattese e brillanti, sembrano scritti da alieni?
A parità di prodotto e tema e genere trattati, si avverte netto il divario: il fumetto è sempre più opera matura, nonostante in ItaGlia ci sia gente che ne blatera senza averne mai letti, dicendo quindi una marea di stronzate farcite con luoghi comuni, atteggiamento tipico itaGliano, in ogni caso.
Il cinema è territorio di non so cosa… gentaglia che crede di avere a che fare con un pubblico idiota, che non riesce a fare due+due. Il guaio grosso è che, molto spesso, ha ragione.
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Tornando al film in questione, L’Ora Nera… già l’idea che questi alieni che sono fatti d’energia vengano qui a fottersi le nostre scarne risorse elettriche è ridicola.
Ma fosse solo questo.
I sopravvissuti sono bidimensionali. No, neppure. Definendoli bidimensionali si fa uno sgarro ai fumetti. Sono il nulla. Cinque idioti senza personalità. Ridicoli e offensivi per chiunque.
L’ambientazione è Mosca. Fiiiigo!! Evidentemente gli americani si sono resi conto esistono altri set interessanti che non la solita New York distrutta un trilione di volte.
Muoiono, dunque, tutti.
Sopravvivono i cinque, una vecchia che, armata di cazzuola (!) si sta murando dentro casa, PFAHAHAHAHAH!, e un elettricista panzone che, da buon archimede pitagorico, contro tutti gli scienziati del mondo, ha scoperto che gli alieni sono fatti di microonde, e che quindi in loro presenza è possibile cuocere i cibi precotti. Ha anche brevettato un fucile fatto con fili di rame intrecciati, alimentato non si sa come, forse con le pile degli orologi Casio, e che spara (!).
Vive asserragliato nella sua personale gabbia di Faraday. Siamo alle solite, gli alieni sono così sofisticati che per battere i loro sistemi di attacco e difesa occorrono i rimedi della nonna: la gabbia di Faraday.
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“Ma… ma… sono morti tutti. Non c’è più nessuno, non abbiamo più una casa!”
“Ah sì? Be’, in ogni caso ci serve un punto di vista migliore! Andiamo all’ambasciata!”
Ecco, quello sopra è un esempio dei dialoghi del film, talmente surreali, considerato il contesto apocalittico, che non ci si crede. I protagonisti hanno perso tutto, casa, genitori, amici, la cosa non li tocca minimamente. Soffrirebbero di più per la perdita del portafogli.
E poi… i guerrieri moscoviti. Che affrontano gli alieni a cavallo e combattono neanche fossero a Stalingrado, MUAHAHAHAHHA. Per tacere dello squallidissimo romance tra i due protagonisti.
Cioè, cari amici cineasti americani, la volete piantare di raffigurare l’Europa per stereotipi? Ci mancava solo l’italiano pizzettaro coi baffi e il mandolino, in puttan-tour in quel di Russia…
Fate un favore al mondo, viveteci, in Europa, non venite a fare i turisti e a girare filmacci infarciti di… retorica (?). Boh, non so neanche come definirla. Magari è solo ignoranza.
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E infine, la domanda da un milione di dollari, quanti di voi, vedendo L’Ora Nera hanno pensato: io l’avrei fatto meglio?
Ecco il punto, com’è possibile che uno schifo del genere venga prodotto e distribuito in tutto il mondo?
Il vero mistero che mi fa credere che ci sia davvero in atto un’invasione aliena che insiste a distruggere tutto ciò che di artistico ancora possiamo produrre.
Pietà.
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