Sfuggendo la distopia, o la visione di un futuro necessariamente tetro, c’è chi prova a proiettarsi al di là del cambiamento climatico globale dovuto al surriscaldamento, quando l’innalzamento degli oceani sottrarrà molta terra adesso abitata.
L’architetto Vincent Callebaut ha firmato un concept per far fronte a questo scenario: l’idea è una città galleggiante, semovente, energeticamente indipendente e completamente autosufficiente.
Lilypad.
Ispirato a una ninfea fin nella struttura, il progetto della città del futuro è magnifico: un’area di cinquecentomila metri quadri, dove ospitare fino a cinquantamila persone.
Le lilypad dovrebbero costituire una versione potenziata e migliorata delle odierne navi da crociera, con la differenza fondamentale di riuscire a sfruttare simultaneamente l’energia eolica, solare e idrica, quest’ultima derivata dal moto ondoso e dalle maree. La capacità poi di spostarsi la metterebbe anche al riparo da eventuali cambiamenti climatici radicali.
L’unico dubbio riguarda gli tsunami o gli uragani. La domanda è se e quanto questa città resisterebbe a simili eventi. Ma è anche più che probabile che, quando riusciremo a vederla inaugurata, saremo in grado di prevedere con un certo anticipo le calamità.
La lilypad ospiterebbe ogni peculiarità della cultura umana, dall’intrattenimento culturale allo sport, per non parlare poi della sezione subacquea che consentirebbe piacevoli passeggiate al di sotto della superficie, con una visione diretta di profondità finora a portata esclusiva di sommozzatori professionisti.
Alle città-ninfea si acederebbe via aria e via acqua.
Personalmente, non mi dispiace l’idea di un futuro acquatico per la nostra specie. Vien già voglia di mettere mano alla tastiera e scriverci su.
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Vincent Callebaut Architectures