Importante per un artista è il colpo d’occhio.
Quella capacità di impressionare subito.
Certo, ci sono bellissimi lavori che arrivano solo in ritardo, dopo essersi soffermati sui dettagli, a quali non voglio assolutamente togliere il merito.
Ma, ecco, per ciò che concerne il lavoro di Stuntkid, al secolo Jason Levesque, per me è stata la classica folgorazione.
Di diritto, questo giovane roscio (in foto) è entrato nella mia personale top ten.
Ad avere dei soldi da investire, gli commissionerei di sicuro qualche lavoro. Una copertina, per cominciare.
E anche una tela originale da appendere nel mio salotto.
Trovo particolarmente accattivante, nel lavoro di Stuntkid, sia l’uso blando dei colori, con tinte chiare, pastello, che raramente colpiscono l’occhio, e parallelamente questo accostamento tra la figura femminile, sinuosa, voluttuosa, con creature le cui linee sono altrettanto sinuose: meduse, sanguisughe e affini.
Creature che lasciano scie visibili, quelle sì colorate, addosso alle inconsapevoli modelle.
Entrambi sono soggetti esteticamente interessanti, linee curve, pulite, che offrono geometrie irregolari, direi quasi decorative.
Altro elemento frequente è l’acqua, quell’acqua che, se ben impiegata, è duttile come il vento, gioca con le vesti e i capelli delle figure umane e, perché no, anche coi tentacoli di quelle inumane, donando loro una transizione di significato.
Laddove le meduse fanno la parte del cervello e della spina dorsale.
Spire incantate, che a volte, sono semplice fumo di sigaretta.
Ninfee e piante acquatiche, per un vascello che perde l’acqua.
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