Serie televisiva del 2012, Last Resort, che va in onda in contemporanea con gli Stati Uniti. Non è la prima volta, ma è cosa buona e giusta. Auspicabile, in effetti, che questa divenga prassi, dato che ci fa sentire, noi italiani, cittadini del mondo, e non gli ultimi arrivati.
Solo sette episodi previsti per questa prima stagione, almeno a quanto risulta da IMDb. Avendone visti solo 3, si può persino parlare di giudizio di metà stagione.
In breve, Last Resort mostra le vicende dell’equipaggio del Colorado, sottomanino nucleare statunitense, rifugiatosi nella baia di un’isola tropicale (poi occupata), perché il suo Comandante (Chaplin, ndr) ha rifiutato di eseguire un ordine che imponeva un attacco nucleare sul Pakistan. L’attacco, così come l’ordine e le risposte del Governo degli Stati Uniti sono poco chiare, e così si crea una situazione di stallo, con la piccola isola, il Last Resort dei fuggiaschi, improvvisamente assurta a dominio indipendente, nonché potenza nucleare (visto che il Colorado dispone di una potenza di fuoco di 18 testate tattiche intercontinentali).
Ricco di suggestioni, questo telefilm, che pesca specialmente da tre celeberrimi prodotti: Caccia a Ottobre Rosso, la serie televisiva “24” e, ultimo ma non meno importante, “Lost”.
Il Colorado è provvisto di un dispositivo sperimentale di occultamento, come il sommergibile del Comandante Ramius. Piccolo artificio per rendere credibile l’idea che, da solo, il sottomarino riesca a tenere testa all’intera Marina americana.
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Da 24, Last Resort assorbe l’atmosfera di cospirazionismo, in special modo il clima di sospetto che aleggia nelle sale del potere, Casa Bianca in primis. Infatti, anche stavolta, l’inquilino della stanza ovale è messo sotto la lente, le sue intenzioni sono ambigue, anche se non viene ancora mostrato, e si sospetta anzi una sorta di colpo di stato che ha visto nel Colorado uno strumento impazzito. Staremo a vedere.
Da Lost, invece, Last Resort assorbe le suggestioni proprie dell’isola. E non parlo solo di similitudine di setting, anche questo infatti è girato alle Hawaii, quanto del riproporre un microcosmo di personaggi diversi, costretti a una convivenza in un territorio limitato.
Il telefilm basa la maggioranza delle sequenze sull’isola e ha avviato una serie di snodi minori dell’intreccio basati proprio sulle nuove dinamiche sociali. Nessun fumo nero all’orizzonte, per ora; non che sia previsto, data l’impronta realista dell’operazione.
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Le sequenze di combattimento sottomarino sono di buon livello. Ormai la CGI garantisce qualunque effetto si voglia ottenere, e conseguente pathos.
Ritorna in video Autumn Reeser, attrice per la quale ho un debole, e che ha un ruolo che forse garantirà sorprese.
All’ottimo giudizio che potrei dare alla serie, finora, si oppone una serie di perplessità relative alla caratterizzazione dei personaggi principali, nei quali ravviso abbondanti dosi di stereotipi. A partire dal Navy Seal disilluso, per passare dal Secondo volenteroso e innamorato della mogliettina, alla figlia dell’Ammiraglio (figlia di papà, infatti) che indossa i gradi da Tenente, ma che non ha il rispetto dei suoi uomini, e ancora dal Nostromo intrigante e rompicoglioni, per concludere col Comandante che porta addosso il lutto. Sapete, quel Comandante saggio e riflessivo che conosce il dolore (e la bontà, come l’Uomo Tigre), una specie di bodhisattva, fatto così a uso e consumo dell’empatia degli spettatori semplici.
A parte, quindi, questa serie di “tipi”, Last Resort per ora è un prodotto superiore che merita una visione.
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