Serie Tv

La rivincita della Mean Girl

lead_960Riferendomi a Scream Queens, nell’articolo precedente, ho sottolineato il conflitto generazionale alla base della narrazione di questa nuova serie TV.
Scream Queens è satura di conflitti, in verità. Quello generazionale è solo uno dei tanti.
Il conflitto è alla base del tessuto narrativo dell’intera serie. È ciò che la anima, è l’energia vitale.
Spesso trattasi di conflitto manicheo, tra opposti: buio/luce, bene/male, innocenza/perversione.
Conflitto che sembra esaurirsi nello splatter liberatorio.
Sequenza cardine di questa teoria, è quella in cui Red Devil decapita con la sega elettrica l’innocua mascotte che l’ha sostituito, Coney, il cono gelato sempre sorridente.
È la rivincita dei cattivi sui buoni?
Parrebbe.

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Anche e soprattutto considerando che la protagonista, Chanel Oberlin, è una “mean girl”, una bulletta. Ricca, figlia di papà che:

risponde con battute acide e umilianti
sottomette le sue amiche
crea copie di se stessa numerate (le varie Chanel) perché non può perdere tempo a ricordare i nomi di ciascuna e per mantenere un distacco netto dal volgo che asservisce

Ovviamente si tratta di esito satirico-caricaturale.
La satira è accentuazione dei tratti deteriori  del carattere del personaggio che essa ha preso di mira.
Le mean girl esistono nella realtà e si comportano esattamente come la Chanel Oberlin di Scream Queens, solo senza fanfara, luci sfavillanti, effettacci splatter e via dicendo, ovvero senza scenografia e occhi di bue.

Però il problema resta:

i veri protagonisti di Scream Queens, quelli per cui fai il tifo, sono i cattivi.
Niente di nuovo, in effetti, niente a cui non abbia pensato già Wes Craven, quando ci ha portato a tifare Freddy Krueger, film dopo film, affezionandoci alle sue battute idiote e ai metodi sempre più creativi per far fuori gruppi di ragazzini insopportabili.
Alla fine, i motivi per cui i cattivi sono tali, alla base del loro agire, non importano neanche più, il loro “arrecare il male” è solo un gradevole eccesso di personalità, che li caratterizza e li rende unici.

È la trasfigurazione del genere e dei contenuti.
Emma-RobertsDettagli come la dieta cui Chanel si sottopone, batuffoli di cotone, trasportati in una valigetta trasparente D&G, che vengono imbevuti nella salsa barbecue quando è proprio affamata e vuole esagerare, fanno della Oberlin l’eroina dello show. Al di là delle rivincite sui maschi stronzi che lei si prende, non ci interessa una Chanel buona e giusta, perché non ha bisogno di esserlo.

Stesso discorso per Red Devil, che è la controparte di Chanel. Lo guardi, con quel sorriso perenne e quell’armatura muscolosa, e lo ami per ciò che è: l’intermezzo.
Scream Queens è una serie di situazioni horror, una situation horror, che vengono scandite dal metronomo costituito da Red Devil.
La vicenda prosegue, evolve fino a quando Red non cala la sua motosega, in una nuvola di spruzzi di sangue. Dopo di ché lo show si resetta, e ricomincia con le situazioni horror, fino al prossimo assassinio.

Le mean girl sono l’equivalente dei serial killer. Sono le protagoniste negative che hanno in sé, merito anche della bravura e della simpatia di Emma Roberts che presta volto e corpo a Chanel Oberlin, la simpatia bastante a che la gente inizi a fare il tifo per loro, senza che occorra alcuna giustificazione.
Chanel è una stronza, noi la amiamo in quanto tale.
La sua forza è l’arroganza con la quale maltratta i sottoposti, che, dal canto loro, non è che siano il trionfo della bontà.
Il messaggio, ridotto ai minimi termini, di SQ potrebbe essere: in fondo siamo tutti stronzi, quel che conta è essere il più simpatico.

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