Chi fosse diventato solo di recente un lettore o un fan di Book and Negative forse non sa che due generi cinematografici sono particolarmente apprezzati dal sottoscritto.
Entrambi appartengono alla Golden Age di Hollywood, incarnati soprattutto da un decennio, dal 1950 al 1959, che risentì pesantemente della cosiddetta era atomica.
Non sono due generi associabili, tanto elegante e ricercato, per quanto dannato e senza redenzione, era il noir, che poteva vantare il coinvolgimento di grandissime star, del calibro di Humphrey Bogart e Glenn Ford, Lauren Bacall e Gloria Grahame, e un regista, fra i tanti nomi, quale Fritz Lang, non precisamente l’ultimo degli sprovveduti, tanto raffazzonata e pionieristica risultava la fantascienza, allo stesso tempo impregnata di altissime ambizioni narrative, ché narrare l’apocalisse e la fine del mondo non era impresa comune.
Lungi da me l’idea di mettere a confronto questi due generi, per quanto non possa fare a meno di notare certe analogie, voli pindarici, che però forse derivano, senza scampo alcuno proprio dalle medesime inquietudini storiche.
I capolavori del noir e i B-movie della fantascienza classica hanno avuto medesima origine, in fondo. Gli esseri umani coinvolti nella loro realizzazione vivevano lo stesso momento storico: avevano assistito, nel 1946, in un misto di orgoglio e terrore, ai lampi atomici nell’isola di Bikini.
Furono ben 67.
Perché l’atomo era stato scoperto e adoperato per mettere fine al secondo conflitto mondiale. Pretendeva, al di là di quella devastazione, di essere studiato e tenuto sotto controllo, per quanto possibile.
Guardai io stesso un filmato, anni fa, di una pecora sopravvissuta a una delle esplosioni, l’orecchio e parte della testa stracciate, la carne viva in mostra, che continuava a brucare, ripresa e nutrita dai militari.
Una pecora indistruttibile, o forse particolarmente fortunata. Del resto, non era impossibile sopravvivere: un uomo giapponese s’era beccato entrambe le bombe, Hiroshima e Nagasaki (dove era stato portato per riprendersi dalla prima bomba… sì, quasi una barzelletta, per quanto atroce), e finì per morire non anni, ma decenni più tardi.
Uno su centinaia di migliaia.
Lo scoppiare del lampo all’orizzonte, l’onda d’urto devastante, il fuoco che brucia ogni cosa, la ricaduta radioattiva. Le maschere, i gusci protettivi per i neonati erano appena stati lasciati indietro, nel decennio precedente, che ora una nuova minaccia inarrestabile s’era affacciata.
Immagino l’impatto che questa realtà e l’angoscia che la condensava potesse avere su quelle comunità rurali, che finirono per diventare set naturale delle produzioni catastrofiste, microcosmi dove poter sfogare in piccolo il terrore e il senso di colpa dell’estremo potere scoperto dall’uomo, vero e proprio monito, prima di essere costretti a raccogliere i cocci di un mondo morente, nel caso in cui i capi di stato, in un momento di follia, avessero deciso per massicci bombardamenti.
Ecco quindi l’alterazione delle dimensioni causate da radiazioni: sanguisughe giganti, formiche, esseri umani. Gli effetti concreti di questo squilibrio di potere verso la specie umana erano nefasti.
Lucia sta affrontando medesimo tema in queste settimana sul suo blog: il cinema atomico, analizzando proprio uno di questi sottogeneri.
Noi bazzicheremo nel B-Movie, coi mostri e gli alieni venuti dallo spazio esterno.
Allo stesso tempo, c’era chi si dedicava ad altre apocalissi, intimiste e silenziose, per quanto brutali, amando e arricchendo il genere noir.
Noir che, proprio come dicevo, prodotto in quegli anni di angoscia, raramente fa riferimento esplicito all’atomica, perché il noir, pur ambientato in metropoli, coinvolge nel suo inferno un nucleo ristretto di protagonisti. Il noir è dannazione, prima di tutto, è dipanare un intreccio oscuro, lasciandosi sfiorare e cambiare dallo stesso, quasi come una contaminazione da radiazioni, una contaminazione dell’animo umano.
Nessuna redenzione nel noir, che non venga pagata con la vita.
Abbiamo questo chiasmo: noir, fantascienza, dannazione e radiazione.
Là dove il noir isola i propri protagonisti nei labirinti di grandi città, spesso e volentieri sfondo pulsante al loro stato emotivo, città notturne, piovose, piene di locali fumosi, colmi di gente sconosciuta, un’umanità rumorosa che resta sconosciuta, irragiungibile.
E dove al contrario, la fantascienza rende i suoi attori uomini d’occasione, di fronte a scenari immensi, che coinvolgono presto, e nella peggiore delle ipotesi, l’umanità intera. Piccoli inferni che affliggono paesini nel deserto, che rispecchiano una prossima catastrofe generalizzata.
Due visioni oscure e pessimistiche. Che ho intenzione di riprendere. Book and Negative è stato ed è anche questo.
Qui di seguito, i link agli articoli che affrontano entrambi i generi.
Ne arriveranno altri.
LINK UTILI:
Fantascienza
Assalto alla Terra (1954)
L’Attacco della Donna di 50 piedi (1958)
L’Attacco delle Sanguisughe giganti (1959)
Attack of the Puppet People (1958)
Il Bacio della Pantera (1942)
Delitto in 4ª Dimensione (1959)
Radiazioni BX: Distruzione Uomo (1957)
Il Mostro della Laguna Nera (1954)
Il Pianeta Proibito (1956)
L’Ultimo Uomo della Terra (1964)
Il Villaggio dei Dannati (1960)
Noir
Il Diritto d’uccidere (1950)
Il Grande Caldo (1953)
Il Grande Sonno (1946)
Human Desire (1954)
Sudden Fear (1952)