L'Attico

Il vitello a due teste

Da quando ho chiuso il blog non ho fatto altro che pensarci.
Un pensiero fisso, costante. Un misto di malinconia e sollievo. Avevo deciso di lasciare le cose come stavano. Far perdere questo nucleo di pensieri e immagini, che per anni meglio mi ha rappresentato, nel nulla.
Poi mi sono imbatutto in questa poesia di Laura Gilpin, the Two-headed Calf (il vitello a due teste), splendidamente illustrata da Adamtots, e mi è sovvenuta la tanto cara teoria dell’attimo.

Tomorrow when the farm boys find this
freak of nature, they will wrap his body
in newspaper and carry him to the museum.

But tonight he is alive and in the north
field with his mother. It is a perfect
summer evening: the moon rising over
the orchard, the wind in the grass. And
as he stares into the sky, there are
twice as many stars as usual.

Domani, quando i ragazzi della fattoria
troveranno questo scherzo della natura
lo avvolgeranno in un foglio di giornale e lo
porteranno al museo.

Ma stanotte è ancora vivo, nel campo a nord
insieme a sua madre. È una perfetta sera
d’estate: la luna sorge sopra il frutteto,
il vento soffia nell’erba. E, quando guarda il cielo,
ci sono il doppio delle stelle.

L’attimo è qualcosa che ho sempre sfiorato, inseguito, e anche goduto.
Lo sfiori, appunto, non lo possiedi appieno, mai del tutto.
È sfuggente, è vero, ma capace di dilatarsi e durare un tempo infinito. Una nota musicale, un sussurro, un battito di ciglia.
Per quell’attimo siamo felici, pieni, completi.

Poi sì, il tempo fagocita tutto. Ma, per certi versi, la relatività ci insegna che un attimo, per un’altra civiltà, può corrispondere a millenni.
L’universo in un palmo? Può darsi, ma anche solo una piccola gioia condivisa, può durare una vita intera.

Giorni addietro ho perso un’amica, andata via troppo presto.
Sono lento, nel parlare di certe cose. Magari anche incoerente, ma è come mi sento.
Nello smarrimento, mi è venuto subito in mente un meme, trovato su internet. Sì, un meme, fasullo, per giunta. Una frase attribuita al Buddha:

il problema è che si pensa di avere tempo

Il tempo che Francesca non ha avuto, e gli attimi che ha vissuto.

E ho pensato al vitello a due teste di Laura Gilpin. in special modo al suo momento perfetto, con la madre che gli lecca la testa, amorevole, la luna che gli svela la sua prima (e forse unica) notte su questo pianeta meraviglioso, la voce del vento tra i fili d’erba, i profumi della terra umida.
In quel momento il vitello è vivo e nella pienezza della gioia, curioso della vita. Il museo non c’è, forse verrà, o forse no. Non esiste. Esiste solo quell’attimo. È perfetto. Come la nostra memoria.

Che è l’unica cosa che ci resta.
Conserviamo gli attimi, dunque. Durano per sempre. Facciamone di nuovi, finché possiamo.
Il tempo combattiamolo il più possibile, tanto non se ne importa nulla di noi.

Ciao Fran. Ci manchi.

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