L'Attico

Il Regime di Realtà

Negli ultimi giorni sono capitate parecchie cose. Tra le tante è successo, ad esempio, che Norys mi sottoponesse un film di fantascienza russo, produzione 2008, con sottotitoli in tedesco…
Corretti i sottotitoli nella nostra benemerita lingua italiana, quel che mi è rimasto è un malloppone pseudo-fantascientifico in due parti, ennesimo adattamento dei due simpatici fratelli Arkady e Boris Strugatsky, due tra i più scopiazzati autori di fantascienza che la storia ricordi.
Parlando brevemente del film, The Inhabited Island, quando non si è convinti di stare assistendo ad una versione techno-pop-fashion di “Uomini e Donne”, col bel tronista tamarro a bordo del suo vascello/calamaro spaziale, quel che resta è una produzione di circa 30 milioni di dollari che è ingenuamente scontata, poggiando l’intreccio su tutta una serie di stereotipi ovvi nella costruzione di un’avventura classica, ma che riesce a sorprendere per l’assenza di tutti quei passaggi obbligati, leggasi info-dump di celluloide, necessari per introdurre un mondo complicato e variegato quale quello ideato dai fratelli Strugatsky; e che, in definitiva, ti fa sorridere ed essere indulgente verso quello che può essere considerato un tentativo di un cinema che sta riscoprendo ora quelle che erano le virtù guerriere e balorde dei miti del Cinema Anni Ottanta a Stelle e Strisce.

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Vasily Stepanov, il bellimbusto protagonista, non è Schwarzenegger, né Stallone. Chiariamolo subito. Se devo proprio dirlo, mi sembra la reincarnazione di Mirko dei BeeHive, ciuffo rosso a parte. Cosa, questa, che lo scaraventa direttamente nell’Inferno degli Scorticati Vivi a Testa in Giù, per quanto mi riguarda. Recita male, malissimo. Il bello di tutta questa storia, però, è che i nostri cineasti e produttori russi lo ammettono candidamente:

Director/producer Fyodor Bondarchuk said in an interview that he was so outraged by Vasily Stepanov’s bad acting that he had a nervous breakdown and recovered only about 18 months after the filming. Stepanov’s acting was so bad that the editors had to combine many cuts when editing the film, Bondarchuk also said. (dalla sezione “trivia” di “The Inhabited Island”, IMDb)

Il regista ha avuto un esaurimento nervoso a causa sua, del cherubino/tronista Vasily, per via della sua inettitudine come attore. E questi qui sono così grandi da ammetterlo. Da parte mia, dopo averlo letto, si sono guadagnati la mia gratitudine e il mio rispetto. Almeno, evitano di prendere per il culo lo spettatore. Coerenza è l’unica via…
La stessa coerenza che hanno dimostrato nella scelta dell’eroina protagonista, nonché fiamma del nostro Vasily/Mirko, tale Yuliya Snigir che, dopo una rapida ricerca nei lidi di internet, ho scoperto essere una starlette. La sexy starlette russa [scosciata] del momento che potete ammirare qui. Per la serie tutto il mondo è paese.

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Tutto il mondo è paese, dicevo, tranne l’Italia.
In Italiastan non c’è fantasia che tenga. In Italia io mi ritrovo a sognare che si producano cagate come questa cui ho accennato, purché mi si dimostri che si possono produrre anche qui da noi cagate come questa. Che non saranno chissà cosa, che non sono “sane & educative”, ma che, per lo meno, divertono. Ma no… in Italia non si produce fantascienza, roba da bamboccioni, segaioli e sfigati. In Italia si fa solo roba seria, con la quale lo spettatore possa identificarsi.
In Italia, ormai, non resta che darsi un colpo di pialla ben assestato sulle parti basse. E tanti saluti.
È l’effetto realtà. Del Regime di Realtà.

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E non parlatemi delle eccezioni. Degli scrittori, che pure esistono, del regista di turno che, messi quattro soldi da parte, filma un cortometraggio di qualità che, ovviamente, è apprezzato all’estero e cagato a spruzzo qui da noi.
Lo so che ci sono questi tipi qui. È solo che… non fanno testo. Il loro numero è insignificante rispetto alla sistematica infornata annua di fiction, telefilm, film per la tv & altre stronzate basate su concetti mutuati dal Manuale delle Giovani Marmotte del Marketing.
Mi dispiace, ma in questi giorni ho la memoria corta, per cui non ricordo più dove l’ho sentita la fatidica questione del “Chi si identifica?”. Mi pare su “TV Talk” , in onda su Rai 3, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Resta il fatto che l’ho sentita.
Quel “Chi si identifica?”, se non lo sapete, è il mantra ripetuto costantemente nei vari consigli, quelli delle televisioni nostrane [RAI o Mediaset o altre ancora non fa differenza, temo] dove si decide come buttare i soldi quest’anno in un’altra fiction sulla Montessori in fiction che causeranno istantaneamente il vomito a tutti gli appassionati di fantastico che ne hanno piene le palle dei personaggi storici italiani, delle produzioni con la Bellucci o con qualche altra Miss Italia prestata al cinema impegnato e dei preti investigatori e dei carabinieri, dei R.I.S. che fanno l’occhiolino a nove stagioni e passa di C.S.I. e dei poliziotti alle prese con storie mutuate dalle pagine di cronaca dei quotidiani… non foss’altro perché, in quest’ultimo caso, sono fatti troppo recenti e si sa già come vanno a finire. Almeno, rendetevi conto di questo e cambiate il finale, dico io!

***

Che razza di domanda è “Chi si identifica?”?. Ve lo spiego io: è impossibile concepire, per questi signori, di investire dei soldi verso la creazione di un prodotto di genere fantastico perché, secondo gli stessi soloni, il pubblico pretende di identificarsi con i protagonisti dei suddetti prodotti. Inutile stare a sottolineare l’assurdità di tale convinzione: chi mai può identificarsi con John Connor perseguitato dai Terminator o con i naufraghi dell’Isola di Lost? Eppure, chissà come, queste e altre creazioni della stessa specie, non basantesi sul principio dell’identificazione, hanno conosciuto un successo mondiale. Davvero strano il mondo reale, a volte…
Chi mai si può identificare in un telefilm alla District 9? Chi mai si può identificare in un ladro gentiluomo alla Lupin III o in un cacciatore di licantropi?
Perché in Russia, Spagna, Francia, Svizzera, persino Brasile e Sud Africa si può produrre cinema e televisione di genere fantastico e qui da noi solo di genere maniaco-depressivo della specie “padre & figlio in conflitto” o “famiglia disastrata da problemi di droga & finanziari sullo sfondo di un’Italia politicizzata” e ancora, “matrimoni falliti e giovani megere/rampolle a caccia di un uomo da ingabbiare”?
Sono stufo della realtà, per rispondere ad Alex. In questi giorni ho preso tante di quelle dosi di realtà da stare bene per una trentina d’anni. Non voglio essere educato ai sani valori italiani, attraverso ciò che odio di più, ovvero una serie interminabile di fiction fotocopia su altrettanti personaggi, sedicenti modelli ideali di una morale non necessaria e tanto meno attuale. Sarò cinico, ma, in un caldo weekend di fine giugno, se dovessi accendere ancora una volta il televisore e vedere un’isterica Cortellesi/Montessori che delira sul futuro delle nazioni che trattano bene i propri bambini, il colpo apoplettico di reazione è assicurato. Perciò portatevi avanti e cominciate a dirmi addio.
Voglio velivoli spaziali, voglio filosofia esistenzialista di realtà possibili, ma anche sparatorie a colpi di faser, spade laser e aliene dalle orecchie a punta. Voglio sexy cyborg che mi seducano e mutaforma sovrannaturali. Perché ne ho bisogno. Perché mi piacciono e mi sono sempre piaciute, cose come queste. Perché la realtà è noiosa e brutale, proprio nel suo quotidiano, ed è anche indifferente. E nonostante tutto la affrontiamo e andiamo avanti. E poi perché mi rifiuto di divenire parte e vittima del Regime.
Il Regime di Realtà. Quello che vige in Italiastan. Un mondo di depressione e sofferenza cinematografica sistematica da cui neppure la fantasia ha più il potere di uscire.

Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 14 anni ago

    Boss tu sei un tipo stracolmo di problemi, è inutile che insisti………….. 😉
    Volevo farvi notare che ci sono anche le repliche dei Cesaroni eh!

    XOXO 😀
    K.

    • 14 anni ago

    Vorrei dire anch’io qualcosa di intelligente.
    Ma non mi viene.
    Eppure, di tv non ne guardo più dal 1996. E non scherzo.
    Evidentemente, il problema è mio e non della tv.

      • 14 anni ago

      Qua puoi dire quello che vuoi… sei sempre il benvenuto.
      Io contesto l’assoluta mancanza di alternativa che caratterizza la tv e il cinema italiano. Anche questo deve essere un problema mio…

      😉

    • 14 anni ago

    @ Orlok
    E come no? C’era la Mondello nuda, mica male, e Tognazzi che faceva il saggio irlandese.
    ahahahahahahhaahahah LOL
    😆

    • 14 anni ago

    @Lycan ahahah grande 🙂

    @Nosferatu L’isola dei segreti Korè asd, no comment…

    • 14 anni ago

    Caro Elgraeco volevo farti notare, ora che mi è venuto in mente perché sai mi sono svegliato, che una fiction italiana di genere fantastico c’è eccome! Qualcuno rammenta “L’isola dei segreti – KORE'”?
    Ne avevo parlato anche nel forum!
    Il tentativo, quindi, c’è stato. Anche se si tratta di un tentativo andato a mare.

    buonanotte

    • 14 anni ago

    Anche a me è piaciuto un sacco quel film!
    Ma per essere avvocati del diavolo non è strettamente necessario arrivare a violentarsi…

    “Assistere a una fiction di questo genere migliora lo spirito e forse mette pure le ali…”

    E comunque questa frase te la rubo. La userò la prossima volta, quando commenterò (se sarò impazzito a sufficienza) la fiction annunciata da Norys, quella con Scamarcio investigatore Zaza!

    STRALOL! 😆

    • 14 anni ago

    elgraeco guarda che ti sbagli. La fiction in Italia è curata, ben fatta, piena di spunti interessanti e coinvolgenti. Tra l’altro non è soltanto per una questione di identificazione dello spettatore se si producono questo genere di capolavori. E’ anche un modo per fare cultura. Assistere a una fiction di questo genere migliora lo spirito e forse mette pure le ali…

    Ok, ora che mi mi sono violentato per scrivere queste stronzate, posso a buon diritto definirmi “avvocato del diavolo”, no? Perché a me il film omonimo con Keanu Reeves e Al Pacino era piaciuto un sacco.

    • 14 anni ago

    Ao’, a Montessori a stanno a fà proprio adesso! Giovanni è tornato a scola! AHAHAHAHHAHAA
    Se me se permette volevo spezzà na lancia a favore de Yulia, l’attrice russa. Ammazza ao!
    So ‘n drago. Ce lo so già.

    sciao a tutti
    😎

      • 14 anni ago

      Eh, ma non vi affannate a contraddirmi eh? Mi raccomando.
      Sono felice per Giovanni che è tornato a scuola, purché non lo veda in televisione all’ora di cena, sennò mi si blocca la digestione.
      Ribadisco che tu sei invero prezioso per questo blog, messer Lapsus. Su Yuliya puoi spezzare tutte le lance che vuoi. Ovviamente quotone anche per te!

      😉

    • 14 anni ago

    Prima che spunti il solito avvocato del diavolo a commentare o a mandare email minacciose del cazzo:

    È OVVIO CHE STIAMO GENERALIZZANDO

    Tornando a noi, quotone su Alex per i mondiali a metà, che ieri volevo vedere Germania – Inghilterra e niente perché qualche geniaccio di turno ha stabilito che dovevamo vederci l’altra… E vabbé, tanto col cazzo che mi abbono alla “TV digitale”, per non fare nomi! Non avranno mai il mio scalpo!

    E perché, io non me li ricordo i pomeriggi passati a guardare filmoni? Scontro di Titani, quello figo, lo facevano tranquillamente alle quindici. Adesso dobbiamo sorbirci imitazioni di sit-com oltremodo ridicole e soap opera altrettanto comiche, involontariamente.

    ITALIANS ARE AMONG US! Giustissimo. Gli zombie ci temono perché siamo noi altri a mangiar loro il cervello con le nostre fiction della filodrammatica. Ma cos’è un complotto per farci rincoglionire? A questo punto non saprei dire…

    Non ascoltano perché noi, il pubblico, per loro, siamo capre, né più né meno. Alle capre si dà erba da brucare, e basta.

    Beppe Fiorello è tutto, anche padre di famiglia disastrato, televisivamente parlando, perseguitato dalla giustizia, operaio fallito e non so cos’altro. Ogni volta che compare in video mi viene l’orticaria, bontà sua!
    Che poi lui deve lavorare, non è neanche colpa sua… o no?

    Vado a buttare il mio televisore. Ho chiuso. Meglio internet.

    • 14 anni ago

    Ah ah ah ha! Mirko! Ah ah ah!
    Incredibile è che proprio l’altro ieri guardando la fiction su Maria Montessori mi stavo domandando se per caso non ci fosse un programma più adatto da trasmettere in prima serata, d’estate….. Non so una commedia, un classico della fantascienza anni 80, di quelli che ti piacciono tanto….. Ma non c’è niente da fare, non ascoltano.

    @ Norys
    Intendi Beppe Fiorello? La fiction rai per antonomasia? Lui da solo è poeta, eroe, santo e navigatore! 😀

    • 14 anni ago

    Come direbbero nelle fiction RAI :
    “Fermateli!!!” urlò il cattivo, mentre si grattava il pizzetto…

    Io il primo film Russosky me lo sono gustato, lo spettacolo dei colori, l’universo in cui ambientato, le scenografie e i costumi, me lo hanno fatto gustare.
    E ora prepariamoci a Fiorello-Walter Chiari, Scamarcio-“Detective ribelle” e tante altre menate…

    • 14 anni ago

    Sorvolo su Mirko e sui ricordi osceni che mi hai provocato per dire che la prima e l’ultima foto sono perfette. Correggerei il titolo della prima con “italians are among us” che è una generalizzazione terribile e una provocazione, ma che ci sta tutta.
    La televisione e il cinema italiano sono INDECENTI perché, come dice anche mcnab, sono pensate esclusivamente per età dai sessanta anni e passa in su.
    Basta vedere gli ultimi titoli proposti, quelli che stanno per arrivare, ovviamente criticati positivamente a priori secondo la legge del regime. E’ indecente, non riesco a trovare altri termini per descrivere la nostra situazione.

    • 14 anni ago

    L’Italia purtroppo non fa più testo oramai da anni.
    Il massimo in cui ci si può identificare, guardando le nostre fiction, è lo studentello liceale romano, il commissario cicciottello o il prete/santo/frate di turno.
    Il fatto è che sulle nuove generazioni oramai il danno è dilagante. Sono sempre meno coloro che danno spazio alla fantasia, e quando lo fanno di solito è per giocare a qualche videogames. Gli altri sono ben felici di guardarsi i Cesaroni, Studio Aperto o Tre metri sopra i cielo.
    In un paese normale ci dovrebbe essere spazio per i gusti di tutti, invece non è così.
    La TV di Stato – tutti i sei e passa canali – sono di una piattezza disarmante. Perfino i Mondiali ce li hanno propinati dimezzati, questi stronzi.
    Qualcosa di meglio c’è sulla TV digitale, ma mi dà comunque l’idea del “ghetto”.
    Ricordo delle estati di molti anni fa, in cui sulla Rai passavano i film della Hammer in prima serata o nel primo pomeriggio (!!!). Mentre i miei nonni si facevano la pennica post-pranzo, in montagna, io mi guardavo titoli quali “La mummia” e “Dracula”.
    Quanta acqua è passata sotto i ponti, vero?

    Che poi sul concetto di fuga dalla realtà ci sarebbe da dibattere da qui all’infinito.
    Non è fuga dalla realtà anche l’Isola dei Famosi o Lucignolo? Solo che le ritengo più rimbambenti di un film sui licantropi o di un libro sugli zombie.

    Sulla fiction italiana non commento altro. Fa talmente schifo che non merita nemmeno degli insulti. Dico solo che il suo grande difetto è che è pensata per gli over 50. Padre Pio, Bartali, la Montessori, Dalidà… tutti personaggi che non solleticano esattamente la curiosità di un ventenne, mi pare!