L'Attico

Il Giallo

Che non è il colore di un genere letterario, o delle sue copertine. Non è neppure un film di Dario Argento. È il colore di una Pandemia letteraria. La nostra.
Lo so, del Survival Blog sapete tutto. O forse no, visto che c’è ancora chi capita per caso sui post della mia parte di SB e se li legge tutti, scoprendo alla fine che un bell’eBook gratuito che non solo li racchiude, ma ne comprende di nuovi, è lì, in download gratuito che lo attende. Cose che succedono tutti i giorni.
Però voglio credervi, al fatto che siate esperti in materia di SB, quindi in questo articolo non inserirò neppure un link, eccetto uno, ché mi serve per spiegare il tema principale.
Il Survival Blog, scenario di scrittura collettiva indipendente, sembra spegnersi di tanto in tanto, ma è sufficiente un piccolo impulso, come le copertine di ieri, per riaccendere la fiamma. È già successo. Succederà ancora. Stanno arrivando altri eBook, almeno due certi. C’è chi è tentato di provarci, ma alla fine resta lì, a fissare i gialli che vogliono divorarselo crudo. E non farà mai nulla.
Ho una notizia per voi: l’unico modo per partecipare a questo progetto è scrivere. L’unica condizione è rispettare l’ambientazione comune e il realismo dell’impianto narrativo. Niente mutanti ridicoli, niente cure per salvare il mondo. Niente armi a raggi laser. Solo quello che abbiamo a disposizione.
Il tutto per contribuire alla storia, bella e disperata, che in tanti abbiamo messo su carta. Ed è proprio questo, il punto. Siamo stati tanti, ognuno con la propria versione, il tassello personale dell’universo giallo.

***

Perché le cose sono andate male, per qualcuno dei nostri alter-ego? Molti hanno deciso di morire, uccisi dai gialli o trasformandosi in loro. In pochi sono sopravvissuti. Le donne partecipanti, quasi tutte, se ben ricordo, come fece notare Marina, hanno deciso di terminare le loro storie finendo vittime dell’infezione. E già queste osservazioni, di per sé, sarebbero spunto di discussione: perché tutte le donne (o le autrici che le hanno create e gestite) sono “morte” infettate dalla Gialla, perché nessuna di loro ha intravisto una speranza di sopravvivere, di ricostruire qualcosa? In alcuni articoli del periodo si accennò al fatto che il Survival Blog fosse stato anche esperimento di psicologia individuale, ciascuno degli autori impegnato ad affrontare i propri demoni e le proprie paure.
Io, lo sanno anche i sassi, sono sopravvissuto, pur lasciando in ballo ogni cosa, con un finale aperto. Diciamo che, per parte mia, ho scelto di non ingiallire, quando tutto, a cominciare dalla descrizione del Morbo di Lee-Chang, avrebbe lasciato presagire il contrario.
Ma le cose, in fase di creazione e stesura della storia, del nucleo originario del SB, sono andate diversamente…

***

[Da qui in poi ci sono degli spoiler circa il mio eBook Girlfriend from Hell, se non l’avete letto, state alla larga]

Zooey, lo sapete, avrebbe dovuto morire. C’era lei, in quella tenda, nel Capitolo 14, Canterbury. Mentre Erica avrebbe dovuto essere con me fino all’ultimo. Ma questo discorso lo conoscete, già, l’ho già fatto in un altro articolo. Dettaglio importante che va a spiegare il perché, nella parte centrale del libro, Hell non menzioni più la sua compagna chiamandola per nome, ma solo con un “lei” generico. Un po’ è naturale, quando sono insieme alla mia ragazza io penso a “lei”, e basta. Un po’ per mantenere segreta l’identità della superstite. Sembrava folle che un’attrice famosa potesse sopravvivere, ma… in fin dei conti, folle solo come idea. Sulla carta, rischiando, ha funzionato.
Qualcuno (due o tre) mi fece notare che, riversata la storia in eBook, tale precauzione era sostanzialmente inutile e generava confusione. Be’, non sono d’accordo. Anzi, ho voluto, pur potendo sistemare le cose, che quel “lei” generico restasse. Lo adoro.
Mai affrontato, invece, il discorso contagio, e su di esso non mi dilungherò più di tanto, dato che sto per riprendere l’argomento gialla nel prossimo eBook.
Dico solo che, nel momento in cui io e Alex stavamo decidendo di far incontrare i nostri alter-ego, mantenni il più stretto riserbo sulle condizioni di salute di Hell… ahahahah, sembra quasi un intrigo internazionale. Il punto è che mi sono divertito a seminare indizi, spesso errati o comunque non vincolanti, per creare il dubbio.
Nel capitolo 32, Carla, Hell affronta l’infetto nel bosco. Questo riesce a mordergli il braccio, sia pure protetto dal giaccone, che però sta per strapparsi. C’è una probabilità pur minima di infezione.

***

E non vi nascondo che, prima, verso Natale, è balenata l’idea che fosse Hell, il giallo intelligente dei quali tutti parlavano. Contagiato chissà come, chissà quando, sopravvissuto e itterico. Armato di fucile e tutto il resto.
Conclusione a sorpresa? Forse.
Conclusione altrettanto lirica? Ne dubito.
Scelta narrativa, dunque. E scelta personale. Alla fine, a me sarebbe piaciuto sopravvivere all’apocalisse, sia pure con poche certezze e un parto della propria donna, imminente e senza assistenza medica. Un tuffo nell’ignoto.
Ma, per pochi attimi, sono stato giallo anch’io. Perché c’era la voglia di stupire con effetti speciali, di scrivere storie che evadessero dai cliché apocalittici. Queste, le seduzioni cartacee.
Ma alla fine, in un mondo di vivi-morenti, ho deciso di vivere, un po’ come Renton. E conservando intatto il colore della mia pelle.
L’apocalisse, l’ho già detto più volte, per me è un divertimento. È una fuga. Uno se la deve godere, non sprecarla in inutili piagnistei. Io sono così, per cui doveva esserlo anche Hell. E questo è tutto.
E voi, che fine hanno fatto i vostri alter-ego, e perché?

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] Il Giallo (di Germano “Hell”) […]

  • Eh beh, io come sistema di “Adotta un eBook” ho scelto tutti gli eBook del Survival Blog. E con tutti intendo tutti, recensione + intervista. Ovviamente però non obbligo nessuno, sia chiaro. 🙂

  • L’ostacolo non è nulla di che, semplicemente un contenuto non è mio e quindi sto aspettando il permesso di usarlo. Se/Quando arriverà… si vedrà.
    Però l’intervista m’inquieta 😛
    Mauro.

  • Ostacolo? Pubblica, pubblica! Così verrai adottato e intervistato! 😀

  • E che ostacolo sarà mai? 😀

  • Mi fa piacere che ti sia piaciuto 😀
    Per la pubblicazione… devo essere onesto? Ho il testo revisionato e l’ePub fatto, con tanto di copertina del buon Luca, da almeno un mese; magari lo pubblicherò, ma prima devo aggirare un ostacolo.
    Mauro.

  • Il tuo SB l’ho letto, non era niente male. Che aspetti a pubblicarlo?

    😉

  • Hell:

    l’unico finale appetibile sembra essere quello letterario, in barba al realismo. Troppo realistico con un post lasciato a metà o altri escamotage sarebbe risultato, per paradosso, troppo poco

    Nel mio caso più che altro mi convinceva di più il finale usato, per i motivi spiegati ai tempi: come realismo credo ci potessero stare entrambi.
    Mauro.

    • 12 anni ago

    Io ho preso una strada alternativa per il mio SB, scegliendo di presentare un gruppo articolato e un orizzonte di sviluppo possibile. Questione di punti di vista o di prospettiva, per me il concetto di arrendermi è alieno quanto i dischi nazisti vagheggiati da Alex.
    Sarà perché ho un figlio, non lo so, sarà perché non vorrei morire senza aver provato a combattere.
    By the way, la SCC tornerà.

    • Ottima notizia! 😉
      Il tuo rientra nei finali alternativi a quelli drammatici, si inserisce in quella varietà alla quale accennavo sopra. Poi per un gruppo di mercenari coeso è un’impresa fattibile, la sopravvivenza e anche costruire qualcosa.
      Io come sai rifuggo da questa propettiva. Il SB è stato ottimo anche da questo punto di vista, ciascuno ha dato la sua personale versione, quindi più che giusto tingerla con le proprie sensazioni o i propri ideali.

      🙂

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • No, certo non è un lieto fine. Vada per il malinconico-romantico, dai. 😉

    Infettata, sì, in un modo comunque realistico… succede al giorno d’oggi con le malattie più disparate, figuriamoci se non può accadere in tempo di pandemia Gialla…

  • “A me la storia dei Gialli intelligenti m’è sempre stata un po’ sui coglioni, devo dire… Non l’ho digerita mai del tutto, e infatti con Carla ho tentato di smitizzarla un pochettino.”

    Oh, e quindi ti sto – pardon, ti sta, la mia alterego – sui coglioni, finalmente l’hai detto!!! 😀

    “Insomma, perché voi donne scegliete di morire? E di portarvi dietro pure le dolci metà? Non può andare bene, una volta tanto?”

    Duuuunque, la “metà” della protagonista del mio SB non era propriamente “dolce”, e si è meritato la fine che lei gli ha dato. 😉
    Lei comunque non è morta, ho lasciato il beneficio del dubbio, anzi di molti dubbi: col vecchio come la mettiamo? Chi avrà vinto, tra i due, chi sarà sopravvissuto?
    Nel caso di vittoria di lei: contagiata ma ancora senziente, grazie alla dieta a base di sangue… ma funzionerà? Riuscirà a diventare e/o mantenersi una Gialla intelligente o prevarrà il prione?
    E se riuscirà, come sarà la vita di una Gialla sì intelligente, ma sola?
    Insomma, nonostante tutto a me non pare una fine tragica. Lei lotta fino alla fine contro la morte, ha affrontato i cambiamenti e non s’è arresa mai, può darsi che tutto questo sia solo un passaggio, un inizio di una nuova vita. 😉

    • ahahah 😀
      Ma non è vero! È l’idea in generale, poi dipende da come la si sviluppa. Gialli troppo intelligenti non mi piacciono, però… una bella riflessione scaturita da un punto di vista alternativo (giallo) è interessante.

      Be’, il tuo non lo definirei neanche un finale leggero. Se non è tragico, è malinconico. Poco ci manca. 😉 Ma comunque, ti sei infettata pure tu, anche se in modo accidentale e al di fuori del contesto pandemico. Diciamo in una situazione quotidiana, va…

      😉

  • Ho riletto l’ultimo post di Cristina e confermo quanto avevo commentato nel blog della Lady in Giallo: è stato un personaggio molto intenso, molto vivo. Quindi complimenti di nuovo ad Alex per averle dato vita. 🙂

    • Cristina è stato un personaggio che ho adorato. Che poi Hell ci si azzuffava a livello verbale, è un segno di stima. 😀 Di sicuro un personaggio che ha colpito. Siamo ancora qui a nominarla dopo tanti mesi.

      😉

  • Batman con la badante ucraina mi inquieta molto! Ci manca solo che prenda anche la colf peruviana per aiutare Alfred con la casa ^_^’

    @ Gianluca: credo che il SB sia piaciuto a molti, se siamo ancora qui a parlarne dopo quasi un anno 🙂

  • Sì alla fine su cinquanta autori ci sono state molte storie originali e molti finali variegati, quindi non ci si può lamentare. 🙂

    Eh? :O Mi puoi linkare? Anche su Facebook se non vuoi farlo qui perché off topic…

  • Onestamente non so che fine abbia fatto il mio alter ego, oltre il finale non sono mai andato; se mai scriverò un seguito, al momento non è in cantiere. Ho però ripreso in mano varie volte il mio SB, modificando varie cose che non mi convincevano.
    Sul finire non finendo… uno dei finali cui ho pensato, ai tempi, era il ritrovamento da parte di qualcuno di miei appunti, che di fatto sarebbero stati l’ultimo capitolo; perché quegli appunti fossero stati abbandonati, non sarebbe stato detto. poi ho preferito finire altrimenti, ma ci avevo pensato parecchio.

    Cristina… da qualche parte è stato detto che muore? Il finale era aperto, non mi pare fosse stata data la certezza.
    Mauro.

    • @Mauro
      In effetti l’unico finale appetibile sembra essere quello letterario, in barba al realismo. Troppo realistico con un post lasciato a metà o altri escamotage sarebbe risultato, per paradosso, troppo poco… quindi il versante scrittura è stato ben dosato, in questo esperimento.
      Cristina aveva una ferita mortale. O almeno è stata descritta come tale. Non essendoci chirurghi vascolari nei paraggi, credo sia proprio morta. Un finale aperto di quelli belli, secondo me.
      Mi piacque molto.

  • Io direi che, a parte la strage femminile, c’è stato un giusto bilanciamento nella scelta dei finali. Tanto da non risultare artefatto.

    Per l’altra questione, a quanto pare esporre trailer cinematografici comporta il pagamento di tasse.

    Nel frattempo a Gotham City, Batman ha assunto una badante ucraina.

    😀

  • Sulla presenza dei nostri unhappy ending come reazione agli happy ending soliti del cinema di genere sono d’accordo a metà. Di certo, globalmente parlando, è un fattore non indifferente di cui tener conto. D’altro canto, almeno parlando per me, ho sempre preferito gli unhappy ending, poi in seconda scelta quelli sospesi e solo in terza posizione quelli felici. Per me il must dei finali sono i tre finali della trilogia dell’Apocalisse di Carpenter, per dire. 🙂

    Detto ciò, condivido di più il pensiero di Lucia: è statisticamente improbabile trovare molti happy ending in un mondo come quello della Pandemia Gialla. Per dire, è statisticamente improbabile trovarli nel mondo attuale, che non ha subito Pandemie quindi… È realistico che in pochi siano sopravvissuti, secondo me. 🙂

    E in generale mi piace che ogni storia che è stata narrata – nessuna esclusa – si sia respirato aria di realismo, di quotidianità, di gente impreparata in contesto estremo. Mi piace il Survival Blog. Ma questo credo si fosse già capito… 🙂

    PS: Horror.it, cioè? Che è successo?

  • Pure io lo sono. E anche cinematografico.
    E le valchirie vestite di pelle le voglio scrivere. E immaginare. Con lieto fine e senza.

    😀

    • 12 anni ago

    comunque io le valchirie naziste bionde vestite di pelle le voglio ! 😀
    adesso dite pure che sono un guardone letterario…

  • Tu stai diventando un critico, io ho una Rottenmeier reincarnata in me… Siamo un gruppetto interessante 🙂

    • @Lucia
      Strane fantasie. A me la donna macho insensibile non mi ha mai attratto. 😀
      Ok, sparisco per un po’, giusto per capire se devo chiudere il blog, oppure no, dati gli ultimi sviluppi di Horror.it

  • ma le eroine del (finto, come lo chiami giustamente tu) empowering femminile, non sono altro che fantasie pseudomasturbatorie maschilii. e si torna a snyder e a Sucher Punch, ma si torna anche, nel senso opposto, a The Descent.
    E, per concludere, sì, è un ottimo lavoro quello del SB, va oltre le vaccate che ci propinano quotidianamente.

  • E dunque… possiamo affermare di aver fatto un lavoro discreto con le nostre storiacce?
    Uhm… direi di sì.
    Sostanzialmente, un po’ perché vietato dal bando (NO alla cura!), un po’ perché ci siamo rotti dei cliché, abbiamo vomitato tutto il nostro disappunto… le morti dei nostri alter-ego sono una forma di protesta.

    Ok, sto diventando un fottuto critico letterario. Sopprimetemi.

    😀

  • @ Hell: Capito ^_^ La questione è proprio nell’aggettivo tra parentesi: finto. A cui aggiungo “troppo”.
    Troppo toste, troppo fighe, troppo intoccate da quel che accade attorno, troppo vincenti, troppo sopra le righe pur prendendosi troppo sul serio. Se si sporcano è solo perché ciò ne esalterà la figaggine. Se si feriscono, è sempre di striscio oppure l’occasione giusta per dimostrare quanto sono strfiche e che loro sanno stringere i denti.
    Hanno la sindrome di Barbie ma non gliel’hanno detto…
    Quello è brutto cinema. Diverte solo se non accendi il cervello. Se lo accendi, come minimo ti scappa un “Sì, e poi?”

  • Quel tipo di cinema delle eroine toste e dure: (finto) empowering femminile.

  • Mi sta balenando la folle idea che il SB e i progetti simili possano essere cartine tornasole del gradimento…
    Questi sono gli studi statistici ai quali dare ascolto! Cinquanta autori, tutti più o meno convinti di finire male o peggio… non è un caso.
    😀

  • @ Lucia: L’idea di vedere come si sta dall’altra parte è, forse, quello che c’è di più sfizioso nell’ipotesi contagio. Devi immedesimarti e sperare di tirare fuori qualcosa che funzioni senza essere scontato. Grande stimolo, IMHO.

    @ Hell: mi sono persa il collegamento che ti porta a “considerare quanto sia sbagliato certo tipo di cinema”… O_o

    • 12 anni ago

    Io l’ho inserita qualche donnina tosta e cattiva…sicuramente più del sottoscritto che si limita a cazzeggiare in barca 😀

  • @Marina
    Ne ero sicuro. =_=

  • ahahah 😀
    Ok, ma questo diciamo che è un biglietto di sola andata che non so se vorrei percorrere. Sto troppo bene così come sto. Diventare zombie, senza certezza di come vedo la cosa, dopo, uhm…

    Dal punto di vista narrativo non credo ci siano finali migliori di altri, se non per il modo in cui sono scritti. Ovvero, anche un happy ending, o un finale sospeso possono valere quanto un finale drammatico.
    Qui si notava come la maggior parte dei partecipanti, ma anche tu che sei esterna, prediliga proprio la fine tragica. Il ché è singolare. Ci fosse stata una survivalista donna, forte e imbattibile, forse sarebbe stata una variante gradita. Il fatto è che nessuno ci ha pensato.

    Il ché mi porta a considerare quanto sia sbagliato certo tipo di cinema. Figo no?

    😀

  • @ Hell: c’è una vignetta dell’Unspeakable Vault of Doom che ironizza sull’idea dello scrittore che racconta degli orrori che lo stanno per ammazzare fino all’ultimo, grazie ai moderni ammenicoli che ti permettono di raccontare l’evento anche dallo stomaco del grande Cthulu. ^_^’
    Ironia a parte, io i post li ho sempre scritti pensandoli più come una cosa scritta “con calma”, sul pc, e poi postati con un veloce copia-incolla, per ridurre al minimo il tempo di connessione (se devo immedesimarmi in un’ambientazione in cui il paranoide vive più a lungo, lo faccio bene :P), mai scritti al momento.

    Credo che alla fin fine, almeno per me, la speranza (almeno quella a lungo termine) fosse assente dall’ambientazione fin dall’inizio, quindi non mi ha stupito molto trovare così tante storie dal finale nero oltre alla mia.
    Aiutava la sensazione anche il fatto di non avere le competenze, tecniche e non, per costruire un lieto fine. Avrei dovuto scrivere qualcosa di poco soddisfacente per me e non mi sarebbe andato.

    “perché voi donne scegliete di morire? E di portarvi dietro pure le dolci metà? Non può andare bene, una volta tanto?”
    Perché così rimanete solo voi maschietti e l’umanità si estingue U_U E’ il nostro piano machiavellico e malvagio 😛

  • Bè, verosimiglianza vorrebbe che in pochi sopravvivessero a un’ epidemia del genere: è un fatto strettamente numerico, sì, statistico.
    In un mondo devastato, anche se non ti capita per forza di finire morto o giallo, non c’è comunque da stare allegri e la vita è una cosa che ti conquisti minuto per minuto. Non a caso il finale può essere o triste, o in sospeso, ma un vero e proprio lieto fine è complicato.
    C’è il caso di World War Z, che però parte da un lieto inizio, con l’ epidemia debellata e la guerra vinta. Ma comunque lo strascico di angoscia e vittime rende quasi impossibile l’ happy ending.
    Poi sì, a me piacerebbe (letterariamente parlando, nella realtà non so davvero cosa farei) sperimentare. Vedere come si sta dall’ altra parte. 😀

  • @Lucia
    Chissà, a questo punto trattasi di mera statistica, no?
    Anche se, tu lo confermerai, nei film di zombie sono pochi i superstiti, o sbaglio? Non c’è una tendenza smaccata all’happy ending.

  • Sì, è un esperimento di scrittura, ben detto. E quindi diventa esperimento di reazione ai lieti fini?

    Ma non direi che è il mondo a propinarceli, ma solo la cattiva letteratura.

    Che poi, pare assurdo ma è il discorso per il quale oggi i film fanno schifo: li ammorbidiscono apposta per non urtare la suscettibilità di nessuno.
    Avete presente la causa intentata contro Drive? Stessa storia. E allora per reazione dovevate morire tutti, voi survivalisti?

    Strano, ma affascinante. Vabbé, poi Lucia vuole trasformarsi per sperimentare. Discorso diverso.
    😀

  • Bè, l’ epica è tosta, soprattutto se devi farla venire fuori in una situazione cronachistica come quella del SB.

  • Sono molto d’accordo con l’ultimo commento di Marina. 🙂

    Per quanto riguarda invece:

    “Chi si può permettere il lusso di tenere un diario aggiornato con regolarità?
    Pure Gianluca, che scrive di sentire i gialli che entrano per andarlo a prendere. Siamo sicuri che dal vivo le cose andrebbero così?”

    Credo che nessuno di noi si sarebbe davvero messo a scrivere fino in fondo. 😉 Però prima che un Gioco di Ruolo era un esperimento di scrittura, quindi almeno per quanto mi riguardo ho sospeso la verosomiglianza per poter fornire un quadro completo della storia. Probabilmente nella realtà il mio alter ego avrebbe smesso di scrivere appena scoperta la N.A.A., perché sarebbe diventato tempo sprecato alla fuga. Prima invece era “tranquillo e beato” a zonzo senza motivazioni, quindi poteva permettersi di cazzeggiare su Internet. Dopo la NAA è più probabile che avrebbe smesso, ma narrativamente parlando è invece stato l’input per proseguire e arrivare al finale che desideravo fin dall’inizio. 🙂
    My two cents.

    Gianluca

  • Be’, narrare di uno che sta per morire è più difficile/soddisfacente?
    Io ho sempre adorato il finale del secondo capitolo di Mad Max. Solo, in mezzo al deserto e ferito.
    Poi chissà che succede. Però, l’infezione o la malattia è un modo per smettere di lottare.

    In teoria, i diari del sb avrebbero dovuto essere testimonianze dei superstiti, alla fine sono diari della follia.
    Insomma, un mondo veramente tosto e senza speranza. L’epica, però, manca, a parte la storia dei graffiti tombali…

  • Oddio, personalmente, non credo che possa andare bene quasi nulla 😀
    Sono una sostenitrice del unhappy ending fino alla morte.

  • Io invece non ero morto,ma dopo essere scappato au medico impazzito che voleva usarmi come cavia per guarire il fratello ho scoperto che i miei compagni mi avevano abbandonato.Per il momento sono vivo ed errante…
    Mentre scrivevo il mio SB avevo stabilito solo due cose in merito alla fine:
    -non sarei morto
    -niente finali eroici o simili
    Volevo qualcosa di realistico e cosi me ne sono uscito con il medico e il villaggio scomparso.(per fuga o per costrizione?Non lo spieghero mai…)

  • Insomma, perché voi donne scegliete di morire? E di portarvi dietro pure le dolci metà? Non può andare bene, una volta tanto?

    Il post lasciato in sospeso è un sistema di comodo, personalmente non l’avrei mai usato. È verosimile, ma non molto letterario. Però, probabilmente le cose andrebbero davvero così… se fosse tutto vero. Chi si può permettere il lusso di tenere un diario aggiornato con regolarità?
    Pure Gianluca, che scrive di sentire i gialli che entrano per andarlo a prendere. Siamo sicuri che dal vivo le cose andrebbero così?

    Chissà…

    😀

  • Che poi, la ragione mica deve essere per forza esistenziale, può trattarsi di mero calcolo narrativo.
    Mica tutti hanno partecipato immedesimandosi a tal punto, o no?

    😀

  • Chiedo scusa per non aver compreso la tua lungimiranza anti-proteste, ma sinceramente, se anche volessero trolleggiare a casa mia non me ne fregherebbe troppo, credo 😛
    Sugli unhappy ending, sì, si potevano fare varie versioni, e non si può dire che, tra tutti, non abbiamo sperimentato: Gianluca ha scelto il suicidio; Aurora aveva interrotto il blog poco prima di provare a mangiarsi il vecchio; Yami ha concluso con la morte propria e di Angelo (era lui, il contagiato); Gloutchov aveva filmato la propria morte, divorato. 🙂
    Rimangono fuori tante varianti…
    Sul post a metà come modo di finire, non so, non lo trovo un modo soddisfacente. Troppo aperto. C’è la possibilità che sia interrotto per troppe ragioni, nessuna certezza.
    Sull’inventarsi un compagno, beh, Yami ha fatto proprio quello; e la mia alter-ego un compagno ce l’aveva, e gliel’ho pure fatto crepare ^_^’ Penso che la ragazza mi odi… 😛

    In generale, credo che il finale infelice possa davvero essere stata una reazione ai troppi lieti fini che ci propina il mondo; per me è anche stata una scelta consequenziale all’ambientazione. Nel leggere la cronologia della pandemia scritta da Alessandro, la sensazione che ho immediatamente avuto è stata duplice: da un lato “Potrebbe andare così anche nella realtà”, dall’altro “Non c’è scampo”. La morte della mia “lei” non ne era che la logica conseguenza.

  • Vabbé, non è un post esclusivo, ciascuno può dire la propria. Anche tu sei del partito del contagio, però questa interpretazione non l’avevo ancora sentita…

    Che poi ‘sta storia si ricollega alla questione simbolica degli zombie/infetti. Che valore dare alla figura, e perché scegliere quindi di far parte della schiera destinata a vincere.
    Una vittoria di Pirro, tra l’altro.

  • mmm…non essendo partecipante, non so bene se ci azzecca molto qui un mio commento.
    Certo, se avessi scritto anche io, con ogni probabilità avrei fatto contagiare il mio alter ego e le avrei riservato una fine pessima.
    Forse per il desiderio (allucinante, è vero) di andare fino in fondo, di sperimentare l’ apocalisse dall’ interno, anzi, di essere uno degli elementi che fa “succedere” l’ apocalisse. 😀

  • Beh, che Hell possa essere un Giallo intelligente hai fatto bene a evitarlo. Anche perché ci sono stati alcuni personaggi non giocanti – passatemi il termine ruolistico – che erano Gialli intelligenti (penso soprattutto al SB di Angelo, ma anche altri). Insomma, Hell è figo perché è Hell e non è nessun’altra cosa letta negli altri SB. È unico. 🙂

    Sul contagio di massa al femminile pregherei le gentili donzelle a iniziare il discorso, che potrebbe essere molto interessante!

    Per quanto mi riguarda, come sapete, sono finito pazzo e suicida. Allucinazioni, ferite sparse su tutto il corpo, solo come un cane. Pazzo. La chiusura è un suicidio, un dramma che è la conclusione di tutto ciò che ha passato il mio alter-ego e del suo progressivo distaccarsi dai ricordi che prima lo facevano andare avanti (ricordi che infatti diventano visioni d’incubo nei miei ultimi capitoli).
    Il perché non lo so. So solo che era l’unica cosa certa che avevo in mente fin dall’inizio, come ho scritto nei miei Titoli di coda. 🙂 Volevo un finale tragico, molto tragico, e lo volevo realizzare con un bel contorno di follia e allucinazioni. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

  • Doppio commento per dire che la parentesi mi si è infilata a tradimento nel link… =_= Ma porca pupazza!

    • 12 anni ago

    Cristina schiatta perchè non gliela dà… 😀

    Arrivano o no sti dischi volanti? Vogliamo le bionde con gli stivaloni di pelle!!

    P.S. il mio alter ego e le dolci(?) amiche sono a Caprera con gli uomini della Stone Company, ma potrebbero riprendere la barca per spingersi in una nuova avventura. Sai per le donne di azione non è semplice restare a fare la maglia su di un isola…

  • La mia alter-ego, all’ultimo controllo, è morta e polverizzata, o forse carbonizzata.
    Come avevo scritto a suo tempo nel post in cui accennavo anche alla stretta relazione autrici-contagio (questo qui, per essere in modalità Rottenmeier 😛 http://spaceofentropy.splinder.com/post/23986387/survival-blog-post-mortem-ovvero-bilancio-del-survival-blog), non potevo immaginare un lieto fine per la mia alter-ego. E’ una persona che non è fatta per sopravvivere, non ne aveva le competenze all’inizio e non ce le ha alla fine. La fortuna l’ha aiutata a stare viva ma anche la fortuna finisce. L’unhappy ending era d’obbligo e il contagio mi è sembrato il modo migliore di sviscerarlo.
    Come poi sia esattamente andato il finale, non è l’importante, credo. 😛

    • Certo, Rottenmeier, è che non volevo inserire link precisi, perché il modo di protestare di certi personaggi non ha limiti. 😀

      Ecco, il contagio. Ci sono tanti unhappy ending, vero?
      Un modo per finire sarebbe stato non finire. Lasciare un post a metà. Però, l’infezione, lenta e decadente, in luogo di qualsiasi altra malattia… chissà perché. Non è un cliché alla rovescia? Del tipo, nei film non muore mai nessuno, noi dobbiamo morire tutti?
      E poi, perché restare soli e non inventarsi un compagno, o peggio ancora, far crepare anche lui?

      😀

      • @Cristiano
        Ecco, tu addirittura un harem! 😀

        @Gianluca
        A me la storia dei Gialli intelligenti m’è sempre stata un po’ sui coglioni, devo dire… Non l’ho digerita mai del tutto, e infatti con Carla ho tentato di smitizzarla un pochettino.

      • La fine di Cristina… anche io ho dei sospetti, a riguardo… 😀

  • A proposito, visto che ce lo siamo domandato un po’ tutti: perché Cristina schiatta?
    😉

  • “L’unica condizione è rispettare l’ambientazione comune e il realismo dell’impianto narrativo. Niente mutanti ridicoli, niente cure per salvare il mondo. Niente armi a raggi laser. Solo quello che abbiamo a disposizione.”

    Tranne, ma questo è un diritto che mi arrogo in quanto genitore del SB, beh dicevo, tranne alcuni dischi volanti con la svastica 😀

    • Ecco, arriva il tizio coi superpoteri. Lo sapevo io… 😀

      Ma quello è un spin-off, dai. 😀