Underground

Il Doppio

Il tema, affascinante, è spuntato in una discussione di qualche giorno fa sulla Zona Perturbante. Il doppio, o doppelgänger, pare essere la quintessenza di tale concetto.
Teoria strettamente legata alla robotica, è vero. Ma nella sostanza abbiamo visto che ci terrorizza non tanto il fatto che il duplicato (robotico) abbia un’anima, sia o no un essere vivente, quanto la somiglianza estetica con la nostra sfera di esistenza: apparteniamo alla specie umana, conseguenza, una creatura che voglia imitarci, possiede quasi certamente una natura maligna.
Il Doppio è malvagio.
Il fatto che sia identico a noi ci mette a disagio perché nella sua essenza percepiamo l’impossibilità della sua stessa esistenza. Infatti, citando da Wikipedia inglese, un doppelgänger altro non è che:

a paranormal double of a living person, typically representing evil or misfortune.

Laddove, la chiave di questa particolare visione è nella definizione paranormale. Tale creatura non può esistere in una normale sfera di esistenza, dev’essere qualcos’altro.
E qui potrei scomodare la religione: siamo portatori di un’anima, essa ci rende unici, impossibili da duplicare. Per cui dietro i nostri occasionali doppi deve esserci qualcosa di sbagliato.
Il doppelgänger è creatura, o concetto, derivante dal folklore popolare. Un orrore atavico, quello che ci porta a temere di guardarci allo specchio. Eccolo lì il nostro doppio, del tutto simmetrico, opposto si dice, nel carattere e nelle intenzioni, a ciò che noi siamo.
Tema, quello del Doppio, saccheggiato da cinema e letteratura, spesso con esiti ridicoli, rare volte con maestria ed efficacia.

Lena Headey

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Amo citare The Broken, film sconosciuto interpretato dalla bellissima Lena Headey che, contro ogni previsione, data la scarsissima (per esiti ed efficacia) campagna pubblicitaria, si è rivelato proprio incentrato sul tema del Doppio.
L’ho rivisto da poco e devo dire che, rispetto alla prima visione e a dispetto dei lunghi silenzi, è un ottimo film. Inatteso, di sicuro insolito e, a conti fatti, non banale nello svolgimento. Sicuramente non nel modo in cui tale sfumatura sovrannaturale viene trattata, nonostante l’assenza di effetti speciali.
I doppi dimorano negli specchi. Vengono rotti tantissimi specchi, in questo film. Migliaia di anni di sciagure su chi ha interpretato tali scene, ma forse sono solo superstizioni. Merito, comunque, degli attori è la rappresentazione efficacissima della natura maligna dei doppelgänger, sufficiente il loro volto disteso e inespressivo.
Proprio ciò di cui si parlava poco fa, somiglianza, ma allo stesso tempo diversità. Diversità che è assenza, in questo caso particolare, di emotività.

Zooey Deschanel e Katy Perry

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E d’accordo, The Broken è un film che piace solo a me. Forse perché in Italia l’ho visto solo io. Ma tornando al tema del doppio, interessante notare che l’idea della sceneggiatura sia quella degli specchi come finestre sul nostro mondo, a senso unico, proprio come quelli degli interrogatori. Riflesso speculare da un lato, dall’altro semplici squarci che consentono alle creature di là di penetrare nel nostro per, in definitiva, prendere il nostro posto.
Facile intuire il destino di sangue che attende l’originale che si appresta a essere sostituito. Difficile coglierne lo scopo, e perciò scatta il meccanismo del perturbante, la paura.
Ora, approfondendo il tema, mi sono imbattuto in un’interessante testimonianza, sempre dalla stessa pagina di Wikipedia.
Oltre alle testimonianze di avvistamenti di doppelgänger da parte di personaggi famosi, intrigante è il rapporto, apparso nel 2006 sulla rivista Nature, che presentava i risultati conseguenti all’elettrostimolazione, eseguita su una paziente, della giunzione temporo-parietale sinistra del cervello.
Tale stimolazione causava, nel suddetto, sensazioni riconducibili al tema del doppelgänger.
In particolare:

The patient immediately felt the presence of another person in her “extrapersonal space.
The other person was described as young, of indeterminate sex, silent, motionless, and with a body posture identical to her own. The other person was located exactly behind her, almost touching and therefore within the bed on which the patient was lying.

e ancora:

A second electrical stimulation was applied with slightly more intensity, while the patient was sitting up with her arms folded. This time the patient felt the presence of a “man” who had his arms wrapped around her. She described the sensation as highly unpleasant and electrical stimulation was stopped.

In sostanza, più quella particolare area del cervello viene stimolata, maggiore è l’intensità e il realismo di tali manifestazioni. Manifestazioni che conducono tutte alla medesima apparizione: c’è qualcun altro, con noi, nella stanza. Qualcuno che, fino a un attimo prima non vedevamo né sentivamo…
Costante è il forte disagio che tali “apparizioni” provocano.

The Broken (2008)

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Ora, questo blog non è il posto adatto per speculazioni di natura scientifica, vale a dire analisi di fenomeni fisicamente riproducibili, ma è senz’altro il posto adatto per parlare di teorie che pescano a piene mani nel fantastico, perché è la sfera che più ci piace osservare.
Lungi dal considerare la visione del proprio doppio come la mera conseguenza di una innaturale (perché indotta) stimolazione di una precisa zona del nostro cervello, il mio pensiero va a un’idea comune, e qui sta il bello, anche a molti fisici teorici: se una cosa è invisibile, non vuol dire che non esista. E ciò vale(va) per molecole, atomi, particelle subatomiche che non sono esistite fino a quando non siamo riusciti a “vederle”.
Le apparizioni spiritiche potrebbero non essere altro che residui di percezione che i nostri sensi captano, che ci terrorizzano perché non facenti parte del nostro quotidiano, di un normale sentire.
Il doppio… è davvero un caso che questo incubo d’uguaglianza si sia tramandato da eoni? Una paura atavica che, in teoria, dovrebbe avere causa comune nei nostri antenati.
Tralasciando il mondo oltre lo specchio, che è pure un modo pittoresco di vedere il problema, è possibile che si tratti solo di fenomeno illusorio, di stato alterato della percezione, oppure quella percezione alterata altro non è che una veduta più ampia, magari da una posizione più elevata che, normalmente, ci è preclusa.
Una visione negativa, la Zona d’Ombra, quella di cui scriveva Shelley.

Ere Babylon was dust, / The Magus Zoroaster, my dead child, / Met his own image walking in the garden. / That apparition, sole of men, he saw. / For know there are two worlds of life and death: / One that which thou beholdest; but the other / Is underneath the grave, where do inhabit / The shadows of all forms that think and live / Till death unite them and they part no more…

Le ombre di tutte le creature che pensano e vivono…

Link utili
articolo di Giordano Efrodini

Kick-ass writer, terrific editor, short-tempered human being. Please, DO hesitate to contact me by phone.
  • […] lo specchio, se non un ritorno? Sul simbolismo del doppio, vi rimando a questi articoli: QUI e […]

  • […] affascina maggiormente, di questo e dei fenomeni ad esso tangenti, come il già citato articolo su doppelganger e quello sulla vasca di deprivazione sensoriale, è che, in tutti questi casi si tratta di una […]

  • […] già citati in molte altre occasioni, e di cui hanno recentemente parlato i colleghi Germano e Giordano in due interessanti articoli. Essi, i  Doppelgänger,  sono copie spettrali delle […]

  • […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

  • The Broken piace anche a me! l’ho visto proprio perché me lo hai fatto conoscere tu.
    E alla fine il tema del doppio ha fascino proprio perché ci spaventa tantissimo l’idea di avvertire una presenza così simile a noi. Magari senza neanche vederla bene, ma comunque avvertirla.
    Ecco, quello che vediamo appena con la coda dell’occhio e che quando ci giriamo sparisce.
    Ed è anche vero che se una cosa è invisibile, non è affatto detto che sia inesistente.
    Sono sempre più belli questi articoli, Cap *O*O*

    • Ah, l’hai visto allora! Bene, mi fa piacere! Niente male, eh? 😀
      Ecco, proprio l’idea che ci sia qualcosa che sfugge, che magari intravediamo con la coda dell’occhio, è terribile non c’è che dire.
      Nel film poi, questa inquietudine è resa in modo magistrale. Non posso dimenticare (si vede anche nel trailer) il sovrapporsi delle inquadrature della famiglia allegra a cena seguita da quella dei doppi, freddi e inespressivi… brrrrr 😀

  • Ah, vabbè, ma allora dillo! 😀

    Prendo spunto da questa frase: “Il doppio… è davvero un caso che questo incubo d’uguaglianza si sia tramandato da eoni? Una paura atavica che, in teoria, dovrebbe avere causa comune nei nostri antenati.”

    Ricordi il mio commento sul perturbante freudiano? Bene, come avevo detto Freud parte dal perturbante descritto da Jentsch, che era poi quello di cui avevamo parlato, ovvero l’incertezza intellettuale che l’oggetto sia inaminato o animato. Ebbene, Freud poi – come avevo accennato – va avanti e arriva a rintracciare un secondo significato per il perturbante: il perturbante non è più qualcosa di nuovo o estraneo, ma è familiare alla nostra vita psichica, fin dai tempi antichissimi, ma è stato oggetto di rimozione inconscia. Da questo punto di vista ciò che per noi è perturbante è tutto ciò a cui i nostri avi credevano fermamente: ora noi non ci crediamo più razionalmente, ma inconsciamente ne proviamo ancora paura, come retaggio psichico rimosso, il perturbante si manifesta così. Ora tu dimmi se tutto questo non è perfettamente coerente con il tuo ragionamento sulla paura atavica! 🙂 Bravo. 😉

    Ciao,
    Gianluca

    • Per studio o per diletto?

      • 😉

      • Diciamo entrambe le cose. È un paragrafo di un mio saggio sul romanzo gotico, che in realtà nacque come tesina delle superiori. Pian piano lo sto ampliando, dopo che un certo editore morto sul nascere si era interessato per una pubblicazione… 🙂

    • 😀
      Ma il mio ragionamento sulla paura atavica credo derivi da Jung e comunque dall’osservazione oggettiva. Nel senso, è acclarato, senza andare a scomodare i padri della psicanalisi, che tutti i bambini di ogni dove abbiano paura del buio. Paura che, dicono, sia la manifestazione inconscia dell’insicurezza che provavano i nostri antenati quando erano prede e non predatori.
      La paura del Doppio, secondo questo stesso ragionamento, dovrebbe derivare da un sentimento reale che, millenni fa, gli esseri umani provavano. Inquietante, non trovi?

      Comunque, mi fa piacere essere d’accordo con Freud. E parlare con te che lo citi con tale naturalezza. 😀

      • Inquietante sì, molto. 🙂

        Comunque cito così tanto naturalmente Freud perché sul saggio “Il perturbante” ci ho pure scritto roba. 😉

  • Intrigante, se ne parla anche nel folklore inglese (altro che fatine e leprecauni) con esempi che ti potrebbero interessare, magari però rispondo con un post sul mio blog altrimenti il commento diventerebbe un’epopea. Io non ho mai pensato granché al doppio, ma qua e là s’incontrano esempi e suggestioni interessanti, per esempio leggendo di quell’esperimento mi è venuta in mente la trilogia Queste Materie Oscura di Pullman, dove si parla in un mondo nel quale ogni essere umano è accompagnato dalla propria morte, che ha l’aspetto di un giovane dall’età indefinita. Sì sì, suggestivo.

    • Uau… a me viene la tremarella a pensarci. Certo anche farsi stimolare il cervello elettricamente non deve essere proprio una cosa sana… 😀

      Ok, aspetto l’articolo! 😉

  • Sei andato a pescare una delle mie tematiche preferite Germano quella del doppelganger.Da un punto di vista narrattivo le testimonianze che riporti sono molto interessanti e stimolanti.L’idea di essere circondati da doppi che non vediamo ma che esistono è inquietante.Anche perchè non è detto che loro invece non riescano a vedere noi…

    • Se dobbiamo considerare vero quell’esperimento, loro ci vedono benissimo, invece. 😀
      Terribile. Terribile e affascinante.
      Ti consiglio, se non l’hai fatto, di recuperare il film. 😉

  • Come ricorderai il doppelgänger è uno dei miei temi preferiti…
    Cercando notizie su questo strano fenomeno si leggono cose inquietanti. Al solito si dice non sono vere ma…
    In linea di massima la manifestazione di un doppio viene vista come sventura e malasorte. Perché? Forse perché in fondo il doppio compare per sostituirci. Sì ma noi, gli originali (o presunti tali) dove andiamo a finire?
    The Broken mi manca, ma ora vedrò di recuperarlo. Anche perché c’è la Headey, che io considero una bravissima attrice.

    Sulle spiegazioni scientifiche/protoscientifiche del “doppio” non aggiungo altro. Sono tutte ipotesi affascinanti e indimostrabili. Ti dico soltanto che a me continuano a far paura, o almeno timore, gli specchi.
    Zone-finestra e doppio astrale… ne ho letto abbastanza per prendere delle precauzioni minime.
    Perché non si sa mai.

    • Sì, mi ricordo. In teoria, sempre la sostituzione, o addirittura l’apparizione del doppio porta sventura, e non è un modo colorito di definire un po’ di sfiga, ma la sventura è che l’originale muore, nei modi più atroci possibili.
      In sostanza il Doppio è una creatura aliena che ci fotte la vita, non si sa perché. E questo rende il tutto ancora più inquietante, alla faccia di quelli che vogliono la spiegazione a tutti i costi.

      Conosco anche un altro paio di persone terrorizzate dagli specchi, che dicono di aver visto cose che è meglio non raccontare… tipo il riflesso che aveva un’espressione diversa rispetto a… ecco, ci siamo capiti.
      Per cui…
      Mi vengono i brividi. 😀

  • Meglio non far sapere della possibilità di un doppio, con i tempi che corrono rischi che ti raddoppino le tasse!

  • Articolo molto interessante. Sul tema del doppio amo ricordare un racconto di Poe “William Wilson”. Però in quel caso il doppio è buono ,mentre è l’originale ad essere malvagio…

    • In teoria il Doppio è sempre l’opposto. Mi chiedo dunque come debba essere il doppio di un uomo malvagio… eh? 😉