La marea di idiozie legate alla polemica cartaceo vs eBook è tale da apparire inarrestabile. Uno tzunami di cazzate, a cui tutti, ma proprio tutti non fanno mancare la loro opinione. Alimentando a dismisura una bolla di sapone infarcita di ignoranza e luoghi comuni e, dulcis in fundo, una ventata neo-romantica a base di odori e melanconie assortite che avrebbe fatto infilare la matita negli occhi a quel tale… come si chiamava? Ah già, Voltaire.
Prima di tutto, una doverosa premessa, necessaria giacché, pare strano, (ma non troppo, leggendo le varie empietà in giro per la rete), qua si sta convincendo la gente diffondendo una GROSSA MENZOGNA: ovvero che l’eBook debba sostituire il cartaceo.
Nessuno ha mai parlato di eliminazione del cartaceo, ma di coesistenza dei due formati, elettronico e cartaceo, e di pari dignità.
Così com’è stato, che so, per il vinile e le cassette, o (ovvove!) i CD. I CD che hanno distrutto quella romaticheria del vinile… sigh, sob.
Ecco, vi sembra che abbia appena scritto una cazzata riguardo i CD? Sì, l’ho scritta.
E adesso provate a capire perché di fronte a un progresso tecnologico non si possa reagire che con sdegno, ogni qual volta a questo si oppone:
l’odore della carta
la sensazione tattile
il peso del libro
la leggibilità dello stesso nella vasca da bagno mentre si fa il bagno (dove comunque è bene non stare più di venti minuti sennò ti vengono le dita cotte)
e… i ricordi.
Ok, cari Odoratori, ma lo sapete che la Terra è rotonda, sì? E che c’è gente che è morta per convincere quei caproni che Aristotele, bontà sua, aveva scritto una mole di fesserie?
E sapete anche che la Terra gira intorno al Sole e non viceversa, sì?
Allora, continuiamo.
Anzi, no, ultima cosa, chiuderò i commenti a questo post. Che è solo uno sfogo. Non voglio né commenti pro, né contro. Solo una presa di coscienza che, in effetti, c’è un problema bello grosso, quello di chi vuol troncare sul nascere una nuova tecnologia per interesse, soprattutto, e perché pompato con una marea di cazzate New Age o giù di lì.
Il progresso non s’arresta, se non con un meteorite, grazie a Dio. E voi altri che lo contrastate, mi risulta non abbiate nessun meteorite.
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Due nuove categorie di Crociati anti e-Book sono comparse in questi giorni, a diffondere paura e ignoranza. Esaminiamole insieme.
Il Radical-chic
Che poi è quello che afferma solenne: “Sì, ho comprato un eReader, ma… lo tengo nel cassetto a prender polvere. Preferisco la carta”.
Ecco, nessuno contesta questa scelta. Ma, quello che mi chiedo è, da dove nasce il bisogno di venircelo a raccontare? Proprio adesso?
Perché dircelo? È come se io vi venissi a dire, guardate, ho comprato un telescopio, ma siccome mi scazza usarlo, preferisco sdraiarmi in un prato e guardare le stelle a occhio nudo. Cosa che, tra parentesi preferisco fare sul serio. Ma il punto è che non posso pretendere, perché sarei pazzo, che questa mia scelta romantica impedisca al mondo di costruire telescopi e guardare le stelle da vicino.
Ecco, stesso peso per frasi identiche. Conseguenze auspicabili differenti. Fatevi i conti.
Toglietemi tutto ma non il mio Breil i miei ricordi
Ora, a parte la pubblicità involontaria che quel “toglietemi tutto” rievoca. Ma, non posso proprio fare a meno di chiedermi, ma che cazzo di ragionamento è?
Ma chi ti vuole togliere niente a te? Ma chi ti pensa?
Nessuno te li toglie i tuoi libri profumati, stai tranquillo bello mio.
Qui, come sempre, si sta parlando di evoluzione tecnologica. Di un nuovo mezzo per scrivere. E BASTA.
E non sto parlando di scrivere necessariamente capolavori, ma scrivere. Come facevano i nostri antenati sulle pareti rocciose.
Scrivere.
Scrivere.
Scrivere.
E basta.
Senza mediazioni e filtri, che, chissà perché, mi sanno tanto di censura preventiva. Senza la collaborazione di nessuno. Anche perché, la maestra, quando mi insegnava a tracciare le lettere dell’alfabeto sulla carta del quaderno non è che mi diceva: “Guarda, Germano, io t’insegno a scrivere, ma fai attenzione perché tu NON POTRAI MAI PUBBLICARE senza il prezioso filtro delle case editrici.”
No, non me lo diceva mica. E allora, se le cose stanno così, e se per raccontare storie occorrono case editrici e carta e io non ne sono stato informato, mi resta solo una cosa da fare:
Fare causa alla maestra.
E dire che le volevo un gran bene.