Underground

I quadri maledetti

The Hands Resist Him, 1972 (particolare)

Di foto e filmati di fantasmi ne è pieno il web. E sono sempre ciarlatanerie, concordo con voi. Specie da quando c’è fotosciop e la CGI. Difficile credere. Qualunque filmato, per uno che voglia farsi un po’ di pubblicità (e soldi), prendendo un brutto quadro trovato nel solaio e facendolo diventare un “quadro maledetto”, non va molto oltre la fenomenologia spiritica che il (furbo) Oren Peli ha immortalato in Paranormal Activity. Attività sì paranormale, vista la pioggia d’oro che l’ha investito… il tutto per quattro porte sbattute e altrettanti passi nel corridoio. Ma farvi credere non è lo scopo di questo articolo.
Piuttosto, siamo sempre sulle soglie del perturbante. Della Uncanny Valley che io mi diverto a togliere dalle soglie della robotica e ad applicare a qualunque manifestazione sia associabile al medesimo fenomeno. Le bambole, ad esempio, pur non strettamente robotiche, sono simulacri, sebbene caricaturali, del corpo umano. I quadri sono raffigurazioni di soggetti, spesso umani, e, soprattutto, seguendo le influenze della corrente artistica coeva, sono riproduzioni di soggetti filtrati dalla percezione dell’artista. Il che rende la questione ancor più personale, con l’aggravante, in senso buono, che l’autore vi ha aggiunto la sua personale angoscia. E che la nostra, si somma alla sua. I quadri, in teoria, sono l’apoteosi del perturbante. Lo sapeva bene Oscar Wilde e il suo Dorian Gray.
Ma quest’articolo non pretende di essere un corso di pittura, ma di guardare a cià che ci spaventa più di ogni altra cosa, la consapevolezza che ciò che guardiamo, pur somigliando a noi, è sbagliato.

***

Alcuni dipinti, per tema trattato e resa, risultano “scomodi”, la loro vista mette a disagio, per non aggiungere altro. E tutto ciò, senza aver versato sulla tela una goccia di sangue. Il volto di un bambino può risultare più inquietante di un inscenato massacro. Un clown (e lo sapeva bene King) dispensare incubi, più che sorrisi.
Non c’è nulla di più inquietante di un clown.

Pogo the Clown, di John Wayne Gacy

Questo è Pogo, alter-ego del serial killer John Wayne Gacy. Autoritratto, quindi. O forse no. Forza della storia, scoperta a posteriori, legata alla genesi di questo e altri lavori simili. Creatura da romanzo, anonimo uomo che uccide con ferocia bestiale, e trova il tempo di truccarsi da clown, e di dipingersi in tali vesti, come fosse una sorta di possessione spiritica. Che poi, di tutti i clown, ciò che più inquieta è il sorriso: pura ambivalenza. Dovrebbe essere felice, ma è forzato, imposto. Sembra che voglia mordere, quel sorriso. Siamo nell’Uncanny Valley, non ci schiodiamo da lì.
E, attenzione, la questione dei malesseri avvertiti in presenza di dipinti è reale, anche se è semplicistico, secondo me, attribuire il tutto alla Sindrome di Stendhal.

***

Si parlava di possessione, a proposito di Gacy, posseduto dal suo pagliaccio. In realtà i quadri, ancor più che gli specchi, terreno di caccia dei doppelganger, sono, insieme alle bambole (cui dedicherò un altro articolo), oggetto prediletto da entità che vogliono comunicare coi vivi per, in definitiva, terrorizzarli a morte.

Delphine LaLaurie, 1997, di Ricardo Pustanio

Innumerevoli le testimonianze di disagio, in presenza di determinati dipinti. Il ritratto di Delphine Lalaurie, una amorevole signora dedita alle torture, commissionato nel 1997 a Ricardo Pustanio, dai residenti della casa appartenuta alla Lalaurie. Il quadro si muove, cade, emette strani suoni, piange. O almeno, questo è ciò che si racconta.
Ecco, già l’idea di sentire un pianto mentre sono in casa da solo mi terrorizza a morte. Figurarsi se si sospetta che il pianto provenga da una tela appesa in salone. Funziona, che dite?

***

The Hands Resist Him, 1972, di Bill Stoneham

The Hands Resist Him, 1972. Quadro autobiografico, simbolico, a detta dell’autore, Bill Stoneham. Divenuto famoso grazie a internet, dal momento che la coppia di acquirenti postò su eBay una serie di commenti sugli strani avvenimenti legati al possesso del quadro. Sembra che il bambino sia sceso dalla tela e si sia fatto una passeggiata in corridoio, portando “allegria” e “giovialità” agli inquilini. Verità, follia? In realtà sono molto più inquietato dall’oggetto in sé che, dovete ammettere, ha nella sua fissa immobilità, nei dettagli della bambola, soprattutto, una potenza immaginifica inusitata. Fissate gli occhi della bambola, colei che accompagnava il pittore bambino. E forse è il suo essere non proprio umana, con quelle orbite vuote e quegli arti meccanici, a disturbarci. Una presenza il cui ruolo e scopo non si riesce a comprendere, ma che sappiamo essere maligno, in barba alle giustificazioni e rassicurazioni dell’autore.

***

Poi tocca a Giovanni Bragolin (1911-1981) e ai suoi Crying Boy, serie di dipinti a tema fisso, bambini o bambine che piangono.

Crying Girl, di Giovanni Bragolin

Già inquietante di per sé, a prescindere, basta guardare la foto. A questi quadri si attribuisce la maledizione del fuoco. Creata ad arte dalla stampa o no, pare che nelle case che li ospitano si verifichino incendi dai quali escono illesi soltanto quelle tele. La faccia del bambino, a quel punto, diventa anche tragicomica presa in giro, di fronte alla distruzione totale.
Gira anche un flmato esplicativo, questo qui. Il Bambino non brucia. Anche se, a riguardo, ci possono essere un milione circa di trucchi… la chimica non è un’opinione. Ma il risultato è comunque notevole. ^^

***

Infine, l’ultimo quadro, quello che personalmente ritengo magnifico: The Dead Mother di Edvard Munch. Al di là del fatto che anche questo sia considerato un quadro maledetto. Impossibile restare indifferenti a questa rappresentazione, sublime, del lutto.

The Dead Mother, 1899-1900, Edvard Munch

C’è orrore, stordimento, rifiuto della realtà (la bambina si tappa le orecchie). Più ancora che il famosissimo urlo, direi che The Dead Mother è il quadro perturbante per antonomasia, tocca quella sfumatura in cui il corpo cessa di esistere divenendo, davvero, simulacro. Meraviglioso. E terribile. Perché alla fine, la paura, credo, è quella che alcuni riescano a vedere ciò che sappiamo esistere, ma che preferiamo tacere.

Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 11 anni ago

    […] maledetto, The hands resists him, ma ce ne sono molti altri, come ha ben descritto Hell in un suo articolo. E poi non dimentichiamo l’affresco di Perugia che rappresenterebbe direttamente il diavolo, […]

    • 12 anni ago

    […] uno è la bambola, inquietante coi suoi occhi vuoti e la bocca triste, che campeggia nel dipinto “The Hands Resist Him”. Un’immagine che Germano, ho scoperto, aveva in mente mentre scriveva, e che è riuscito a […]

    • 12 anni ago

    […] Visita il sito bookandnegative oppure iscriviti al feed Leggi l'articolo completo su AlterVista […]

    • 12 anni ago

    Ecco, io credo che il post sulle bambole non mi reggerà il cuore di leggerlo.
    Già con i quadri mi guardo alle spalle mentre ti rispondo. E a casa mia non ci sono quadri!!!
    Comunque Cap, grandissimo pezzo, mi piace quando esplori in questo modo la zona perturbante…

      • 12 anni ago

      😀
      Sì, quelle sono orribili (le bambole). E io ti devo impedire di leggerlo. Ti devo salvare.
      Grazie, Lucy. Tra l’altro, vedere questi quadri mi fa capire quanto ancora devono faticare i cineasti per presentare qualcosa che faccia paura davvero. Il quadro di Munch mi mette un’angoscia folle…

    • 12 anni ago

    Ho sempre trovato inquietantissime le bambole. Ho sempre trovato inquietantissimi i disegni stile “Profondo rosso” (per capirci).
    Grazie per le notti di incubi che mi hai regalato con le immagini di questo post…

      • 12 anni ago

      Prego, non c’è di che! Replicherò presto! 😀 😀

    • 12 anni ago

    Io trovo inquietanti alcune opere di Zdzisław Beksiński… quella della culla poi: http://www.gnosis.art.pl/iluminatornia/sztuka_o_inspiracji/zdzislaw_beksinski/zdzislaw_beksinski_1974_2.htm

      • 12 anni ago

      Interessante. Non lo conoscevo. La scritta sul muro, poi, fa riferimento alla croce, che però non c’è, non in senso classico, almeno.

    • 12 anni ago

    Bel post. Ero rimasto alle piazze di De chirico e ad “American Gothic”

      • 12 anni ago

      Bellissimi entrambi. Ma forse danno un’inquietudine diversa, assoluta. Soprattutto le piazze. ^^

    • 12 anni ago

    … ma sai che due dipinti di bambini in lacrime li ho visti a casa di un amico? Brrr! Ogni volta che ci passavo davanti dovevo fissarli, anche se avevano un’aria triste e malata. Mi facevo spesso domande su come venissero realizzati, e le risposte che riuscivo a trovare non mi piacevano neanche un po’.

    In casa invece la cosa più angosciante che ho è un collage fatto da me quando ero adolescente, si tratta della foto di un abito settecentesco azzurro (al quale ho ritagliato via mani e testa della modella, in modo che sembrasse vuoto e pieno insieme), incollato su un pezzo di carta vetrata consumata e un po’ sporca, a sua volta incollata su un foglio nero. Magari lo tiro giù, lo scannerizzo e poi lo posto da qualche parte.

    Le bambole antiche mi affascinano, sono curioso di leggere il prossimo post. 🙂

      • 12 anni ago

      ahahahah XD Abbastanza inquietante, l’abito vuoto e pieno insieme. 😀
      Mah, a quanto pare il pittore ne ha fatti una serie di bambini piangenti. Tutti sono terribili e in qualche maniera legati a incendi. Casualità, coincidenze. E comunque, in casa mia non ce li voglio.
      😉

      Le bambole sono anche peggio, fidati. ^^

    • 12 anni ago

    Gli ultimi quadri mi hanno fatto cagare addosso dalla paura ! Molto interessanti questi tuoi post sul doppio ed il perturbante. Aspetto gli altri !

      • 12 anni ago

      Il prossimo è quello delle bambole possedute. 😀
      Thanks!

    • 12 anni ago

    Le mani sullo sfondo di The Hands resist him sono inquietanti di brutto,in quanto al quadro di Gacy mi da un impressione malsana solo a vederlo figuriamoci tenerlo appeso in casa…

      • 12 anni ago

      Uno dei quadri di Gacy fu acquistato da Johnny Depp e poi rivenduto, perché si dice stesse sbroccando a causa sua. 😀

    • 12 anni ago

    Ammetto la mia ignoranza in fatto di quadri e pittura, anche se il tuo articolo mi ha incuriosito, soprattutto per alcune foto fra quelle pubblicate (il quadro di Munch è davvero terribile…)
    Con l’arte ho un rapporto particolare, spesso preferendo tele che non rientrano nei canoni classici. Adoro l’astrattismo estremo, quello in cui devi essere tu a riconoscere un senso, pur sapendo magari quello che intendeva l’autore. I colori accesi, le distopie cromatiche, sono tutti parametri che mi fanno apprezzare un quadro.
    Deve essere stato bello crescere con un pittore vicino, respirando la sua anima…

    Sulle bambole mi sa che siamo in tanti a pensarla in questo modo. Io ho un terrore atavico per quelle di porcellana, per quegli abitini da dama e i visi quasi perfetti perennemente bambini… ommamma, già me le vedo…

      • 12 anni ago

      ahahah XD Allora preparati, perché le bambole del prossimo post sono allucinanti. 😀 Mai visto niente del genere. E sono accompagnate da storie terribili. I film sono bazzecole al confronto.

      L’arte è pericolosa. Più di qualcuno sostiene che, insieme alla musica, è l’arte figurativa che ha il maggior potere evocativo. Anche in senso negativo, perché no.
      Grazie mille. ^^

    • 12 anni ago

    Gran bell’articolo… Alcuni quadri sono effettivamente inquietanti. A me per esempio le nature morte mettono a disagio… Danno l’idea di qualcosa di decadente. (Limite mio).
    “Tha Hand Resist Him” è in particolare abbastanza orribile, almeno a livello empatico.

    A Milano c’è la storia, poco conosciuta ma fichissima, della ninfa di Brera: una ninfa spettrale che si aggirava nottetempo dalla pinacoteca, uscendo da un quadro di Bernardino Luini. Incuriositi da queste dicerie, gli esperti esaminarono il quadro ai raggi X, trovandone un secondo, nascosto sotto di esso. Da allora è stato rimosso e mai più esposto al pubblico.

      • 12 anni ago

      A me quello di Munch trasmette un’angoscia che è difficile descrivere. :O

      E comunque, come da tradizione, anche io ho in casa un quadro strano. Si tratta di un bosco autunnale, dipinto da papà… Ebbene, nel sottobosco, in una zona d’ombra, è possibile vedere gli occhi rossi di una belva. Occhi che, naturalmente, lui sosteneva di non aver dipinto. Almeno a un livello conscio. 😀

      La storia della Ninfa di Brera… mi sa che fu uno dei primi post che commentai sul vecchio blog. Nostalgia! 😀

    • 12 anni ago

    Quella bambola è veramente inquietante… Bel pezzo, e mi fa piacere sapere che ne farai uno apposito sulle bambole, che si sarà capito è una figura che mi interessa molto. ^^

    Ciao,
    Gianluca

      • 12 anni ago

      Oddio, preferirei evitarlo… perché ho una paura fottuta, e cercando ho trovato cose che voi umani…
      ma, ehi, s’ha da fare. Così si capisce cos’è il vero orrore. 😀
      Thanks!