Titolo che sembra quasi presagire una nuova teoria sul viaggio del tempo. Invece siamo di nuovo alle prese col film Looper e con certi elementi in esso contenuti che stridono con la logica.
E siccome non credo che basti definirlo un blockbuster per assolvere la sceneggiatura dalle falle che presenta, eccoci qua, a parlarne.
In realtà, ammetto che la recensione-cineracconto pubblicata qualche giorno fa non è stato il mio pezzo migliore, qui sul blog. Mi è stato fatto notare da un’amica, Alice, e devo dire di essere d’accordo.
Accusare il film di essere un paradosso e un pastrocchio senza giustificare l’affermazione è da blogger principianti.
Per cui, domando scusa. Innanzitutto a me stesso. E poi ai lettori.
La scelta poco felice è stata dettata dalla fretta, e anche dal voler evitare di caricare l’articolo di elucubrazioni sui paradossi del viaggio nel tempo, che pure piacciono tantissimo a noi nerd/geek (e infatti siamo qui apposta per discuterne ^^). L’intenzione era soffermarsi sulla debolezza, evidente, della sceneggiatura, la quale presenta elementi non particolarmente innovativi e trattati, per ciò che concerne dinamiche e costruzione dell’intreccio, nel modo più anonimo a indolore possibile. Riguardo quest’ultimo punto, ritornate pure al cineracconto.
Prima di continuare, è bene prendere atto di queste parole, attribuite al regista Rian Johnson, e prese da questo sito qui:
The big thing that I learned from watching all of these time travel movies and just giving it a lot of thought was, the best time travel movies are like a magician performing a trick,” he said. “Especially any time you’re going to send somebody back. Any time you’re traveling back in time, the logic of everything is going to collapse on itself if you take too close a look at it. You’re just going to get paradoxes that are not going to make sense. So you realize that your job as a storyteller is, to a certain extent, to create a set rules of rules that you stay consistent to, but also (for lack of a better word) fooling the audience that this makes sense for two hours.
La più grande lezione appresa dall’aver guardato tutti questi film sui viaggi nel tempo e dall’averci ragionato tanto sopra è: i migliori film sul viaggio nel tempo sono come i trucchi di un illusionista. In special modo, ogni volta che si spedisce qualcuno nel passato. Ogni volta che si viaggia all’indietro, ogni logica collassa su se stessa se ci si sofferma e la si guarda troppo da vicino. Si scoprono paradossi che non hanno alcun senso. Per questo è bene capire che, in quanto narratori, il vostro compito è, in un certo modo, creare un complesso di regole alle quali restare coerenti, ma anche (per mancanza di parole migliori) prendere in giro il pubblico facendogli credere che queste abbiano un senso per due ore.
Di questa argomentazione mi piace moltissimo -si fa per dire- la pia accettazione della mancanza di logica, pregressa a qualunque ipotesi di sceneggiatura che tratti di viaggi nel tempo, e la parte del “prendere in giro -ingannare, se preferite- gli spettatori”.
In sostanza, ci troviamo di fronte a un adagio molto noto nelle lande italiche: “Tanto è un fentasi!”
Ovvero, siccome è un’opera di fantasia (fantascienza, in questo caso), allora ogni cazzata ha la licenza di esistere.
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[Come per il precedente articolo, anche qui c’è una valanga di spoiler]
E sono anche d’accordo che, essendo il viaggio nel tempo irrealizzabile, per ora, tutti i discorsi a esso legati sono puramente speculativi, in special modo quelli legati ai paradossi, alle sensazioni provate dal viaggiatore, alle conseguenze effettive del viaggio.
Uno fra tutti, presente in Looper, è il paradosso che vuole i ricordi del viaggiatore temporale modificarsi in tempo reale, conseguentemente alla modifica della realtà, e quindi del futuro, che il suo stesso viaggio crea.
Impossibile dire se sia scelta coerente o meno, plausibile o meno. Impossibile dire, infine, se sia logica o meno, a seconda se vogliamo basarci su una teoria del viaggio nel tempo, o sull’altra.
Ciò che in Looper a mio avviso fallisce, è la costruzione dell’intreccio.
Ovvero, non tanto il viaggio nel tempo in sé, che pure avrebbe bisogno di ulteriori spiegazioni, ma come esso viene usato per dare origine e sviluppo alla storia. Va bene che dobbiamo essere presi in giro per due ore, ma qui si esagera un tantino, no?
Prima di continuare, facciamo un breve elenco dei protagonisti di Looper:
Joe (Joseph Gordon-Levitt): è un Looper, ovvero un killer stipendiato da un’organizzazione criminale che ammazza coloro che vengono spediti indietro nel tempo, nel suo tempo, dalla medesima organizzazione criminale, trent’anni nel futuro.
Old Joe (Bruce Willis): è sempre Joe, solo trent’anni più vecchio, che è stato rimandato indietro nel tempo per essere ammazzato da se stesso e così chiudere il cerchio.
Sara (Emily Blunt): è una semplice mamma. Non è importante, se non che è la madre di Cid.
Cid (Pierce Gagnon): è un bambino che, trent’anni nel futuro, diventerà la mente criminale nota come RainMaker, colui che ha fatto ammazzare la moglie di Old Joe.
Questi gli attori di Looper.
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Ora le domande che nascono spontanee, e non solo riguardanti il viaggio nel tempo:
Perché nel futuro gli omicidi sono impossibili, tanto che le organizzazioni criminali sono state costrette a mettere in piedi l’istituzione del Looper?
Risposta del film: perché, a quanto pare, nel futuro saremo tutti interconnessi. Ne consegue che le autorità sono immediatamente allertate nel caso in cui il segnale di qualcuno di noi venga spento prematuramente.
Osservazione: ma allora, i casi di infarto o di morte improvvisa? Come li gestiscono? E poi, se le autorità si accorgono della fine del segnale, mandare il corpo indietro nel tempo non fa, effettivamente, cessare il segnale? In sostanza è impossibile, in ogni caso, non allertare le autorità (che poi è quello che l’organizzazione criminale, col viaggio nel tempo, vuole evitare)
Come fanno i Looper a sapere luogo, data esatta e orario in cui ricevere le persone da uccidere?
Risposta del film: non c’è. È presente, sul luogo, un tipo chiamato Abe (Jeff Daniels), che risulta essere coordinatore dei Looper. Ma questo è quanto.
Osservazione: a meno di non essere sempre in contatto col futuro in qualche modo, o di non aver stabilito a priori la tabella delle spedizioni, è impossibile che i Looper sappiano con esattezza quando aspettare le loro vittime. Anche perché, trattasi di vittime, non di collaboratori spontanei, per cui la mafia del futuro non può contare che essi si presentino alla spedizione in momenti precisi.
Com’è possibile che il Looper ammazzi se stesso proveniente da trent’anni nel futuro?
Risposta del film: perché sì.
Osservazione: il problema si pone nella scelta di mostrare il passato di Old Joe che, da giovane, ha effettivamente ammazzato se stesso cessando di lavorare per l’organizzazione, raccogliendo i frutti (argento e oro) di anni di lavoro, e vivendo la propria vita. Old Joe ha viaggiato per trent’anni, rischiando di essere ammazzato o di morire per malattia (poteva accadere, ma non è successo), alla fine è stato assoldato da una nuova organizzazione criminale che, a un certo punto, ha deciso di farlo fuori, rispedendolo indietro nel tempo, a se stesso. Ora, sono il solo a pensare che questo sia assolutamente impossibile?
E ok, per il calcolo delle probabilità, forse c’è un miliardesimo di chance che possa accadere, ma a quanto pare, quella di ammazzare se stessi è la regola di tutti i Looper.
Un paradosso insormontabile. E non funziona nemmeno il trucchetto da illusionista. Se una cosa non regge, non regge. E qui, caro Rian Johnson, si vedono le corde che sostengono l’attrice che sta levitando.
Perché Old Joe è convinto che ammazzando il bambino che diventerà RainMaker ogni cosa sarà a posto e sua moglie sarà ancora viva?
Risposta del film: perché sì. Ma va detto che anche Joe, il giovane, ha qualche dubbio riguardo l’efficacia di questo diabolico piano del suo se stesso anziano.
Osservazione: dal momento in cui Old Joe è finito nel passato non c’è nulla che possa fare per resuscitare sua moglie e godere del frutto delle proprie azioni. Perché lui è sempre presente a se stesso e la realtà intorno a lui non può mutare, se non trent’anni più tardi.
Il viaggio nel tempo è illegale. I Looper sono illegali. Come fa Sara a conoscere l’esistenza dei Looper?
Risposta del film: perché sì.
Osservazione: non ne ho. ‘Sta cosa si commenta da sè.
Perché mai Abe, Organizzatore nel Passato dei Looper, contesta a Joe di fregarsi l’argento presente (come paga!) sulla schiena delle vittime dei Looper? Non è il loro fottuto stipendio? Come può uno rubare il proprio stipendio?
Spiegazione del film: è così e basta.
Osservazione: anche qui, la cosa si commenta da sola.
Come fa il Rainmaker a esistere già nel futuro di Old Joe se è stato lo stesso Old Joe a crearlo ammazzando Sara in presenza di Cid?
Spiegazione del film: tanto è fantascienza.
Osservazione: in realtà, è possibile che Sara sia stata ammazzata da qualcun altro, non per forza da Joe, o dal vecchio Joe. Ciò comporterebbe che la nascita del Rainmaker sia evento ineluttabile, in stile Guerra della Macchine di Terminator. Se non fosse che Joe ammazza se stesso, ammazzando Old Joe e di fatto salvando Sara. Niente più RainMaker, quindi, e niente più Joe. È un po’ contorta, ma ci può stare, come soluzione.
Ma ci sta solo ammettendo che il tempo sia un’unica linea. Perché se sono linee diverse, anche se Joe si ammazza, Old Joe non scompare, in quanto deriva da un passato diverso.
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E queste, signori e signore sono alcune delle pressanti pippe mentali legate a questo film.
Siccome è “fentasi”, non bisogna neanche porsi le domande, perché tanto, a porle, i buchi di sceneggiatura li trovi. E ciò non è carino, a dire di Rian Johnson.
Ma anche no.
Perché, ok, è un blockbuster e, ok, il reparto tecnico è buono, e ancora ok, lo sforzo produttivo è stato notevole, ma… se faccio un paragone con Ritorno al Futuro, film tanto caro al regista Johnson, io la differenza la vedo.
In coerenza, logica e realizzazione. E vi svelo una cosa: era un blockbuster pure quello. Ne hanno fatti tre, ma lo ricordiamo con affetto.
Questo Looper, invece, ce lo saremo già dimenticato tra sei mesi.
Ma soprattutto fa incazzare il fatto che sia così facile smantellare una sceneggiatura sulla quale sono stati investiti milioni di dollari, sceneggiatura che si sarebbe potuta sistemare con qualche accorgimento in più, per ottenere un ottimo film, sotto ogni aspetto.
Spero di aver colmato le falle dell’articolo precedente. Nel caso contrario, fatemelo sapere.
Buona serata. ^^