Underground

I blog a tempo

Parlando di blogging e progettualità, devo resistere al fascino dell’elenco puntato (o dot list) che tante visite mi porterebbe (perché adesso ii gggiovani vanno cercando solo elenchi puntati), ché voglio fare un discorso un attimo più ampio e articolato.
Quando si dice scavarsi la fossa da soli…
Ebbene, tutti i discorsi di questi giorni hanno spinto anche me, come molti, a spontanee riflessioni sul “perché lo facciamo”, ma anche sul “come lo facciamo”.
Il blogging.
Che avevate capito? (cit.)
Risultato? Sono scaturite una valanga di idee.
La maggior parte di esse non vale nemmeno i byte sui quali sono scritte.
Ma qualcuna, invece, può risultare interessante.

Poi, a lato, è successo che stamattina ho postato, sulla pagina fb di Book and Negative, questa immagine:

time_buddha

Non importa che quella frase l’abbia detta davvero Buddha (infatti è un fake). Importa la sua essenza. Una frase che non lascia indifferenti, che, tradotta, recita più o meno così:

Il problema è che pensi di avere tempo

Che spinge alla consapevolezza della caducità di tutte le cose.
Come dei blog.

Tempo e blog, due cose che mi perseguitano.
Il primo perché non basta mai, tra editing di testi, creazione di nuovi contenuti, messa in cantiere di tante piccole idee di marketing per i miei progetti di narrativa, visioni di Utopia (II stagione), The Strain (I stagione) e Gomorra La serie.
Il blog perché, nonostante dicano il contrario, io lo ritengo, sempre in misura maggiore rispetto ai social network (anche se con questi ultimi esso forma un binomio ormai indissolubile), la miglior vetrina che un qualunque autore possa avere.

Il blog, l’ho scritto spesso, da queste parti, è la nostra personalità (qualcuno arriverebbe a dire la nostra vita), messa in rete.
Finché reggeranno i server e la fornitura elettrica, i nostri blog saranno lì a testimonianza di noi stessi.
Gran bella cosa.

Poi però accade che chiudano, per un motivo o per l’altro. Ma tranquilli non voglio riprendere il discorso, ma farne uno nuovo, un po’ contorto, che tange, in qualche modo, il bloggare stesso, la narrativa e il cinema e le serie televisive. Queste ultime due prese anch’esse come esempi di narrativa, parimenti considerando il blogging.

In fondo, blog, film, telefilm e scrittura sono tutti narrazione.

Finita: come qualsiasi manga e/o fumetto (eccetto Tex della Bonelli, probabilmente).
Finita: un film, che al massimo può diventare una trilogia (forzata. Puah)
Finita: come una serie o miniserie TV
Finita: come, a volte, un blog.

Si potrebbe persino arrivare a dire che la narrativa ha, come caratteristica cardine, la limitatezza.
Ha un tempo limitato, per essere efficace, per veicolare il suo messaggio: qualunque esso sia.

Bello, non c’è che dire. Ecco perché l’amiamo tanto.

Personalmente ritengo, visto che ci ho provato, che una narrazione a puntate di un ciclo, fatta via blog, sia fallimentare.
Man mano che le puntate/capitoli avanzano, l’attenzione dei lettori viene meno, alcuni preferiscono aspettare la fine e leggere tutto d’un fiato, altri si dimenticano che la serie prosegue, smarrendosi lungo la strada, etc…
Eppure, questi stessi seguono le serie televisive, che si sviluppano in una ventina di puntate.
Oppure dieci o meno, come True Detective.

Ci sono gli irriducibili dei film, che considerano i classici anni Ottanta, come Blade Runner, fatti e finiti, quindi aberrante l’idea di fare un secondo capitolo, dopo quarant’anni. E sono con voi.

I cicli narrativi attraverso gli ebook sono ambivalenti. Personalmente io adoro questo genere di narrazione, quattro, dei miei attuali ebook pubblicati appartengono a cicli narrativi a più volumetti. Però, ecco, è difficile. Solo chi si appassiona davvero a un personaggio e al suo mondo si trova a comprare tutti gli ebook di una serie. I più, come detto, si annoiano.
Eppure, magari, collezionano albi a fumetti, magari da trent’anni.

La mente umana è strabiliante nella sua capacità di contraddirsi.

E veniamo all’ultimo aspetto di questo ragionamento contorto, che contiene in sé una proposta:

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un blog a tempo.

Il blog nasce, cresce, vive, invecchia e muore.
Questo al naturale.
L”abbiamo visto. Lo sappiamo.
Ma noi consideriamo l’idea di un blog che, come un replicante di Blade Runner, abbia, già alla nascita, una data di scadenza prefissata.
Non so, trenta, sessanta giorni.

E noi tenteremo di valorizzare, per sfida, al meglio questo breve arco di tempo.

Cosa che sicuramente è stata già fatta da qualcuno, lo so. Quindi non vi sforzate a dirmelo (o magari sì, potrebbe essere interessante conoscere i precedenti).

Ma l’idea è, visto che ci piace bloggare e che abbiamo pochissimo tempo, sottrarne altro e concentrare (quasi) tutte le nostre risorse su un blog, magari dedicato a un nuovo argomento, o a una serie TV, o a un genere particolare di narrazione, e dare, in un numero limitato di articoli, il meglio di noi.
Il risultato sarebbe una serie di blog, costole dei nostri siti principali, prodotti finiti e di altissima qualità, contenenti una moltitudine di informazioni utili, e dal vissuto organico, perché sfruttati egregiamente.
Come fossero miniserie televisive di lusso.
O parabole complete.
Per il gusto del tempo.
Perché non ne abbiamo abbastanza.
Per gratificare noi stessi.
Io, ad esempio, concentrerei i miei sforzi per blog dedicati a:
a) True Detective
b) Black Mirror
c) i racconti di Conan
d) i miei racconti
e) varie ed eventuali

E voi colleghi, che mi raccontate, avete abbastanza tempo? E che ne dite di aprire un nuovo blog?

Autore e editor di giorno, talvolta podcaster. /|\( ;,;)/|\ #followthefennec
    • 10 anni ago

    Sì, fammi pure pensare a un blog a tempo, adesso. 😀
    Mi basterebbe riuscire ad aggiornare più spesso il mio.

    PS se ti assumo come ghost writer, quanto vuoi a battuta?

      • 10 anni ago

      Ghost Writer per il blog? 😀

    • 10 anni ago

    L’idea è davvero interessante, e pur non avendone mai sentito parlare stavo proprio programmando una cosa del genere, che avevo ingenuamente soprannominato “seasonal blogging”, nella mia ignoranza e convinzione di essermi inventato qualcosa. XD
    Detto questo, “lifeinayear” sembra essere un’esperienza interessante, e non escludo, tanto per fare un test e vedere se ricevo apprezzamenti, se sono in grado di farlo, se invece vengo fischiato oppure vengo ignorato… Beh, chissà che non decida di provare qualcosa di simile, decisamente più ristretto nel tempo.
    Comunque grazie dell’articolo, è stato utile, interessante e… Illuminante! ^_^

      • 10 anni ago

      Grazie a te. Anche tu, se tenterai un esperimento del genere, fammi un fischio. 😉

    • 10 anni ago

    Sicuramente possono uscirne fuori dei bei progetti.
    Per quello che mi riguarda però, ho già pochissimo tempo per parlare di horror e nerdate sul mio blog e avere un canale su Youtube, dubito riuscirei a gestirne altri, anche solo temporaneamente.
    Se avessi l’occasione, però, mi piacerebbe creare uno di quei blog dedicati ai viaggi. Raccontare esperienze e mostrare foto.

    Il problema? Adoro viaggiare e scoprire nuovi posto, ma difatto viaggio poco (ahimè) hahah

      • 10 anni ago

      Ciao. 🙂
      Che poi sai qual è il fatto, secondo me è anche difficile pensare a qualcosa che abbia un tempo limitato.
      Tipo, tu lo apriresti mai un canale youtube a tempo?
      C’è sempre il ragionamento: “E se… andasse bene? Sarei pronto a chiudere?”.

        • 10 anni ago

        Sì, concordo.
        Perché non si sa mai quale può essere la risposta del web. Mai come negli ultimi giorni ho capito che, a volte, il successo è solo una questione di culo.

        • 10 anni ago

        Eppure sai, secondo me se gestita bene questa storia del “se andasse bene” può generare hype e interesse per progetti futuri… Sarebbe una strategia di marketing interessante da analizzare e forse sperimentare.
        Marketing inteso nel senso più ampio, non per forza per vendere un prodotto specifico, anche solo per attirare l’attenzione su un altro progetto di blogging o cose del genere…

    • 10 anni ago

    L’idea è piuttosto interessante,se me ne occupassi penso che creerei dei blog sui fumetti,ad esempio per un certo periodo avevo pensato di realizzare una rubrica dedicata alle storie poco note ma degne di lettura di personaggi come Wolverine o l’Uomo Ragno. Se scegliessi i telefilm toccherebbe a Monsters e a X-Files che tutt’ora sono due serie a cui sono affezionato.

      • 10 anni ago

      Be’, se fai qualcosa del genere fammi un fischio, che mi interessa. ^^

    • 10 anni ago

    E’ un’idea interessante. L’ho già visto fare, ti do l’esempio quindi, da Nadia Ferrazzo con http://www.thelifeinayear.com/ e da un altro paio di blogger che hanno creato blog temporanei per raccontare una storia a puntate (qui mi tocca concordare con quel che hai detto, dopo un po’ l’attenzione cala, e difatti la mia è calata e non riesco a linkarteli per problemi di memoria di cacca che ho).
    Tornando al primo esempio, il progetto prevedeva un anno di vita, poi però ha deciso di continuare. Forse non si aspettava di appassionarsi?
    Ti porto anche il mio esempio. Ho aperto il blog inizialmente per metterci dentro un racconto a puntate, ma non avevo idea di come funzionasse la blogosfera. Poi l’ho capito pian piano, e accorgendomi che per farmi leggere bisognava fare una marea di altre cose, ho iniziato a postare e parlare di altro, finché il blog è diventato quel che è, e del progetto iniziale c’è una traccia quasi invisibile. Scusa il malloppone.
    Arrivando alla tua domanda… boh, magari il tempo ce l’avrei pure, ma per il momento mi diverto così come sto 😀 Lo spazio che ho mi basta e mi soddisfa.

      • 10 anni ago

      Ciao. 😀
      Io pensavo a qualcosa di più breve di un anno, magari quindici giorni o un mese, proprio per evitare il calo di attenzione dei lettori.
      Anche se, in questo senso, devo dire che i lettori non sono parte integrante dell’esperimento, proprio perché sono proprio pochi, quelli che si possono catturare, in così breve tempo.
      Mi interessava, più che altro, constatare l’organicità di un blog limitato. Ecco, è possibile fare un blog che sia perfetto? Anche nella sua fine?
      Secondo me sì. 😉

    • 10 anni ago

    Tex non finirà mai, per un solo semplicissimo motivo: finire significherebbe per Tex perdere.
    E si sa, Tex non perde.
    MAI.

      • 10 anni ago

      Lo temevo… 😀

    • 10 anni ago

    esperimento interessante!
    a me piacerebbe fare dei blog dedicati alle opere di un singolo autore (fotografo) ma non so se ne sarei in grado.
    P.s. ma il blog “a tempo” nel formato replicante deve essere terminato dal cacciatore di blog oppure scivolerà tutto come lacrime nella pioggia ?

      • 10 anni ago

      No, io pensavo a un semplice widget da mettere sulla barra laterale, di quelli col conto alla rovescia. Che dici? 😀

        • 10 anni ago

        Immagina una testuggine. 😀

        • 10 anni ago

        io pensavo ad una cosa più epica, come fare un test Voight-Kampff per controllare se è un blog a termine 😀

    • 10 anni ago

    L’idea è molto valida e, soprattutto, intelligente.
    Personalmente, se mi ricapitasse di fare nuovamente dei bei viaggi lunghi (ma anche brevi), creerei dei diari di viaggio finiti, quindi delle miniserie: un post per giorno, corredato di fotografie, aneddoti personali che magari non interessano a nessuno, dettagli che non troverebbero spazio in una guida ufficiale. Che ne so, il Bollalmanacco in Burundi: due settimane, poi chiudo il blog 😀
    Quello sarebbe molto bello per me, soprattutto perché ho una memoria orribile, tendo a godermi il viaggio sul momento e a non ricordarmi più neanche un nome di luogo una volta tornata a casa… ç__ç

      • 10 anni ago

      Be’, pensaci, ché con la tua ironia potrebbe venir fuori una cosa molto piacevole. ^^

    • 10 anni ago

    Ne ho appena chiuso uno, già me ne vuoi far aprire un altro?
    E poi cosa diranno di me?
    Ah, sì,credo di saperlo … 😀

      • 10 anni ago

      ahahahhahaha 😀
      Però potrebbe essere interessante, nelle tue mani. 😉