Con questo caldo dovrebbe essere illegale portare avanti il blog. D’altronde pure Rhona Mitra è illegale, con vestito rosso leggero e tacchi, asfalto bollente, un’auto verdastra con paraurti cromati che tenta di stirarla, per frustrazione, perché il guidatore non può fare altro… ma sto divagando. Andiamo avanti, quindi, con un bel concorso di colpa.
È che, pensando a Rhona Mitra, al fatto che adesso abbia 35 anni quanto me, ai film che ha fatto e a quelli che avrebbe potuto fare, alle visioni di sé che avrebbe potuto regalarci, se solo un regista/sceneggiatore avesse scritto la sua opera tenendo presente lei, mi assale il senso di occasione perduta.
Un’attrice, che sia una donna bellissima è evidente anche se non guasta dirlo, niente male, cui non è mai stata data l’opportunità. Perché?
Non ne ho idea.
Perché il suo dovrebbe essere un ruolo parimenti emotivo e fisico. Una così non la si può contenere, o mettere in gabbia. O peggio ancora dietro uno psicodramma all’italiana. La natura si ribella all’idea.
Ecco, in Highwaymen è stata messa in gabbia. Rhona è Molly, bersaglio prescelto da un killer che sfreccia sull’autostrada inseguito da un altro tizio che ha giurato, dopo che il killer gli ha fatto fuori la moglie col vestito rosso, di fargliela pagare.
Rhona Mitra nel ruolo di vittima delicata? Certo, come no. Me la rivedo, in questo frangente, a spaccare il culo del cavaliere in armatura di Doomsday, come lei fosse Gatsu. Ma sto divagando ancora… complice il caldo.
E tuttavia, non è sbagliata l’idea. Ci stanno le lacrime e la delicatezza, sul viso di Rhona, perché no? Anche se, a una come lei, la personalità non gliela puoi togliere. Non si può. È un crimine.
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E quindi abbiamo ‘sto tizio chiamato Fargo, sì, chiamato Fargo… che se ne va in giro, a bordo della sua auto verde acido, paraplegico e ciò nonostante, attraverso un sapiente uso di leve meccaniche stile Armata delle Tenebre, padrone di ogni anfratto della sua vettura, capace di guidarla, compiere acrobazie, letale al 100%.
E ammettiamo che l’idea sia anche buona. Un paraplegico al volante che non cerca pietà ma vendetta, perché è un figlio di puttana.
La resa, be’, tutt’altro.
Ma non importa neanche questo, perché appresso a Jim Caviezel cacciatore, che si atteggia a bel tenebroso sulla sua Plymouth Barracuda del 1968, spunta Rhona, e la vita ci sorride. Fa parte di un coro.
Be’, non potendo fare la semplice impiegata, la mettiamo in un bel coro, così gonfia il torace, afflitta da una fresca separazione e bla bla bla, incredibile quanto si possa dire di un personaggio in pochi istanti e nonostante tutto farlo restare inutile.
E dal momento in cui, in un tunnel stradale che rammenta l’Alma, Molly viene coinvolta nel giochetto di Fargo, il film diventa una caccia all’uomo, pardon, alla donna.
Ed è tutto qui.
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Anzi, no. Mi dovrebbero spiegare come fa Fargo il paraplegico che al volante è un dio, ma fuori no, a sottomettere Rhona, drogarla, obbligarla a indossare un vestito rosso e tacchi a spillo per rimembrare l’aspetto della moglie di Jim e così farlo incazzare.
Dettagli, certo. E sono quei dettagli che ti fanno ricordare Rhona che sfreccia per le strade sudafricane, ma scozzesi nella finzione, lei, una dura.
Oppure sempre lei, che si concede una scopata selvaggia con il Dott. Troy in Nip/Tuck e poi una cosa a tre con la ragazza di lui. E ci sta, e non è superficiale, nonostante il delirio da sceneggiatura di quella terza stagione.
Lei che non ride mai, perché sulle sceneggiature è scritto così.
Lei che pur di non vivere una vita banale, ha scelto di combattere i Lycan come vampiro e di amarne uno. Il più brutto. Dettagli anche questi.
Sordidi confini di sceneggiatura.
Una vita scritta nella sceneggiatura. Sembra una punizione dantesca, roba da scriverci un articolo. O magari un libro o un film. Ecco che mi rubano l’idea…
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Piccolo angolo del bullonaro: l’auto guidata da Caviezel è, come già detto, una Plymouth Barracuda del 1968. Una 426 Hemi Package. Preparata specificamente per la corsa, ne furono prodotti una cinquantina di esemplari. Monta un motore V8 (sì, come quello di Interceptor) di ben 426 pollici cubici. Sprovvista di sedili posteriori, per limitare il peso, e di dissipatore del suono. Quando l’accendi, ruggisce.
Il film? Bah, visione estiva, grossi motori, caldo da bruciare, asfalto rovente e Rhona scalza che pesta i pedali, quando preferirebbe schiacciare il verme che tenta d’ammazzarla.
Conosco almeno una persona che lo giudicherebbe imperdibile solo per quest’ultima frase.
Dategli una guardata, va…
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